«Le nozze istriane» negli occhi delle ceramiste della Comunità

Palazzo Bradamante ha ospitato l’apertura della mostra curata dalle attiviste del sodalizio. L’appuntamento è proseguito poi in piazza con l’accensione del fuoco di San Giovanni

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«Le nozze istriane» negli occhi delle ceramiste della Comunità
Lara Domić Djaković, una coppia nel costume tradizionale, Igor Fabris e Maurizio Piccinelli. Foto: CARLA ROTTA

Adesso bisogna andare a caccia dei superlativi. Perché non c’è altro modo per dire della mostra del Gruppo di ceramica della Comunità degli Italiani di Dignano, allestita in apertura dell’Estate dignanese. L’appuntamento in piazza è doppio: prima la vernice a Palazzo Bradamante, poi i fuochi di San Giovanni al centro della piazza.

Venite; vi accompagniamo alla mostra. Con l’invito ad andare a vedere di persona i gioiellini che le ceramiste hanno saputo creare. Solitamente, generalmente parlando, l’ultima mostra è sempre la migliore, perché probabilmente ci si dimentica delle precedenti. Quest’ultimo allestimento è davvero elegante, con opere ben pensate e bene realizzate e con un tema caro ai dignanesi: “Le nozze istriane” di Antonio Smareglia.

Le radici bumbare del Maestro
Del Maestro, delle sue radici bumbare (il padre, Francesco Smareglia era di Dignano, mentre la madre, Giulia Stiglich di Icici) e degli importanti anniversari legati al Maestro che si celebrano quest’anno (il 170.esimo della nascita e il 95.esimo della morte) ha detto in apertura della mostra il presidente della CI dignanese, Maurizio Piccinelli. Non ha mancato di ricordare l’opera “Le nozze istriane”, ambientata a Dignano e che della località ha regalato alla storia artistica, operistica e musicale in genere le danze e i canti, tratteggiando personaggi “vivi”.
C’è stato quindi un intermezzo musicale, offerto da Lara Domić Djaković, del Centro studi di musica classica “Luigi Dallapiccola”, preparata da Orietta Šverko, che ha interpretato con eleganza la “Barcarola” di Smareglia.
Il compito di dire del Gruppo e dei lavori è spettato al responsabile, Igor Fabris. Ha ricordato che si è giunti alla 14.esima mostra del Gruppo di ceramica. Quest’anno ci si è concentrati sulle Nozze istriane, sui fatti narrati, sui costumi, sui personaggi. prima di tutto è stato necessario leggere il libretto (Luigi Illica) per definire i momenti salienti della narrazione, individuare i rapporti tra i protagonisti… Ne sono scaturite 13 sculture e 22 quadri. Le artiste? Eccole: Luciana Pačić, Maria Capolicchio. Elizabeta Šćulac, Albina Han, Egle Rojnić, Alda Piccinelli Cetina, Marta Macan, Gracijela Licul e Ana Pačić.

Dedizione, pazienza e… buona volontà
Breve intervento anche di Marta Macan, che ha detto delle esperienze creative, di quanto sia bello scoprire che da un blocco di argilla possa uscire tanto o… niente, se si dovesse sbagliare un passaggio. “Grazie a igor per la dedizione e la pazienza. Noi ci mettiamo tempo e buona volontà”.
Smareglia, quindi, e i suoi personaggi. La storia la conoscete, vero? Brevemente Lorenzo e Marussa sono innamorati, ma l’uomo, ahimé è povero. Di converso, un altro pretendente, Nicola, è ricco. Menico, il padre della donna, viene convinto dal violinista del villaggio Biagio a dare la figlia in sposa a Nicola. Marussa, che preferisce Lorenzo, viene tratta in inganno con la complicità di Luze, contadina di Peroi, e accetta di sposare Nicola. ll giorno delle nozze viene svelato l’inganno e finisce a colpi di lama tra Lorenzo e Nicola e il primo perde la vita.
Nei lavori delle ceramiste c’è tutto: amore, solitudine, desolazione, inganno e nei volti dei personaggi si legge il loro carattere. Un consiglio? Andate a vedere la mostra. come detto è ospitata nella galleria Loggia e sarà visitabile ogni giorno (festivi inclusi) fino al 7 luglio dalle 9.30 alle 12.
La piazza poi è diventata… rumorosa con la Tu i tamo band, che ha intrattenuto il pubblico, portando i presenti a un gioco col fuoco, offerto dalla Cirkus NIT: vere e proprie acrobazie con le fiamme. Poi la fiamma si è fatta… importante, con l’accensione del fuoco di San Giovanni al centro della piazza e ben presto i coraggiosi (o spericolati?) si sono messi a saltarci oltre. C’è stato anche uno scontro a mezz’aria, tra le fiamme, probabilmente figlio della disattenzione, ma è finito con un capitombolo. Infine, di nuovo i musicisti hanno intrattenuto il pubblico.

La disperazione di Marussa nei gesti e nei versi.
Foto: CARLA ROTTA

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