A volte capita che nel voler insegnare la letteratura, la storia, l’arte, non si riesca a trasmettere la propria passione, finendo per annoiare i ragazzi. Non è certamente il caso di “DidattiCabaret”, che in questi giorni intrattiene le scolaresche della CNI grazie alla manifestazione “Appuntamento con la fantasia” promossa dal Settore Istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie della Giunta esecutiva dell’UI. Ieri è stata la volta di Umago, quando nel Teatro cittadino “Antonio Coslovich” le SEI di Buie, Umago, Cittanova e Parenzo hanno partecipato allo spettacolo intitolato “Il barone di Münchausen” dedicato agli alunni delle classi prime e seconde e a “I miti greci in 60 minuti”, dedicato invece alle classi dalla sesta all’ottava. Due narrazioni che hanno catturato l’attenzione dei giovani spettatori rendendoli a loro volta partecipi dello svolgimento della messinscena. Il motto del gruppo è “fare scuola in modo creativo e divertente”. Sembra superfluo ribadire che gli artisti ci riescano in modo eccezionale, in questo caso ripercorrendo la mitologia greca tra battute, vignette, musica e luci, coinvolgendo completamente i ragazzi.
Un metodo che funziona
Ma come nasce una rappresentazione come quelle proposte in questi giorni? “L’idea di far passare dei concetti difficili attraverso una risata funziona di più rispetto a costringere a imparare le cose a memoria – ci racconta Davide Conati, regista dello spettacolo –. Lo dimostra anche il fatto che i ragazzi che lo scorso autunno hanno assistito a “L’inferno di Dante” si ricordano tutto: quindi funziona. Ci sono le canzoni, le battute, ma tra una risata e l’altra infiliamo dentro anche dei concetti seri, non è solo cabaret e basta. La risposta dei giovani è ottima, sono concentrati sullo show, lo seguono interessati e partecipi. Questa forma di teatro li coinvolge moltissimo, partecipano alle canzoni, non sono semplici spettatori. Inoltre, inserire l’illustrazione dal vivo, significa presentare loro un mondo che conoscono benissimo a partire dai manga. Abbinando tutte queste cose, a primo impatto sembra che non ci sia niente, però in realtà sono presenti luci, telecamera, proiezioni multimediali, diversi strumenti musicali, abbinando molteplici discipline e linguaggi che convergono, dando all’insieme un certo ritmo. Allo spettatore gli interpreti appaiono naturali, sciolti, ma dietro a questa apparente improvvisazione si nascondono ricerca e impegno. Per preparare uno spettacolo del genere è necessario molto duro lavoro – conclude il regista –, poi i tempi variano anche in base a che cosa si vuole rappresentare. ‘I promessi sposi’ è partita già quasi subito così com’era e non ha subito grandi variazioni; invece per ‘L’Inferno di Dante’ ci abbiamo messo quasi due anni a trovare la squadra giusta”.
Tra gli elementi fondamentali delle interpretazioni proposte da “DidattiCabaret” ci sono senz’altro le vignette realizzate dal vivo e proiettate sullo schermo, che arricchiscono un racconto già di per sé interessante. “Quando disegno ho già un canovaccio – spiega l’illustratore Gianluca Passarelli –, poi vario a seconda del pubblico, delle tempistiche e dell’ispirazione del momento, perché a volte faccio anche degli scherzi ai colleghi che non se lo aspettano. Devo comunque stare a incastro sulle battute, sulle canzoni e sul copione, però ogni tanto metto una ciliegina in più”.
Chi assiste allo spettacolo rimane stupito dalla velocità di realizzazione delle immagini e la domanda sorge spontanea: come si fa a disegnare così velocemente?
“Ai ragazzi che mi pongono questo quesito rispondo con una battuta: con il pennarello – scherza Passarelli –. In realtà ci vuole passione, allenamento, dedizione. Io disegno da quando sono piccolino, poi ho fatto tutte le scuole necessarie, diciamo che oltre a essere un vezzo è diventato un vizio. Si tratta di un linguaggio molto inclusivo, impattante, che coinvolge anche i ragazzi più distratti. Volevamo dimostrare che si può disegnare ancora con la matita, questa è la magia”.
Effetti coinvolgenti
A creare effetti coinvolgenti ci pensano le luci e i video, di cui Paolo Canova è il responsabile. “Mi occupo della parte tecnica: luci, suoni, microfoni, ma anche di tutti gli elementi multimediali che compongono gli allestimenti. Utilizziamo voci fuori campo o dal vivo o voci neutrali attraverso modelli vocali, quindi intelligenza artificiale. Creiamo proprio i personaggi e questo ci dà modo, alla fine di ogni spettacolo, di parlare con i ragazzi di questa tematica. L’IA comprende il contenuto del testo e ti dà una sua interpretazione vocale ed è questo il fatto più sconvolgente e abbastanza preoccupante”.
Sulla scena, a narrare gli episodi, oltre a David Conati è anche Giordano Bruno Tedeschi, che in un’ora interpreta una miriade di personaggi diversi. “Mescoliamo molti linguaggi; di solito sono più il musicista e in questo caso ho cercato un po’ di suonare e un po’ di passare da un personaggio all’altro, quasi come un cartone animato, in modo che i ragazzi fossero più attratti da quello che succede. Stiamo parlando di cose importanti su cui bisogna mantenere l’attenzione, per cui usiamo la cifra stilistica del cabaret e vediamo che funziona tantissimo”.
In questi giorni gli spettacoli sono stati documentati da Salvatore Aiello, che fa cinema a scuola con i ragazzi: realizza e scrive film assieme agli alunni, a partire dalle loro idee, mentre in “DidattiCabaret” realizza i video delle apparizioni, dando profondità e movimento ai video. La mattinata teatrale si è conclusa con i saluti della titolare del citato Settore della Giunta esecutiva dell’UI Patrizia Pitacco, divertita e soddisfatta dell’incontro, a cui ha assistito anche il presidente della stessa Ge dell’UI, Marin Corva, anch’egli entusiasta dell’iniziativa che si rinnova di anno in anno.
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