RIFLESSIONI La nostaLgia dei ricordi

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RIFLESSIONI La nostaLgia dei ricordi
Foto Goran Žiković

Sfoglio vecchi album di foto, documenti redatti insieme, appunti delle nostre infinite riunioni, libri che ci vedono ritratti assieme. Ripercorro con la mente le lunghe chiacchierate, le discussioni e i dialoghi tra il fumo delle sigarette e la chiarezza delle idee e degli obiettivi, tra i profumi del vino e l’ebrezza dei traguardi realizzati, tra il volo dei sogni e degli ideali e la durezza della realtà, tra la forza dei valori e la deflagrazione del male, con gli amici di sempre. Sono stati alcuni decenni esaltanti, durante i quali abbiamo lavorato duramente, con passione ed entusiasmo: i risultati di questo lavoro sono evidenti, sono numerosissimi. Le nostre strade poi hanno preso percorsi diversi – è la vita, ma senza cancellare ciò che è stato fatto: le speranze e le visioni di una Comunità che avremmo voluto migliore.

Avessi fatto scelte diverse nel 2014 la mia vita sarebbe cambiata, di molto. Non ho rimpianti: coerenza e lealtà sono per me valori fondanti. Per l’Unione Italiana sarebbe stato molto meglio, invece. Il tempo è galantuomo, dicevamo con Roberto, lo credo ancora.

Pubblico la mia intervista integrale concessa a Damjan Fischer, che ringrazio per l’autorizzazione a trascriverla, andata in onda (non interamente, ovviamente, perché troppo lunga) nella trasmissione Tuttoggi attualità di venerdì, 19 aprile 2024.

Con Roberto Battelli la collaborazione affonda nella storia: è una lunghissima collaborazione, iniziata quando eravamo tutti e due giovani, io soprattutto ero giovanissimo, partendo dal Gruppo ‘88 fino alla Costituente e alla nascita della nuova Unione italiana, alla nascita dei nuovi Stati di Slovenia e Croazia. Sono stato al suo fianco, abbiamo collaborato insieme fin dalla sua prima campagna, quando andavamo a fare la campagna elettorale in mezzo alle piazze, tra le persone. Avevamo una musicassetta (che allora si utilizzava e c’è l’ho ancora a casa) su cui avevo registrato una serie di canzoni che aveva scelto per accompagnare questa parte della prima campagna elettorale, incontrando, parlando con le persone. Da lì, ma prima ancora e successivamente, si è sviluppato un rapporto che andava oltre l’aspetto semplicemente istituzionale, era una condivisione di comuni valori, di comuni visioni, sogni di come organizzare e ristrutturare la nostra comunità nazionale, l’Unione Italiana, la nostra presenza al Parlamento. Abbiamo anche discusso a lungo insieme su alcuni articoli importanti della Costituzione, quali gli articoli 11 e 64, su come valorizzare le nostre associazioni, su che ruolo dare alle Comunità Autogestite che abbiamo sempre ritenuto importanti, come altrettanto importanti sono le Comunità degli Italiani e l’Unione Italiana, su come far affermare i diritti della Comunità Nazionale. E poi le lunghe battaglie, le nuove leggi per mantenere i diritti acquisiti, il Memorandum trilaterale italo-sloveno-croato del 15 gennaio 1992, il Trattato italo-croato sulle Minoranze del 5/11/1996, su come poi lo Slovenia dovrebbe attuare e implementare i diritti previsti per le Comunità Nazionali. Per non parlare della strategia da portare avanti per quanto riguarda la nostra unitarietà.

Roberto ha condiviso con noi le questioni relative alla registrazione dell’Unione Italiana in Slovenia, anche la stesura dello Statuto dell’Unione Italiana in Slovenia, registrato il 19 agosto del 1998. Ha partecipato attivamente a moltissime riunioni con il Governo italiano, con il Governo sloveno per riconoscere questa unitarietà attraverso questo strumento giuridico che allora venne individuato di comune intesa tra noi, Unione Italiana e il Governo italiano e poi anche con il Governo sloveno. Ricordo il lavoro intenso che abbiamo fatto per molti anni con la diplomazia slovena sulla stesura di un possibile accordo tra Slovenia e Croazia sulla Comunità Nazionale Italiana nei due Stati, fino alla redazione di una proposta di legge quadro per la tutela globale della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia, anche con la consulenza giuristi di fama internazionale che ho avuto modo di rivedere proprio qualche giorno fa alla consegna della laurea honoris causa ai Presidenti Mattarella e Pahor e che mi chiedevano che fine avesse fatto quella iniziativa.

Questo lavoro è stato molto intenso, molto proficuo, ci ha visti insieme marciare su moltissime questioni, a volte anche con delle posizioni diverse, ma abbiamo sempre trovato il giusto compromesso sulle azioni da portare avanti assieme.

Ricordo anche momenti molto difficili, nei primi anni ‘90, quando ci chiamavamo dai telefoni pubblici per prenderci un appuntamento in qualche caffè perché dovevamo parlare di questioni molto delicate, riferite a interessi molto più ampi e strategici per la stessa Slovenia, ma sempre relativi ai diritti della nostra Comunità Nazionale. È stato un lavoro intenso: sono grato a Roberto Battelli per il grande lavoro che ha fatto, per la Comunità Nazionale Italiana tutta, per la Comunità Italiana in Slovenia, per l’Unione italiana e per quelli che sono i grandi valori, i grandi principi, per i quali abbiamo lavorato insieme. E penso che anche Roberto sia sempre stato soddisfatto di aver donato la propria esistenza alla CNI. Molti obiettivi sono stati raggiunti, come in ogni esistenza umana, alcuni completamente, altri meno. Battelli è stato un grande intellettuale e un grande uomo politico che ha veramente dato tantissimo alla nostra Comunità Nazionale. Grazie Roberto per tutto quello che hai fatto. Non dimenticherò quanto è stato il tuo apporto, il tuo contributo per raggiungere questi obiettivi.

Anche quando ci trovavamo da amici alla fine si finiva sempre a parlare delle nostre cose, dei nostri diritti, delle idee, degli obiettivi da raggiungere. Ci sono stati tanti momenti molto gioiosi passati insieme con Roberto e Dora che hanno partecipato anche al mio matrimonio con Alessandra, qualche annetto fa. Abbiamo fatto qualche vacanza insieme, cercando così di condividere la nostra vita familiare, parlando dei nostri figli, delle nostre passioni, di nostri interessi, dei nostri sogni. Parlavamo del nostro territorio d’insediamento storico, sul rapporto con la nostra cultura, di come questa nostra cultura, questa grande cultura italiana, abbia forgiato queste terre, intere generazioni e abbia forgiato anche noi. E poi di quelli che sono i dialoghi che si fanno tra amici: il nostro amore per la famiglia, i genitori, per le nostre figlie e i nostri figli, i loro figli Giacomo e Bianca, che allietavano i nostri incontri con la loro spensieratezza. Roberto era una persona che anche dal punto di vista umano era molto cordiale, molto ospitale. Quando andavamo a trovarlo a casa sua, o lui veniva da noi a casa nostra, la tavola era sempre imbandita con tante buone cose da mangiare e da bere. Sul tavolo, accanto agli aspetti culinari, c’era sempre anche tanta cultura e tanta riflessione su come utilizzare le esperienze che avevamo, il nostro bagaglio culturale da mettere a frutto, offrilo in ultima analisi agli altri, ciò che credo ognuno di noi dovrebbe fare. Roberto l’ha fatto. Anch’io ho cercato di farlo, di offrire agli altri ciò che alla fine sono le cose più importanti: le nostre esperienze, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre conoscenze, per condividerle, per cercare di costruire un mondo migliore. Oggi come oggi forse quel mondo che sognavamo non c’è, forse non ci sarà mai, forse non ci sarà più, o forse si riuscirà a raggiungerlo, chissà. Ricordo con tanto calore proprio queste lunghe e fruttuose chiacchierate, i nostri dialoghi su come fare in modo che la vita, non soltanto della nostra Comunità Nazionale, ma la vita in questo paese, in questa regione, in questa città, possa migliorare e di quale può essere il contributo che anche noi, dal punto di vista umano, possiamo dare.

*presidente dell’Unione Italiana

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