Pola. I graffi del tempo sull’hotel Riviera

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Pola. I graffi del tempo sull’hotel Riviera
Il passaggio coperto, ma non troppo. Foto: CARLA ROTTA

Ci credereste? Era il più bell’albergo di Pola. E il suo fascino e la sua eleganza li ha conservati, anche se gli anni si fanno sentire e pesano non poco. Oggi, la porta d’ingresso dell’hotel Riviera, ha sui vetri alcuni fogli di carta recanti la triste scritta “Zatvoreno-Chiuso-Geschlossen”. Di ospiti non ne accoglie più da tempo. Dentro, dicono, tutto è da rifare. Se ci è concesso, anche fuori. Provvederà l’Arena Hospitality Group, l’ex Arenaturist che per anni l’ha gestito, non essendone però proprietaria. Lo è diventata nel 2020, dopo avere versato allo Stato 36,5 milioni di kune. L’AHG si era detta intenzionata a ridare splendore a questa bellezza decaduta, con un recupero capillare, per ricavarne un art hotel. quattro anni dopo l’acquisizione, siamo fermi a quello che era e forse con qualche crepa in più. I graffi del tempo e di una mancata manutenzione sono visibili ad occhio nudo, ma se per caso qualcuno fosse un po’ distratto e non vedesse i dettagli, ci sono le giornate di pioggia per sottolineare il bisogno di cura.

Avete presente il bel terrazzo al primo piano? Quello che coprendo il pianoterra crea un bel passaggio coperto lungo tutta la facciata anteriore, quella affacciata sul viale della Stazione e che guarda al mare? Ebbene: se cercate riparo in giorni di pioggia sotto questa struttura, vi bagnerete come pesci. Tubi discendenti, gomiti e canali pluviali sono corrosi al punto di presentare vistosi buchi e a volte spaccature che corrono lungo tutta la struttura. L’acqua quindi scende a cielo aperto. Ci vuole tanto per cambiare quattro tubi? Non è solo una questione di acqua che viene giù praticamente libera: finisce per bagnare la parete, con la pittura che si scrosta e peggio ancora, quando s’infila sotto l’intonaco. A rendere tutto più interessante il fatto che al pianoterra dell’edificio hanno sede gli uffici del colosso alberghiero. Possibile che nessuno veda niente? O che veda ma che non se ne curi. Va bene che si è in attesa di un intervento più profondo e onnicomprensivo, però a questo punto è come se ci seccasse di cambiare una lampadina bruciata, perché tanto c’è da dipingere le pareti. e non fanno bella figura nemmeno le unità esterne (due) dei condizionatori d’aria, appiccicate sulla facciata neobarocca. E dire che basterebbe un pizzico di buonsenso e di rispetto.

La pittura che si sta scrostando.
Foto: CARLA ROTTA
Segni inequivocabili di usura.
Foto: CARLA ROTTA

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