La «vita» col Covid

Convivialità e socialità, un bisogno più forte dei divieti e delle raccomandazioni. Confuse e, spesso, contraddittorie

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La «vita» col Covid

Siamo nel pieno di un periodo che, in condizioni normali, sarebbe all’insegna della socialità e della convivialità, e che ci vede invece tempestati di raccomandazioni, divieti e indicazioni. Spesso contraddittorie. C’apprestiamo a salutare questo 2020 così difficile, un anno da prendere decisamente a… calci, augurandoci un 2021 diverso. Non ci si rassegna alla desolazione che ci circonda, proporzionale al desiderio di scordarcela per almeno una notte, quella che detiene il titolo di “più pazza dell’anno”. Il lockdown, anche se parziale, ci priva di molte libertà a cui, razionalmente, si può anche rinunciare. Riesce difficile ai giovani che, senza dubbio, risentono maggiormente delle limitazioni. Da diversi giorni sono in corso le prove generali per la notte di San Silvestro, ben riuscite già nel giorno e nella vigilia di Natale in cui chi ha voluto festeggiare ha festeggiato, alla vecchia maniera, ma con modalità consentite dalle incoerenti misure epidemiologiche di contenimento del Covid. Si riuscirà a convincere la gente, soprattutto i giovani, ma non soltanto quelli, a comportarsi in modo responsabile a Capodanno? A chiederselo è il buon senso, che non sempre funziona, soprattutto quando quelle stesse autorità, che dovrebbero dare il buon esempio, dimostrano invece atteggiamenti tutt’altro che convincenti.
Che dire? Per una settimana sono rimaste in vigore – per poi venire abolite ieri, in seguito al forte sisma che ha colpito Petrinja e la Regione di Sisak e della Moslavina – le limitazioni nella circolazione da una Regione all’altra. Può muoversi chi ha dei buoni motivi, di salute o di lavoro, un soggiorno prenotato o altre, comprovate, valide ragioni per varcare il confine amministrativo. Alla task force della Protezione civile è stato assegnato il compito di valutare le richieste e di rilasciare i permessi. Ecco che cosa, invece, è capitato a qualcuno.
Due fidanzati, fiumani, hanno prenotato un appartamento in una località istriana, ben prima delle restrizioni. A uno il permesso è stato rilasciato, all’altra no. Come mai? In ogni caso, non c’è bisogno di essere in apprensione per il destino della giovane coppia che, con un po’ d’ingegno e la benedizione del datore di lavoro, disposto a certificare la necessità dello sconfinamento, riuscirà ad “aggirare” il divieto. Conosciamo il caso freschissimo di un’altra coppia, legalmente sposata con prole, residente a Fiume. Lui, istriano, ha chiesto di poter raggiungere la madre anziana ad Albona. Il permesso gli è stato negato. Lei, invece, ha chiesto di poter andare ad aiutare la suocera e la task force ha concesso disco verde. Sono soltanto due casi di comprovata stravaganza di un provvedimento fatto ad hoc, per cercare di raggiungere indenni il 2021 o, se non altro, con perdite minime.

I giovani sanno come adeguarsi al periodo che stiamo vivendo

Assembramenti nonostante tutto
Quando si parla di perdite, ci sono anche quelle, in termini di profitto, a cui sono costretti in questo periodo i ristoratori. La categoria è sicuramente tra le più colpite, ma c’è chi lo è di più e chi lo è di meno. Anche nel giorno di Natale in Corso e in altri punti del centro cittadino c’è chi ha continuato a offrire i propri servizi. Hanno potuto lavorare, senza fruire dei tavolini, i locali che hanno anche un’offerta gastronomica o di dolci. Formalmente, sono locali autorizzati per la vendita “da asporto”, ma in effetti vi si può ordinare di tutto. Nei punti di mescita da cui uscivano indisturbati il vin brulé, grappini e birra, si sono verificati più che spesso i tanto sconsigliati assembramenti. Il fenomeno andrebbe affrontato con misure repressive. “C’abbiamo provato – ci ha assicurato una guardia comunale –, ma la gente, dopo essersi allontanata per qualche minuto, è tornata a rifornirsi e a socializzare pochi metri più in là, come fanno i piccioni”. In alternativa, ci si incontra nei parchi dove le feste notturne, sospese a causa delle condizioni meteo degli ultimi due giorni, lasciano dietro di sé un’ecatombe di lattine e bottiglie di birra, costringendo agli straordinari gli addetti della municipalizzata “Čistoća“, preceduti con le prime luci dell’alba dai raccoglitori dei vuoti con rimborso di 0,50 kune. Rimane, comunque, di tutto. Ci sono poi le feste in casa, in “autoassembramento”, incontrollabili. Ve ne saranno soprattutto a Capodanno. La curva dei contagi in Croazia e nella nostra Regione è in calo, ma questo evidentemente non c’incoraggia a restare responsabili, anzi, ci spinge a una sorta di disobbedienza civile, o meglio, incivile, la stessa che porta una parte della popolazione a dubitare anche del vaccino appena arrivato. State buoni se potete… è anche il titolo di un film italiano del 1983, che possiamo raccomandare, disponibile integralmente su YouTube.

Anche nell’era Covid l’allegria non manca
Le “impronte” del servizio d’asporto
Nonostante i bar chiusi, non si rinuncia a una chiacchierata all’aria aperta

Spazzatura post festa…
…e anche qualche accessorio

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