Lavatoio di Braida, tra storia, arte e creatività (foto)

Vivace pomeriggio nel Quartiere «Benčić» per festeggiare la riapertura della vecchia struttura, dopo una meticolosa ristrutturazione

0
Lavatoio di Braida, tra storia, arte e creatività (foto)
Il vecchio lavatoio in Braida è stato riaperto dopo una dovuta ristrutturazione

Un evento davvero molto riuscito, quello tenutosi nel Quartiere artistico “Benčić” e dedicato a grandi e piccini. Il tema trattato nell’occasione verteva sull’importanza dell’acqua, dei fiumi, dei torrenti e dei ruscelli nel contesto della “Città che scorre”, con particolare riferimento all’unico lavatoio rimasto intatto e situato a ridosso del quartiere di Braida. A breve in quest’area, attualmente ancora interessata dai lavori di allestimento delle aree verdi, si potrà accedere anche da via Manzoni mediante un pontile in pietra fatto di gradini lavorati come dai maestri di epoche passate. Si concluderà, così, un ciclo.

Tornando all’evento, intitolato “Un picnic al lavatoio, festa dei ruscelli, del lavaggio della biancheria e dei giochi creativi in acqua”, che rientra nella manifestazione “Una storia estiva dal Benčić”, lo stesso ha offerto incontri interessanti per tutti ovvero una serie di conferenze all’interno della Biblioteca civica volte a far conoscere agli interessati quanto in passato fosse importante insediarsi nei pressi di un corso d’acqua. I relatori, lo storico dell’arte Marijan Bradanović, l’architetto Vladi Bralić e l’ingegnere edile Ines Marasović hanno parlato, ciascuno entro i limiti delle proprie competenze, dell’argomento, dai primi cenni storici sui corsi d’acqua, alle terme romane, dall’acqua che divide, ma anche unisce, dell’architettura che accompagna i corsi d’acqua fino a toccare il tema di Fiume, il cui toponimo parla da sé, e all’unico lavatoio rimasto, riportato alla luce e aperto al pubblico proprio in quest’epoca. Il professore Igor Duda ha trattato, invece, la parte storica, ovvero la tecnica del lavaggio dei panni dall’antichità ai tempi moderni, precisamente dal bucato lavato a mano nei ruscelli e torrentie e messo ad asciugare al sole, alle moderne lavatrici e asciugatrici. Il relatore ha spiegato che il fatto di recarsi a lavare i panni in gruppo rappresentava un’imperdibile occasione di svago, con scambi di notizie, pettegolezzi e consigli utili. “Si può dire che i media sono nati, in pratica, in questi luoghi di lavoro e incontro”, ha detto.
Un tempo, per rendere i panni più puliti, le lavandaie creavano pure il sapone da bucato con ingredienti, anche segreti, che si tramandavano da generazione in generazione. Oggigiorno il sapone e i detersivi si acquistano nei negozi, ma un tempo non era così. Qui è entrato in gioco un laboratorio zero-waste organizzato dall’associazione Eterico. Negli spazi della Biblioteca civica, la fitoaromaterapeuta Meri Popović ha illustrato, infatti, passo per passo in che modo realizzare una saponetta per il bucato, quali ingredienti sono necessari, come fare attenzione ai vari elementi, soprattutto alla liscivia, soluzione alcalina contenente idrossido di sodio o idrossido di potassio nella misura di circa il 33%. Per creare un sapone da bucato fatto artigianalmente, bastano pochi ingredienti oltre che il potassio, acquistabile nelle drogherie, va aggiunta acqua e grasso di maiale e qualche goccia di oli eterici per renderlo profumato. Il processo consta nella bollitura degli ingredienti per amalgamarli e poi versarli negli appositi stampi e lasciarli asciugare. Una procedura semplice, che dà però tante soddisfazioni.
Nell’ambito dell’evento si sono svolti anche tanti laboratori per i bambini. A fare da cornice agli appuntamenti è stato il cortile posteriore della Casa dell’infanzia. E mentre gli animatori erano occupati con i tantissimi ragazzi accorsi a partecipare, i genitori hanno avuto modo di assistere a un programma musicale, davanti a un caffè o a una bibita consumati all’ombra dell’edificio.
Ai bambini sono stati offerti due corsi, quello relativo alla realizzazione, con l’uso di materiali riciclabili, di pignatte, contenitori contenenti delle sorprese. La forma delle pignatte costruite in loro riproduceva la forma della lavatrice e i bambini hanno avuto modo di dipingerla e decorarla a piacere, spesso aiutati dai loro genitori o dalle animatrici presenti.
Un altro gruppo di piccoli si è cimentato nella realizzazione di sfere effervescenti da bagno con ingredienti come oli essenziali, burro di karitè, olio di cocco e idratanti frizzanti. Tutti i piccoli corsisti sono apparsi molto concentrati, seguendo alla lettera le istruzioni per ottenere una pallina quanto più bella e odorosa. Per terminare, la cantastorie Danijela Miklec ha intrattenuto i presenti con un’allegra storia sull’importanza dell’acqua.
“Il fenomeno del lavatoio fiumano è allo stesso tempo, interessante, importante, sconosciuto e a volte pericoloso, perché il torrente che lo alimenta ha allagato un paio di volte, durante gli acquazzoni, i vani della Casa dell’infanzia. Il tutto succedeva quando ancora non erano in funzione i serbatoi da contenimento delle acque piovane. Essendo l’unica struttura di questo tipo ancora conservata, anche dal punto di vista patrimoniale, è preziosa e offre un valore aggiunto a tutta la città”, ha sottolineato Kristian Benić, coordinatore dei programmi della Biblioteca civica.
“La storia estiva dal Benčić” viene organizzata congiuntamente dalla Biblioteca civica, dalla Casa dell’infanzia, dal Museo di arte moderna e contemporanea, dall’Art cinema, dal Teatro dei burattini, con il supporto della Città di Fiume e della Regione litoraneo-montana.

Il laboratorio di creazione di saponette
La relazione dell’architetto Vladi Bralić sull’importanza dell’acqua

Piccolini impegnati nella realizzazione di pignatte
Sfere effervescenti profumate per tutti
La costruenda scalinata del lavatoio
Intrattenimento musicale

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display