Pola. Per Palazzo Scracin una nuova, terza, asta

Ne sono proprietari gli Istituti della Previdenza sociale e dell’Assicurazione sanitaria

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Pola. Per Palazzo Scracin una nuova, terza, asta

Non c’è due senza tre. Lo storico edificio in Piazza Port’Aurea 3, un tempo occupato dagli uffici dell’Assicurazione pensionistica e, prima ancora, da quelli dell’Assicurazione sanitaria, torna ad essere oggetto di vendita per la terza volta. E, visto com’è andata con i tentativi precedenti, non si sa se questa sarà la volta buona, ma tanto vale tentare.

 

Una casa per due
Il palazzo figura sempre in comproprietà statale: l’Istituto di Previdenza sociale detiene il possesso sul 60 per cento dei vani, mentre l’Istituto all’assicurazione sanitaria il rimanente 40 per cento. Altrimenti detto, dei 1.668,72 metri quadrati complessivi, 960 appartengono al servizio pensionistico. Il diritto di prelazione era spettato allo Stato, alla Regione e alla Città, tuttavia, visto che l’interesse era mancato, la vendita del bene passerà anche adesso attraverso un nuovo concorso pubblico contando su qualche interessato al valore culturale e storico che il palazzo detiene. Con i primi due tentativi di vendita gli Istituti statali avevano provato a piazzarlo per ben 15,7 milioni di kune. Ora si conferma che sono in corso i preparativi per procedere con la terza messa in palio, previa (ri)valutazione del “reale” valore di mercato del palazzo, tanto illustre quanto trasandato. Una volta ottenuta l’autorizzazione a procedere, il concorso per la vendita dell’edificio con annessi e connessi verrà pubblicata tramite i media e sulle pagine web degli Istituti coordinatori della compravendita.

Mattoni di famiglia
Perché finora l’affare è andato a buca? La posizione è centralissima, in zona storica cittadina, già considerata ottimale per l’apertura di un ostello o di un albergo stile “old town”, in tempi quando l’industria dell’ospitalità e dello “zimmer frei” in pieno ambiente urbano potrebbe rinascere dopo la crisi epidemica. Eppure, il patrimonio storico ha il suo peso, più che greve. Il nostro Palazzo Scracin – che porta il nome dell’antica famiglia polesana di cui oggi testimonia il monumento sepolcrale al cimitero cittadino – con il bell’aspetto architettonico sobrio, vagamente neoclassico, era stato costruito tra il 1880 e 1891, anni d’oro della crescita austroungarica della città, ma anni lontani. E l’acquisto plurimilionario del palazzo comporta anche uno sforzo plurimilionario per una ristrutturazione secondo i dettami della rigorosa Sovrintendenza al patrimonio storico, che ha inserito l’edificio nella categoria dei beni culturali.

Le tappe del declino
Tutto da rifare, anche perché la struttura è reduce dell’incendio, funesto incidente capitato ancora nell’estate del 2014, che aveva procurato danni agli interni ed esterni, alla facciata e alle finestre. Si ricorderà che tempo dopo, la mondatura di un coronamento della finestra del secondo piano aveva originato sgretolamenti e una pioggia di pietre, mettendo in crisi e anche colpendo (senza conseguenze gravi) coloro che allora dovevano raggiungere gli uffici statali. Poi seguì il trasferimento degli uffici dei servizi di assicurazione pensionistica e sanitaria dagli ambienti anneriti dalle fiamme, quindi nel 2018 ci fu il primo tentativo di vendita che individuò nell’imprenditore Kristijan Floričić un potenziale acquirente. Nonostante l’avvenuto pagamento di una caparra da 785mila kune, quest’ultimo rinunciò al proposito d’acquisto, poco prima della sottoscrizione del contratto. L’idea di trasformare l’edificio in albergo cittadino era stata scoraggiata dall’esosità dei costi derivanti da interventi di ristrutturazione obbligatoria e dai limiti di intervento per una modifica architettonica necessaria alla realizzazione del progetto alberghiero. Anche il secondo concorso di vendita, bandito alla fine del 2019, andò completamente a buca, non trovando manco un interessato. La documentazione che regola i limiti d’intervento architettonico sulla struttura edile è depositata nell’archivio dell’Ufficio tavolare ed è accessibile agli interessati disposti a rilevare ed a recuperare il Palazzo.

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