Pola. Asili e rivendicazioni: dal dialogo alla protesta

Vertenza sindacale volta all’allineamento degli stipendi

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Pola. Asili e rivendicazioni: dal dialogo alla protesta
È scontro aperto tra la Città e gli Asili. Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

È scontro aperto tra la Città di Pola e gli Asili. Oggetto del contendere, le buste paga delle educatrici, che da tempo reclamano stipendi uguali agli insegnati delle elementari. Tuttavia, l’amministrazione Zoričić pare tutt’altro che propensa a soddisfare la richiesta delle maestre dell’infanzia. E così, dopo l’ennesimo incontro andato a vuoto con i vertici della Città, le educatrici sono scese in piazza sabato per rivendicare diritti e dignità per il lavoro educativo e per chiedere condizioni di lavoro (stipendi) migliori. A dare man forte alle ragioni della protesta è sceso in campo anche il Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia, il cui rappresentante Rajko Kutlača spera che a Pola non si ripeta quanto accaduto in altre Città e Comuni della Croazia, dove i lavoratori sono stati definiti “incivili” per avere preteso il rispetto della legge per stipendi migliori. Riferendosi, invece, al principale centro urbano dell’Istria, il sindacalista ha detto che un’amministrazione locale, che vanta di essere “amica dei bambini”, dovrebbe anche dimostrarlo con i fatti. “I nostri piccoli hanno il diritto di giocare e divertirsi, ma anche il diritto alla miglior educazione possibile, che soltanto dei maestri appagati possono offrire”, è stato il commento di Kutlača. Il sindacalista ha quindi ricordato che – nonostante negli ultimi tre anni siano aumentati del 30 p.c. – gli stipendi delle educatrici sono del 40 p.c. inferiori a quelli degli insegnanti delle scuole elementari e del 29 p.c. inferiori rispetto allo stipendio medio del personale non docente. “È inammissibile”, ha tuonato il rappresentante del SIQD, ricordando poi che, tra l’altro, la stessa Legge prevede che le buste paga delle educatrici dovrebbero corrispondere più o meno a quelle degli insegnanti. “Non chiediamo altro se non il rispetto delle direttive vigenti”, così Kutlača, che nel prosieguo ha spiegato che le educatrici non sono né avide né tantomeno irragionevoli. “Reclamano soltanto quanto spetta loro di diritto poiché non possono attendere due anni come chiesto loro dai vertici della Città”.

Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Preteso rispetto
Il sindacalista pretende rispetto per chi ha il compito di educare le future generazioni di persone per bene, di futuri sindaci, assessori, consiglieri comunali e parlamentari. “Ecco perché non rinunceremo alle nostre richieste”, ha concluso Kutlača. Sabato in piazza Port’Aurea era presente pure Marina Cvitić, presidente del Sindaco dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia. “Quanto sta accadendo da alcuni mesi a questa parte non è il capriccio dei lavoratori del settore dell’educazione prescolare. Questa è una lotta giusta, per la dignità di queste persone, ma anche per i bimbi degli asili. Non tutti possono essere educatori perché questo non è un lavoro, ma una missione”, ha proseguito, chiedendosi “Perché questa professione è tanto bistrattata dai politici sia a livello locale che nazionale?”. Marina Cvitić ha quindi evidenziato come già oggi il Paese viva una carenza di personale educativo. “In Croazia mancano 5mila educatori, che la politica cerca di sostituire con personale non qualificato, trasformando così gli asili in parcheggi per i bambini”, ha detto la presidente del SIQD, che ai tanti genitori presenti in piazza per dare sostegno alle educatrici ha chiesto se permetteranno o meno che i loro figli siano domani educati da Nepalesi o Filippini. Alla pari del collega, anche Cvitić si è soffermata sulla dichiarazione, datata 26 marzo, del Ministero dell’Istruzione e della Scienza, secondo cui gli stipendi nelle istituzioni prescolari devono essere pari a quelli dei dipendenti delle elementari. Tuttavia, in troppe Città (Pola) e Comuni le buste paga non sono state ancora adeguate, e molto probabilmente non lo saranno ancora per molto tempo. “Per questo motivo, sia al Governo che alle amministrazione locali diciamo che la protesta di oggi (sabato per chi legge, nda) è soltanto l’inizio di un’ondata di scioperi che da Pola si allargherà a tutta l’Istria e, successivamente, a tutta la Croazia”, è stato il monito della sindacalista.

Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

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