“Con 24mila baci, felici corrono le ore…”. Il 27 gennaio 1961 Adriano Celentano eseguiva per la prima volta al Festival di Sanremo quella che sarebbe divenuta una delle canzoni italiane più famose nel mondo. Un brano storico, provocatorio e lontanissimo dai canoni della musica italiana. Ma non è di musica che vogliamo parlare in questa occasione. È stato il numerino, che i lettori potranno leggere in alto, sopra la testata, ad averci fatto balzare alla mente il titolo della canzone di Celentano: 24.000 baci, come 24.000 numeri de La Voce del popolo. Eh sì, il nostro quotidiano ha toccato quota ventiquattromila! In ottant’anni di uscita ininterrotta e a 135 anni dal primo numero!
È un traguardo di cui possiamo sentirci orgogliosi, raggiunto percorrendo una strada irta di ostacoli. Nel non facile mestiere di fare un giornale, la Voce ha saputo affrontare con coraggio, ma anche con prudenza i tantissimi cambiamenti socio-politici e le rivoluzioni tecnologiche che hanno sconvolto il modo di produrre il giornale. Dal piombo alla fotocomposizione, dalla digitalizzazione ai quotidiani on-line; un’evoluzione darwiniana che abbiamo cercato sempre di seguire, ottant’anni fa, ma soprattutto oggi, quando le notizie volano a velocità supersonica. Non ci fermiamo. Anzi, ci apprestiamo a compiere ulteriori passi avanti, unendo tradizione e progresso, portando avanti la nostra missione, che è quella di fornire ai nostri lettori un prodotto gradito, nel rispetto delle norme etiche e di una corretta condotta editoriale.
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