Spegnete le luci e godiamoci i film

Alcune pellicole girate in Istria

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Spegnete le luci e godiamoci i film

Né Hollywood né Bollywood, però l’Istria si difende bene anche in termini cinematografici. Non è una fabbrica di celluloide (per quanto ora i film nemmeno conoscono il materiale, ma è un luogo comune), ma partecipa alla creazione di sogni. Diciamo che per la sua felice configurazione, la penisola bene si presta a fare da location alle più disparate situazioni. Serve il mare? Eccolo. Un po’ di montagna. Un attimo e la serviamo. Borghi medievali, città mediterranee, lande deserte… basta chiedere. In un attimo eccola teatro di guerra, avventura, spionaggio, amori, tradimenti, sparatorie, inseguimenti. In effetti non sono pochi i film che almeno per alcune riprese sono stati girati in Istria. Impossibile citarli tutti. Tra i tanti ne abbiamo scelti alcuni che ci sembrano forse più rappresentativi. E poiché ogni scelta è una rinuncia, altri ne sono rimasti fuori. Speriamo di non offendere qualche cinefilo. Spegnete le luci.

 

Marinai senza stelle

È del 1949 “Marinai senza stelle”, diretto da Francesco De Robertis e che vede nel cast Antonio Gandusio, Cesarina Gheraldi, Tito Stagno, Otello Venturi, Vittorio Mattiussi, Anselmo Anselmi. Alcune scene sono state girate a Fasana e Pola. Il film narra di alcuni ragazzi che s’imbarcano per una crociera istruttiva su due brigantini come marinai-ragazzi, perciò senza stellette o senza stelle. Ma viene impartito l’ordine di rientrare, nell’imminenza della guerra. Le imbarcazioni, allora, attraccano in un porticciuolo presso Trieste, i viaggiatori scendono e sono alloggiati in un castello. I brigantini vengono rimorchiati, ma due ragazzi clandestinamente salgono a bordo infiltrati su navi da guerra e arrivano a Trieste, dopo aver subito un attacco aereo.

La grande strada azzurra

”La grande strada azzurra” (1957) trasforma in set Rovigno, Umago e Orsera. Il film, diretto da Gillo Pontecorvo, è stato interpretato da Yves Montand, Alida Valli, Francisco Rabal, Mario Girotti (Terence Hill), Federica Ranchi e Peter Carsten. Ecco la trama del primo lungometraggio di Pontecorvo. Tra i poveri pescatori dell’arcipelago, Squarciò (Yves Montand), che pratica illegalmente la pesca con bombe esplosive, è l’unico che goda di una certa agiatezza. Il maresciallo, vecchio amico di Squarciò, benché sia a conoscenza dei suoi metodi, non ha le prove per poterlo incastrare. Un giorno un giovanotto disoccupato di cui Diana, la figlia di Squarciò è innamorata, ruba l’esplosivo per conto del pescatore. Scoperto dal maresciallo, tenta una fuga disperata e muore. Il maresciallo, sconvolto, si dimette e il suo sostituto cerca di aumentare la sorveglianza grazie all’apporto di un potente motoscafo. Mentre gli altri pescatori propongono di costituire una cooperativa, Squarciò si procura una barca più potente. Colto in flagrante dal nuovo maresciallo, Squarciò è costretto a liberarsi della barca e con il tempo, capisce di essere rimasto solo: perfino negli occhi dei suoi figli legge una tacita disapprovazione.

La guerra continua

E veniamo al 1962, allorché a Valle e Rovigno vengono girate alcune riprese de “La guerra continua”, diretta da Leopoldo Savona, con George Gonneau, Jack Palance, Giovanna Ralli, Serge Reggiani, Folco Lulli, Venantino Venantini e Vida Levstik. Narra fatti sucessi dopo l’8 settembre 1943. Cinque soldati italiani fuggono da un carcere militare e salgono su un treno diretto verso il sud. Alcune donne fermano il treno e si uniscono ai cinque evasi. Tra queste c’è Italia, una ragazza semplice e di facili costumi che simpatizza subito con Alberto, un ex tenente. Durante una sosta del treno tre soldati tedeschi vengono uccisi. La reazione nazista non tarda a farsi sentire. Il treno viene bloccato, ma i cinque uomini e Italia riescono a mettersi in salvo. Mentre si riposano, spossati dopo una lunga corsa, scoprono un paracadutista americano rimasto solo dopo che i suoi compagni sono morti su un campo minato. L’americano deve far saltare un ponte: Alberto e uno dei cinque lo aiutano, ma il tentativo non riesce. I tedeschi, per rappresaglia, impiccano alcuni ostaggi del paese vicino e stanno per uccidere altri civili. L’americano, coadiuvato dagli italiani, attacca la postazione tedesca e libera gli ostaggi. L’azione è riuscita, ma Alberto ed altri suoi compagni cadono eroicamente durante il combattimento.

Solo contro Roma

Nel 1962 si girò anche a Pola, dove trovò ambientazione “Solo contro Roma”, diretto da Luciano Ricci, con Riccardo Freda, Lang Jeffries, Rossana Podestà, Philippe Leroy, Gabriele Tinti e Đorđe Nenadović.

Il console romano Lucio Svetonio, dopo avere conquistato la città di Alesia, lascia a presidiarla il tribuno Silla. Questi, contravvenendo ben presto agli ordini, si abbandona a vessazioni d’ogni genere, minando seriamente la pace concordata con i capi tribù, e facendo arrestare il figlio del capo della città, Gor, la figlia Fabiola e il fidanzato di quest’ultima, Brenno, che viene mandato a combattere nell’arena. Un giorno Brenno uccide un centurione troppo crudele e viene condannato a morte. Ma intanto, non sopportando oltre le prepotenze del tribuno, i cittadini di Alesia si ribellano. Brenno, Gor e i loro amici riescono a fuggire dalle prigioni e a unirsi ai ribelli. Mentre Brenno, ferito, ricade nelle mani di Silla, Gor raggiunge l’accampamento di Svetonio, mettendolo al corrente della situazione di Alesia. Svetonio ritorna ad Alesia e permette a Brenno di battersi con Silla che viene così ucciso. La pace torna nella regione.

Le lunghe navi

S’ispira al romanzo omonimo scritto dall’autore svedese Frans Gunnar Bengtsson nel 1941 il film “The Long Ships” (Le lunghe navi): Rolfe e Orm, due fratelli vichinghi, rubano la nave funeraria del re di Norvegia sequestrando sua figlia, la principessa Gerda e salpano alla ricerca di una campana d’oro di inestimabile valore, “La madre di tutte le voci”. Durante la navigazione però lo sceicco Aly Mansuh cattura Gerda – della quale si innamora – e Rolfe, per costringere l’avventuriero a recuperare per lui la preziosa campana.

Diretta da Jack Cardiff, la pellicola, girata parzialmente nel Canale di Leme, vede nel cast Richard Widmark, Sidney Poitier, Rosanna Schiaffino, Russ Tamblyn, Oskar Homolka e Beba Lončar.

Erik il vichingo

Stessa location anche per “Erik il vichingo”, girato nel 1965 per la regia di Mario Caiano, con Giuliano Gemma, Gordon Mitchell, Carla Calò++ (Carrol Brown), Eleonora Bianchi, Elisa Montès, Eduardo Fajardo ed Erno Crisa. Oltre che a Leme, le riprese erano state fatte pure a Pola. Per chi non l’avesse visto, ecco un sunto. Alla morte del re dei Vichinghi il potere passa al figlio, il vile e subdolo Eyolf, ed al coraggioso e audace cugino Erik. A causa delle vessazioni del re danese sulla popolazione vichinga, Erik decide di cercare una nuova terra al di là del grande mare. Dopo una lunga e avventurosa navigazione, insieme a un gruppo di vichinghi fra i quali sono anche due sicari di Eyolf incaricati di ucciderlo alla prima occasione, Erik sbarca sul continente americano. Qui stabilisce amichevoli relazioni con una tribù indigena ma suscita le ire di un capo indiano a causa della preferenza dimostrata verso di lui da una principessa della tribù. Erik ed i suoi fidi vanno incontro a peripezie e avventure causate dalla sfiducia di una parte degli indigeni e dalle malvagie trame dei due sicari di Eyolf.

Operation Cross Eagles

Le riprese del film “Operation Cross Eagles” (1968) portano a Daila Richard Conte per la regia e per i ruoli oltre allo stesso Conte, Rory Calhoun, Phil Brown, Rada Đuričin, Relja Bašić, Demeter Bitenc, Boris Cavazza e Danilo Turk. In questo thriller di guerra, ambientano nell’allora Jugoslavia durante la II Guerra mondiale, un gruppo di coraggiosi viene inviato per sequestrare un comandante tedesco, da scambiare per un generale Usa imprigionato in una fortezza tedesca.

Kelly’s Heroes

A.D. 1970. A Castellier-Santa Domenica, a Caroiba e a Visinada si gira “Kelly’s Heroes” (I guerrieri). La regia è di Brian G. Hutton e nel cast figurano Clint Eastwood, Telly Savalas, Don Rickles, Donald Sutherland, Jeff Morris, Stuart Margolin e Perry Lopez. La sceneggiatura era basata su un vero incidente avvenuto quando, dopo la caduta del regime di Hitler nel maggio 1945, un trasporto di lingotti d’oro dai nazisti fu rubato da criminali tedeschi in collaborazione con ufficiali americani e ufficiali delle SS tedesche. L’incidente fu coperto dalle forze armate statunitensi.

La rosa rossa

Ne “La rosa rossa” (1973) – regia Franco Giraldi, interpreti Alain Cuny, Elisa Cegani, Giampiero Albertini, Antonio Battistella, Margherita Sala e Susanna Martinkova, si riconoscono inquadrature di Valle, Albona e Rovigno. La storia si svolge negli anni immediatamente successivi alla I Guerra mondiale, in un paesello vicino a Trieste tornata italiana. Qui vivono il loro ormai stanco matrimonio Piero e Ines De Faralia. Dopo 30 anni di assenza, torna il conte Paolo Balzeri, generale dell’esercito austroungarico, cugino di Piero e padrone della casa in cui si trova l’anziana domestica Basilia e tanti ricordi, come quello di una rosa rossa, messa nella sua camera da una silenziosa ammiratrice quando era un giovane e brillante ufficiale. Fugando i timori dei De Faralia, la cittadinanza accoglie con benevolenza il nobile concittadino che, tuttavia, muore improvvisamente poco dopo aver scoperto Basilia nel gesto di deporre la solita rosa rossa. Ma era stata la domestica a compiere il gentile gesto tanti anni prima? Non è possibile saperlo, poiché anche Ines era tra le platoniche e romantiche ammiratrici del conte.

Cross of Iron

In “Cross of Iron” (1977), film diretto da Samuel Peckinpah, con James Coburn, Maximilian Schell, James Mason, Senta Berger, David Warner, Demeter Bitenc, Klaus Löwitsch, Slavko Štimac e Igor Galo, ha fatto da location Salvore. La storia. Nel 1943, nella penisola di Talman, in Russia, un battaglione della Wehrmacht agli ordini del colonnello Brandt tenta un’impossibile resistenza all’avanzata dei sovietici. Tra gli uomini che più si distinguono nell’impari lotta è il sergente maggiore Rolf Steiner. Prima di finire in ospedale per una grave ferita alla testa, Steiner si è inimicato – rifiutando di avvalorare una sua menzogna, che gli consentirebbe di guadagnarsi la “croce di ferro” – il capitano Stransky, un aristocratico prussiano che si è fatto trasferire a Talman proprio per conquistarsi quell’ambita decorazione. Quando Brandt dà l’ordine di ritirarsi, Stransky si vendica di Steiner lasciandolo all’oscuro della decisione. Benchè intrappolato, col suo plotone, nelle retrovie sovietiche, Steiner riesce egualmente a ritrovare il suo battaglione, al quale segnala, per radio, l’arrivo suo e dei suoi uomini. Stransky, allora, induce, il tenente Triebig – un ufficiale omosessuale che egli tiene in pugno – ad accogliere a colpi di mitra Steiner e il suo plotone. È un massacro, ma Steiner si salva, uccide Triebig e, pur risparmiando la vita a Stransky, lo riduce alla propria mercè. Un ultimo scoppio spazzerà via anche loro.

Il giro del mondo…

”Around the World in 80 Days”, ovvero “Il giro del mondo in 80 giorni” (1989) ha avuto come tappa di ripresa Pola e Aurania. La regia della pellicola è di Buzz Kulik. A… girare il mondo, Pierce Brosnan, Eric Idle, Julia Nickson, Peter Ustinov, Gabriele Ferzetti, Robert Morley, Roddy McDowall, Christopher Lee, Lee Remik e Robert Wagner. La storia dell’avventuroso viaggio figlio di una scommessa è ben che nota.

I promessi sposi

Quel ramo del lago di Como, cinematograficamente si è spostato a Rovigno, San lorenzo, Dignano, Zubini e Livade. Ebbene, sì: “I promessi sposi” (1989), diretto da Salvatore Nocita e con nel cast Danny Quinn, Delphine Forest, Alberto Sordi, Franco Nero, Burt Lancaster, F. Murray Abraham, Dario Fo, Valentina Cortese, Renzo Montagnani e Walter Chiari, è stato girato anche in penisola. La trama? Quella che abbiamo studiato a scuola.

Captain America

Moderno e fantascientifico “Captain America” (1990), diretto da Albert Pyun con Matt Salinger, Ronny Cox, Ned Beatty, Scott Paulin, Francesca Neri, Galiano Pahor, Demeter Bitenc, Milan Kristofić, Mario Kovač, Mia Begović, Matko Raguž ed Edith Lipovšek.
Trasformato in un supersoldato grazie al siero creato dalla dottoressa Vaselli, Steve Rogers diviene il paladino della giustizia Capitan America. Dopo uno scontro con la sua nemesi Teschio Rosso, finisce ibernato al Polo Nord. Risvegliatosi quasi cinquant’anni dopo, dovrà salvare il Presidente degli Stati Uniti dalle grinfie del suo vecchio nemico. Passando per Rovigno.

Titus

Di nuovo indietro nel tempo con “Titus” (1999), di Julie Taymor, con Anthony Hopkins, Jessica Lange, Alan Cumming, Osheen Jones, Jonathan Rhys Mayers, Matthew Rhys, Angus Macfayden, Raz Degan.

Il generale romano Tito Andronico torna a casa vittorioso, dopo aver sconfitto i Goti e aver fatto prigionieri la regina Tamora, i suoi tre figli Alabro, Chirone e Demetrio e il suo amante segreto, Aronne il Moro.
Ma solo quattro dei figli di Tito sono sopravvisuti al conflitto e il maggiore, Lucio, ricorda al padre che è giunto il momento di rispettare il macabro rituale religioso che impone ai generali vittoriosi di sacrificare un nemico agli dei. Tito fa dunque uccidere Alabro, nonostante le suppliche di Tamora affinchè sia risparmiata la vita al suo primogenito. Il generale non agisce per crudeltà, ma unicamente per devozione religiosa. La Regina dei Goti e i suoi due figli dunque, bramano vendetta. nella storia, anche Pola ha fatto la sua parte.

E via filmando

Oh, di film in film siamo arrivati agli anni 2000. E lo spazio ci manca. Avremo modo di parlare ancora di cinema, ma ci preme ricordare ancora qualche titolo: ”La Femme Musketeer” (2004, regia di Steve Boyum, con Gerard Depardieu, Nastassja Kinski, Michael York, Susie Amy, John Rhys-Davies, Allan Corduner, Casper Zafer, Christopher Cazenove; girato a Draguccio, Pisino, Bogliuno, Bellai); ”Season of the Witch” (2011, diretto da Dominic Sena, con Nicolas Cage, Ron Perlman, Claire Foy, Christopher Lee, Elen Rhys, Robert Sheehan, Stephen Campbell Moore; girato a Promontore); Red Tails (2012, regia di Anthony Hemingway, con Cuba Gooding Jr., Gerald McRaney, David Oyelowo, Nate Parker, Gerald McRaney, Terrence Howard, Michael B. Jordan; girato a Buie, Draguccio, Grisignana, Montona, Rovigno); ”Diana” (2013, di Oliver Hirschbiegel con Naomi Watts, Naave Andrews, Douglas Hodge, Geraldine James, Michael Madley, Cas Anvar; girato a Rovigno); ”The Borgias – Season 3/I Borgia – terza stagione” (2014; regia di Metin Hüseyin, Christoph Schrewe e Athina Tsangari, con John Doman, Mark Ryder, Isolda Dychauk, Assumpta Serna; girato a Vermo, Pisino, Pola e Sanvincenti); ”Crossing Lines – Season 3” (2015, regia Niall MacCormick, Sue Tally, Ashley Pearce e Kerric MacDonald, con Goran Višnjić, Elisabeth Mitchell, Donald Sutherland, Tom Wlaschiha; girato a Valle, Montona e Rovigno); ”Winnetou Trilogy: Winnetou and Old Shatterhand” (2015. regia di Philipp Stölzl, con Wotan Wilke Möhring, Nik Xhelilaj, Iazua Larios, Milan Peschel, Jürgen Vogel e Gojko Mitić; girato in Cicceria, Vela Draga, Aurania, Lupogliano e Monte Maggiore); ”A Real Vermeer” (2016, di Rudolf van den Berg, con Jeroen Spitzenberger, Lize Feryn e Roeland Fernhout; girato a Pola e Grisignana); ”Renegades” (2017, di Steven Quale, con J.K. Simmons, Sullivan Stapleton, Charlie Bewley, Sylvia Hoeks, Alain Blažević e Denis Brižić; riprese a Grisignana e Colmo); ”Intrigo: Death of an Author” (2018, di Daniel Alfredson, con Ben Kingsley, Tuva Novotny, Veronica Ferres, Michael Byrne, Benno Fürmann e Gordan Kičić; riprese a Marlera); ”McMafia – Season 1, episode 3, Troubles at Sea” (2018, di James Watkins, con James Norton, Juliet Rylance, Caio Blat e Merab Nindze; girato a Rovigno), ”Robin Hood -The Origins” (2018, di Otto Bathurst, con Taron Egerton, Jamie Foxx, Eve Hewson, F. Murray Abraham, Jamie Dornan, Ben Mendelsohn e Tim Minchin; girato a Piemonte e lungo la Parenzana); ”The Hitman’s Wife’s Bodyguard” (2020, di Patrick Hughes, con Salma Hayek, Samuel L. Jackson, Ryan Reynolds, Morgan Freeman e Antonio Banderas; girato a Momiano, Rovigno, Dignano e
Cittanova).

Tanti anche i film di produzione jugoslava e croata. Ma come detto, lo spazio è finito. Alla prossima, magari.

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