Un’icona senza tempo: Josipa Lisac incanta Abbazia

Un concerto straordinario ha aperto la nuova stagione della Scena estiva della Perla del Quarnero, con omaggi e momenti di pura emozione

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Un’icona senza tempo: Josipa Lisac incanta Abbazia
Accompagnata dalla sua band. Foto: LUKA ŽIVKOVIĆ

La sua energia persiste contagiosa nonostante i suoi 74 anni d’età e una lieve influenza d’inizio settimana: Josipa Lisac è una diva a tutti gli effetti. E non si tratta solo della sua impeccabile musica ma è proprio lei a essere speciale: una figura graziosa che riflette un animo sensibile e determinato, come anche l’ennesima esibizione vocale amplificata da una voce a dir poco spettacolare. Quando chiacchiera con il pubblico, si percepisce che è una persona in pace con sé stessa, che esprime le sue opinioni in modo attento e con un tono di voce basso.

La città che la rese famosa
Josipa è tornata ad Abbazia, città che, con il suo festival, nel lontano 1968 la lanciò nell’antologia della scena musicale, dove oggi gode di uno status quasi mitologico. Il concerto, durato più di due ore, è stato un viaggio attraverso la sua carriera, con numerosi ringraziamenti al pubblico presente. Un ringraziamento speciale è stato riservato alla musicista locale Beti Jurković: “Ha fatto molto per i musicisti che sono venuti dopo di lei. Tutti noi, agli inizi, abbiamo seguito le orme dei nostri predecessori. Una donna eroica”, ha detto Lisac.
Non è mancata la battuta tra una canzone e l’altra che diverse volte ha fatto sorridere il pubblico mettendolo completamente a proprio agio.
A testimonianza di ciò il lungo applauso finale, non solo alla protagonista ma anche ai virtuosi che l’hanno accompagnata nel suo viaggio musicale volto a esaltare per l’ennesima volta l’ormai mitologico album “Dnevnik jedne ljubavi” realizzato assieme al suo compagno di vita, il musicista Karlo Metikoš (nome d’arte Matt Collins) e il cantautore Ivica Krajač. Ovazioni, quindi per i maestri jazz al suo fianco: Toni Starešinić (tastiere), Davor Črnigoj (basso), Borna Šercar (batteria) ed Elvis Penava (chitarra elettrica) che hanno dato un tocco artistico, con tanto di assolo per ogni strumento, ad alcune delle sue canzoni più importanti. “Una canzone può essere realizzata in vari modi: nasce rock, si trasforma poi in New Age… È bello anche giocare con la musica”, ha spiegato l’artista, suggerendo al pubblico di aspettarsi l’inaspettato. Nulla è scontato e il cambiamento è d’obbligo: “Anche la musica cambia e si trasforma, seguendo il contesto in cui nasce. Chissà se queste vecchie canzoni le avrei potute ricreare nel mondo odierno. Probabilmente no. Le critiche sono state dure a volte perché cambiavo le mie interpretazioni, ma io ho sempre visto l’aggiornamento come qualcosa di positivo”.

Una coppia affiatata
L’album ha compiuto l’anno scorso 50 anni ma la forza dell’amore tra i due artisti sembra essere rimasta sempre la stessa: Josipa ha parlato di Karlo, rivelando vari retroscena della loro complicità tra una canzone e l’altra. Poi lo ha cercato quasi disperatamente nelle canzoni “A gdje si ti?” e “Srela sam se s njim”, emergendo dalla dorata nebbia del palcoscenico, vestita di nero con un cappellino all’avanguardia.
“C’era di tutto nella realizzazione di questo album. Ero alle prese con dei veri perfezionisti, dovevo resistere! Ognuno diceva la sua!”, è il suo ricordo di quell’epoca degli anni ‘70.
“Poi, a un certo momento, l’album si è staccato da me com’è giusto che sia. Un’opera non deve dipendere dal suo creatore. Sganciandosi, ha intrapreso una sua strada e sono convinta che troverà il suo percorso anche negli anni futuri”. Grazie di tutto Josipa!

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