Riva, parcheggi e Castion. Raffica di interpellanze

Allargamento della banchina: la DDI rinfaccia al sindaco Filip Zoričić di caldeggiare la versione del marina ACI. Il primo cittadino controbatte al partito della capra dicendo che in 12 anni al potere non ha mosso una sola pietra

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Riva, parcheggi e Castion. Raffica di interpellanze
Il Consiglio cittadino in seduta per trattare temi scottanti. Foto: DARIA DEGHENGHI

Temi scottanti per il sindaco e il suo esecutivo, assediati dalle opposizioni alla 35ª sessione consiliare della legislatura che termina esattamente tra un anno. Tre le questioni dibattute con maggiore enfasi e i nervi eccitati: il restauro della Riva senza riqualificazione, la gestione (più contestata che acclamata) dei parcheggi e l’insostenibilità del sistema di trattamento dei rifiuti. Uno scontro alla volta: la Riva. Non che sia il più grave problema di Pola, anzi, le cose stanno ben diversamente, visto il dramma della spazzatura e lo stato in cui versa la diga foranea, tuttavia è uno dei punti di maggiore confronto tra le forze politiche della precedente e dell’attuale legislatura che sembra non parlino la stessa lingua.

Scelta la via meno costosa
Elena Puh Belci (DDI) ha fatto trasmettere il videoclip della campagna elettorale del sindaco in cui Ivana Mohorović prometteva mari e monti, per esempio “un ritorno di Pola al suo mare, col restauro e l’allargamento della banchina, la piazza ninfea (Carolina) lastricata con un parcheggio nascosto, seminterrato” e cose di questo genere, per dire che tra il dire e il fare del sindaco c’è letteralmente di mezzo il mare. Ne è seguito l’immancabile botta e risposta che ha messo a confronto le due posizioni. Quella del sindaco, che ha scelto “la via meno costosa, la più fattibile in termini procedurali e quindi la più veloce”, insomma la più conveniente in termini assoluti per cui la banchina sarà restaurata e nuovamente fruibile in tempi brevi. Quanto alla DDI, il sindaco sostiene che dovrebbe starsene mogia mogia perché non solo non ha mosso una pietra della Riva in tre anni ma non ne ha mossa una in 12, e anche per questo motivo il porto di Pola versa nelle condizioni (pessime) in cui versa. Diametralmente opposta la posizione di Valter Boljunčić, capogruppo DDI: su quattro varianti proposte dagli urbanisti, il sindaco ha scelto la quarta, la peggiore: quella che non prevede di allargare la riva di 8 metri a scapito del mare per quei 750 metri di lunghezza della banchina che corre da Scoglio Olivi all’ACI Marina. A suo parere non vi sono ostacoli burocratici all’opera completa, perché il piano regolatore ammette l’intervento in larghezza e il progetto architettonico (quello del 2011) esiste, ragione per cui manca solo la buona volontà e il raziocinio di fare la scelta migliore. “Dal modo in cui insiste per la variante 4 che è anche la versione dell’opera caldeggiata dalla direzione dell’ACI Marina, risulta chiaro che il sindaco stia parteggiando nell’interesse del porto nautico, e se c’è tanta fretta – sempre a parere di Boljunčić – è perché l’ACI perderà la concessione demaniale nel caso in cui la banchina non tornasse agibile e fruibile senza difetti”.

Pula Parking, l’autocompiacimento
Altra interrogazione, altro campo di battaglia. Drago Marić (SDP) ha chiesto chiaro e tondo quanto ci costa, come contribuenti, il parcheggio verticale a rotazione, e dopo uno show di Branislav Bojanić della Pula Parking, che ha fatto trasmettere un cartone animato con sottofondo musicale (il tema di “Rocky”, “Eye of the Tiger”), sono venuti a galla i numeri: 463.000 euro la sola struttura senza il “cappotto rosso”, l’impianto di illuminazione ecc., quindi in totale 552.580 euro per trasformare 6 posti macchina tradizionali in 30 rotanti, cosa che Bojanić considera un successo edile senza pari, “primo in Croazia e unico in Europa”. Per quella che ritiene essere una valanga di calunnie da parte della consigliera Dušice Radojčić, il direttore showman ha detto di avere denunciato la consigliera, chiudendo il discorso con un verso del cantante Thompson (“Nebom lete šišmiši i vrane, a sokol je za njih previsoko. Al dok je zla bit će i anđela…”) con l’evidente intenzione di esaltare la propria persona e svalutare l’altra. A suo dire, “l’azienda lavora egregiamente, produce guadagni, paga le tasse, il che è un bene, mentre non è un bene incitare all’evasione fiscale, come sta facendo Dušica Radojčić”. Alla fine della sua performance che ha lasciato buona parte dell’opposizione stizzita e qualcuno della maggioranza imbarazzato, Bojanić ha concluso: “L’uomo è andato sulla Luna, e così il parcheggio verticale è un piccolo passo per il direttore ma un grande passo per Pola”. Frasi di questo tono hanno lasciato la platea perplessa. Il sindaco ha trovato d’obbligo scusarsi con Dusica Radojčić se in due mesi non ha avuto dalla Pula Parking i contratti e le fatture richieste a una delle scorse sessioni consiliari. “Ogni contratto e ogni fattura pagata è una spesa pubblica e i consiglieri hanno diritto di averla in visione, così come gli assessori e le direzioni delle aziende municipali sono in obbligo di esibirle. Questi sono diritti e doveri insindacabili. Punto”.

Rifiuti, il sistema è monco
Un déjà-vù preoccupante la questione della puzza dei rifiuti di Castion: è il terzo anno di fila che se ne parla senza che l’Istria, Pola e le città turistiche ne sono venute a capo. Il problema degli odori e del fallimento del sistema di raccolta differenziata è stato sollevato da Dušica Radojčić e il direttore del Centro Dražen Stilinović ha parlato finalmente senza andare in cerca di eufemismi. “Il sistema è monco, le città costiere (turistiche) come Parenzo, Umago, Parenzo e Rovigno, scaricano tutto l’umido degli alberghi e dei ristoranti a Castion, che non è in grado di smaltire gli eccessi; l’umido non viene differenziato e trattato in un impianto di produzione di biogas, perché non ne abbiamo uno, e la Regione non ha mai dato agli enti locali direttive in questo senso. Per tentare un paragone, Sebenico sta progettando la costruzione di un inceneritore-termovalorizzatore perché è perfettamente consapevole del fatto che non ci sono altre vie per disfarsi del combustibile dei rifiuti prodotto da centri come il nostro”, ha detto Stilinović e ribadito che “se gli enti locali e la Regione non faranno qualcosa, l’anno prossimo si tornerà a dire le stesse cose che ha detto oggi”. L’Istria paga ogni anno mezzo milione di euro di penalità perché non separa l’umido e in aggiunta 500 euro a tonnellata per vendere gli eccessi che Castion non è in grado di smaltire durante l’alta stagione. E c’è di peggio: nessuna delle città turistiche partecipa alle spese che Castion paga per esportare i rifiuti dei turisti alle aziende private che poi ci guadagnano.

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