Occhio al grande fratello

In città le telecamere continuano a moltiplicarsi al punto che ormai nessuno ci fa più caso: la videosorveglianza è richiesta dall’amministrazione municipale, dagli enti, dagli imprenditori e dai condomini perché è un ottimo deterrente contro il vandalismo e i furti

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Occhio al grande fratello

Un palo a muro con tre telecamere di videosorveglianza vigila sull’incrocio tra le vie Kandler e San Giovanni, ma in particolare sull’accesso a via Castropola, che sale il Colle Castello a chiocciola, sfiorando il Convento di San Francesco, la fortezza veneziana, la chiesa sconsacrata dei Sacri cuori (oggi splendida galleria d’arte) e la Biblioteca universitaria. Via Castropola è tecnicamente un vicolo cieco, non trova lo sbocco di un tempo in piazza Port’Aurea ed è sempre una dannazione per gli automobilisti, i pedoni, i residenti, i mezzi di rifornimento. C’era stato persino un tempo in cui si andava a parcheggiare abusivamente sulle distese verdi intorno alla fortezza. Transenne e schede di riconoscimento hanno avuto una funzione con alterne fortune in passato, ma fino all’introduzione della videosorveglianza le trasgressioni erano all’ordine del giorno.

 

Ora le telecamere sono uno strumento di mantenimento dell’ordine che tiene d’occhio i furbi scoraggiandone gli abusi. Naturalmente c’è anche l’altra faccia della medaglia, quella della privacy, e i declamatori delle libertà negate sono sempre in fibrillazione. Tuttavia le telecamere continuano a moltiplicarsi al punto che ormai nessuno ci fa più caso: la videosorveglianza è richiesta dall’amministrazione comunale, dagli enti, dagli imprenditori e dai condomini semplicemente perché è un ottimo deterrente contro il vandalismo, i furti e altre azioni criminali che non trovano compimento per la sola presenza del dispositivo. Vale per i bancomat, come vale per i monumenti, per gli edifici pubblici, per i parchi e per le piazze.

Sistemi di videosorveglianza sofisticati e onnipresenti specialmente in centrocittà

Due gruppi di dispositivi
Piuttosto, quante sono le telecamere che vigilano sulle nostre teste nel perimetro urbano? Intanto bisogna ben distinguere due gruppi di dispositivi con funzioni affatto diverse: i sistemi antifurto e i sistemi webcam, che consentono di vedere in Rete, in tempo reale, una piazza, una località turistica, una rete autostradale, località monitorate a scopi meteorologici ecc. Anche questa è diventata un’industria come le altre. Pochi giorni fa una nuova webcam è stata montata in via Capodistria per seguirne la viabilità. A quanto pare serve per informare i cittadini su eventuali ingorghi stradali affinché possano scegliere altre vie da percorrere, in caso di necessità. Ma in genere lo scopo di questa rete di videocamere è puramente promozionale: così come fanno le spiagge di Honolulu e i giardini zoologici d’Europa, fanno ora anche le località turistiche dell’Adriatico: si mettono in mostra per attirare futuri turisti. Dietro alle webcam urbane c’è il sito LiveCamCroatia, parte del gruppo WhatsUpCams che trasmette video in diretta da ogni angolo abitato (e visitato) del pianeta. Finora hanno piazzato più di 100 telecamere esterne nelle località turistiche dell’Adriatico e spesso si fanno pagare le spese della manutenzione dalle Pro loco e dai Comuni. A volte i meccanismi sono in panne e le immagini sono congelate. In ogni caso vengono collocate nel rispetto delle norme sulla privacy e il regolamento GDPR. Le LiveCamCroatia non sono foraggiate dai soldi pubblici della Città di Pola e della Pro loco, che evidentemente non hanno individuato nel servizio un’opportunità di promozione per le città.

Le videocamere nel centro storico
​L’amministrazione municipale e le sue società hanno piazzato invece una sessantina di telecamere nel perimetro del centro storico, esclusivamente a fini di protezione dei beni pubblici, dell’arredo urbano, dei monumenti storici. Lo scopo è sempre quello di disincentivare eventuali atti di vandalismo, che tuttavia persistono e anzi si moltiplicano nella periferia suburbana (come abbiamo visto di recente, soprattutto ai danni delle fermate degli autobus e degli stabilimenti balneari). Da un paio d’anni a questa parte sistemi di videosorveglianza sono in funzione anche ai bordi delle pinete che hanno avuto la disgrazia di fungere da discariche abusive dei rifiuti. Il successo dell’iniziativa è ancora oggetto di discussione. Per sradicare vandalismo e trasgressioni dalla vita civile, ci vorrebbe un sistema di videosorveglianza di proporzioni colossali, qualcosa che somigliasse a un sistema di controllo dei romanzi distopici. Dalla protezione al controllo totale il passo è breve.

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