Strumenti musicali e reperti archeologici

Piemonte. Ampliato l’allestimento del «MU=BAJS»

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Strumenti musicali e reperti archeologici
La nuova sede museale con il busto di Ottavio Stocovaz. Foto: ERIKA BARNABA

L’edificio dell’ex scuola elementare di Piemonte ospita ufficialmente da alcuni giorni il nuovo allestimento ampliato del Museo degli strumenti musicali, denominato “MU=BAJS” e i reperti archeologici individuati nel sito di Santa Croce, nei pressi del villaggio di Circoti, scoperto nel 1903 da Carlo Marchesetti e che secondo il sindaco del Comune di Grisignana, Claudio Stocovaz, era doveroso esporre al pubblico. Nel 2011, quando l’Acquedotto istriano era alle prese con la posa delle tubature nelle vicinanze di Circoti, gli operai si erano imbattuti in alcuni interessanti resti e, bloccati gli scavi, erano intervenuti gli esperti, che su una superficie di 58 metri quadrati, avevano trovato i resti risalenti a sei diverse epoche storiche, dal Neolitico al terzo millennio avanti Cristo, fino all’Età del bronzo, del ferro e del Medioevo. Come ha spiegato il sindaco, i reperti si trovino ora esposti in dieci teche.

Il Museo degli strumenti musicali nasce a Piemonte d’Istria nell’aprile del 2016, dopo una visita di Stocovaz a una raccolta di strumenti musicali, frutto di 40 anni d’attività del mestiere di artigiano liutaio di Walter Macovaz, triestino di origini grisignanesi, che ha trasformato un’eredità di musicisti, contadini, falegnami e “canterini” in strumenti musicali della cultura popolare. A rafforzare quest’idea, un incontro di Macovaz con Ottavio Stocovaz “Rapatocki”, entrambi musicisti popolari, falegnami e costruttori dei famosi “bajs, bassetto, liron e leron”. Il Museo è intitolato a quest’ultimo, venuto a mancare nel 2006, non solo per la sua attività di liutaio, ma soprattutto per aver coinvolto nel recupero delle tradizioni musicali giovani musicisti che continuano la sua strada. All’ingresso del nuovo edificio oggi si trova pure il suo busto.
Uno degli obiettivi dell’iniziativa è tramandare, pure attraverso registrazioni, le musiche popolari antiche, mentre l’altro compito, un pò più arduo, è quello di far riscoprire nel mondo, dove oggi regna il virtuale, come un pezzo di legno sapientemente lavorato dalla mano dell’artigiano, possa attraverso il musicista, far scaturire le emozioni dell’animo umano che né la parola scritta né le immagini sono capaci di ricreare. Il tutto in un viaggio tra sistemazione degli strumenti, la loro catalogazione, intonazione e distribuzione territoriale, nonché, grazie anche alla disponibilità del Centro culturale polivalente di Piemonte, attività musicali, seminari di tecnica strumentale, vocale e introduzione alla costruzione di strumenti in legno (bajs, armonica triestina, sopele).
Tutto ciò dentro un paesaggio culturale che mantiene ancora i tratti della civiltà contadina e della musica come aggregante sociale, che ora espone in modo più specifico strumenti che vanno dal nord Europa al Medio oriente, ma soprattutto quelli dell’area locale, come armoniche diatoniche, ploner, bajs o bassetti, violini, clarinetti, flauti, un clavicembalo, un fortepiano e un mandolone, che è uno strumento rarissimo, uno dei 5 presenti in tutta Europa. Non mancano pure strumenti di lavoro e le piccole particolarità che illustrano quanto ce n’era dietro a ogni strumento.
Macovaz ha voluto donare questa raccolta al Comune di Grisignana, in specifico a Piemonte, perché quest’ultimo paese rappresenta la sua terra natale in quanto i suoi genitori avevano frequentato la scuola del luogo. Oltre agli strumenti, la collezione comprende pure molta letteratura musicale, fotografie e altra documentazione, che costantemente viene ampliata con nuovi reperti. Le visite al museo sono gratuite e si possono concordare tramite l’e-mail [email protected].

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