Un compleanno festeggiato in grande stile

Era il 1989 quando, dopo 20 anni di pausa, l'attività del complesso ha ripreso e da lì, tra momenti gloriosi e periodi bui, non si è più fermata

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Un compleanno festeggiato in grande stile
La GuggenBand di Muggia. Foto: GENTILMENTE CONCESSA DAL FESTIVAL DELL’ISTROVENETO

A Buie non esiste festività, ricorrenza, celebrazione in cui non sia presente la banda d’ottoni della Comunità degli Italiani. Parte integrante della città e del suo tessuto sociale, il complesso è garanzia di continuità temporale e punto di riferimento per tutti, non solo per gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana. “La banda e la Comunità rappresentano uno dei pilastri portanti della società buiese, della nostra identità – queste le parole del sindaco Fabrizio Vižintin –. C’è da sottolineare la dedizione alla musica, ma anche la costanza del gruppo nel promuovere e nello sviluppare la vita culturale della città. Non si può dimenticare che i bandisti sono sempre presenti a tutte le manifestazioni e alle giornate importanti per Buie, quindi siamo orgogliosi di essere arrivati a questo traguardo”. Infatti, la banda della CI di Buie ha festeggiato il 35º anniversario, una tappa importante che affonda le radici in un passato ricco di storia. Era il 1989 quando, dopo 20 anni di pausa, l’attività della banda ha ripreso e da lì, tra momenti gloriosi e periodi bui, il complesso non si è più fermato. Era doveroso quindi festeggiare il compleanno in grande stile, assieme a concittadini e ad amici, includendo la ricorrenza nell’ambito del Festival dell’istroveneto.

Una grande festa
Piazza San Servolo, dove 35 anni fa tutto ebbe inizio, ha ospitato una serata in grande stile regalando grandi emozioni. Tra il numeroso pubblico accorso per l’occasione erano presenti inoltre Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Fabrizio Vižintin, sindaco della Città di Buie, Corrado Dussich, vicesindaco per la minoranza italiana, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana e Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana. A condurre l’evento due buiesi frizzanti, simpatici e professionali: Rosanna Bubola e Daniele Kovačić. Evento che ha visto protagonista la festeggiata: la banda d’ottoni della CI di Buie, diretta dal Maestro Corrado Moratto, assieme alla banda del sodalizio rovignese e alla GuggenBand di Muggia.
La serata è iniziata con la sfilata dei tre complessi bandistici, che dalla cosiddetta piazza Le porte hanno raggiunto piazza San Servolo dando il via a un concerto ricco di note e brani eseguiti con maestria dai connazionali. I primi a esibirsi sono stati i padroni di casa, accolti da un affettuoso applauso a dimostrazione di quanto questo gruppo sia importante per la cittadina. La banda della CI di Rovigno, diretta dal Maestro Giuseppe Bartoli, vanta anch’essa una tradizione secolare, nata più di 200 anni fa, quando fu fondata la Società filarmonica della città. Il gruppo ha allietato le persone con un mix di canzoni contemporanee, includendo brani famosi e celeberrime colonne sonore, trascinando la piazza in un’atmosfera coinvolgente ed entusiasmante.
La serata si è avviata alla conclusione con l’energica prestazione della GuggenBand di Muggia, guidata dalla Maestra Fabiana Pipitone. I muggesani con la loro carica positiva, i colori sgargianti e le note travolgenti hanno trasformato Buie in un palcoscenico sul quale è andata in scena una performance vigorosa e frizzante. Il gran finale è stato riservato all’esibizione congiunta delle tre bande portando al culmine l’allegria e la positività scaturite dalla grande festa.
La costituzione del primo complesso bandistico buiese risale al 1841, tre anni dopo venne fondata la locale Società filarmonica. A inizio ‘900 la sentinella dell’Istria ospitava due bande: i “Bianchi” e i “Neri”, le quali erano in continua competizione tra loro. Nel 1945, a conclusione della Seconda guerra mondiale, un solo complesso riprese l’attività e dal 1947, con la fondazione del Circolo di cultura popolare italiana di Buie, ne diventò una sezione. Per più di due decenni al suo interno si susseguirono appassionati di musica e Maestri: Giuseppe Tessarolo, Riccardo Zigante e Diqual di Portorose. Il 1968 segnò il periodo più buio nella storia del complesso bandistico, che a causa del declino fu costretto a cessare le sue attività. Il ricordo di questo gruppo non abbandonò mai i cuori dei cittadini, che nel 1989 diedero vita alla Banda giovanile della Scuola elementare italiana di Buie, la quale cambiò più volte nome fino a diventare l’attuale Banda d’ottoni della Comunità degli Italiani di Buie.

La banda del Circolo di cultura popolare di Buie nel 1945.
Foto: GENTILMENTE CONCESSA DALLA CI BUIE

Diversi direttori negli anni
In questi anni alla sua direzione si sono avvicendati diversi dirigenti, in primis il compianto e mai dimenticato Maestro Josip – Pino Vok, seguito da Alessandro Reschitz, Roberto Tropea, Giuseppe Manin, fino all’arrivo nel 2006 del Maestro Corrado Moratto, che tuttora ne ha le redini in mano. All’esordio di quest’ultimo la banda non versava in condizioni idilliche, anzi forse si trovava ad affrontare uno dei momenti più difficili della sua storia recente. La vicepresidente della Regione, Jessica Acauqvita, allora flautista, ha ricordato quel periodo e il suo amore per la musica. “È stata una bella pagina della mia infanzia e gioventù, ci siamo divertiti e abbiamo sempre lavorato bene. Un ringraziamento secondo me oggi, come al mio esordio, dovrebbe sicuramente andare al Maestro Corrado Moratto, perché ha portato nuova linfa a una banda che era ridotta ai minimi, molto spesso se qualcuno mancava non si poteva nemmeno uscire. Con il suo arrivo c’è stato un input di nuova energia: ci ha insegnato a essere amici, a fare gruppo suonando e credo lo si veda anche oggi con il grande lavoro che è stato fatto in questi anni e soprattutto con i tanti bambini che frequentano il corso di solfeggio e che un giorno andranno a rimpolpare le file della banda”, ha ricordato Acquavita. Lei non è però l’unica della sua famiglia ad aver fatto parte del complesso, si tratta di una vera e propria tradizione. “Per un periodo anche mio fratello ha suonato nella banda, oggi invece mio figlio Liam frequenta la scuola di musica della CI, con mio grande orgoglio. Lui ha un altro carattere rispetto al mio, però segue le lezioni molto volentieri, qui si vede il grande lavoro che i maestri svolgono, ci si concentra a far star bene i ragazzi”.
Tanti giovani che in questi anni sono passati per la banda e in seguito hanno continuato a coltivare la loro passione, a dimostrazione della sua importanza formativa. Alla fine della loro esibizione, la presidente del sodalizio buiese, Lena Korenika, ha voluto rimarcare la grande crescita avvenuta in questi anni: “Siamo partiti da un gruppetto di appassionati, ma oggi la nostra CI vanta una Banda composta da una trentina di membri a cui vanno aggiunte la Banda giovanile, più la scuola di musica e solfeggio – ha commentato –. L’UI per il tramite del Governo croato ha voluto omaggiare i nostri ragazzi con un dono importante, in segno di riconoscimento alla loro dedizione e all’impegno”. I regali costituiti da uno zaino, una giacca personalizzata con lo stemma e il proprio nome più un tablet, sono stati distribuiti dal presidente della GE dell’UI, Marin Corva, il quale ha ribadito l’importanza del complesso musicale per la CNI nella promozione dei valori e delle tradizioni.

I fedelissimi
Sono passati 35 anni dall’istituzione della banda e oggi ci sono ancora tre veterani che da allora non l’hanno più abbandonata, dimostrando passione per la musica, ma anche un attaccamento profondo alla Comunità. I loro nomi sono Ireneo Clelega, Mauro ed Elena Veznaver, assieme ad essi è doveroso ricordare il portabandiera Marino Dussich, che in questo lungo periodo ha sempre promosso e portato alto il nome del complesso buiese. Alla fine del concerto abbiamo sentito Elena per farci raccontare la sua esperienza. “Frequentavo la terza elementare e si è sparsa la notizia che si stesse formando la banda, quindi mi hanno chiesto se volessi farne parte, alla fine sono entrata. Desideravo suonare il clarinetto, ma mi sono ritrovata con il genis. Ora suono il bombardino. Con l’arrivo del Maestro Corrado ho cambiato strumento perché l’altro serviva da accompagnamento – ci ha confidato –. Si tratta di un grande amore se dopo 35 anni mi ritrovo qui. Il mio augurio è che tutti questi giovani che sono presenti oggi vivano quello che ho vissuto io assieme alla banda. Bisogna avere tanta passione, ci sono momenti belli e brutti ed è necessario rimanere compatti, perché altrimenti le cose non funzionano”.
Infine era doveroso chiedere al Maestro Moratto la sua opinione sui 18 anni da dirigente: “È stata un’esperienza che mi ha dato tantissimo a livello personale, tanta soddisfazione per essere riuscito a lavorare con più di 100 ragazzi, tra cui alcuni hanno frequentato anche il conservatorio, sono riusciti a finirlo e ora lavorano nella musica. È fondamentale anche riuscire a passare dei valori ai suonatori perché ognuno deve sacrificare una piccola parte affinché tutto funzioni”.

La banda della CI di Buie diretta dal Maestro Corrado Moratto.
Foto: GENTILMENTE CONCESSA DAL FESTIVAL DELL’ISTROVENETO

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