La Voce arriva nei Paesi Baschi

Abbiamo parlato con Oskar Sarriugarte di Durango, collezionista di giornali: gli mancava il nostro quotidiano. Ora non più...

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La Voce arriva nei Paesi Baschi
Foto: PER GENTILE CONCESSIONE DI OSKAR SARRIUGARTE – [email protected]

Tra le tante cose per le quali ritengo nessuno possa invidiare un caporedattore è il fatto di ricevere quotidianamente alcune centinaia di e-mail. Cestinati gli inevitabili messaggi indesiderati (SPAM), ci si trova costretti a visionare tutti gli altri, imbattendoci in numerosi messaggi di posta elettronica i cui autori non rispettano la “netiquette”, ossia il galateo delle e-mail. Seguire le regole di buon comportamento quando ci si scambia email, riduce drasticamente le possibilità di malintesi, come pure il rischio che una mail venga cestinata pur non meritando questa sorte. Ad esempio, sarebbe quanto mai opportuno l’utilizzo di un indirizzo e-mail professionale per facilitare l’identificazione della e-mail come proveniente da un’azienda o un ente conosciuto, aumentando i suoi tassi di apertura. Per non parlare della necessità di scrivere un oggetto chiaro ed esplicativo.

Insomma, non è nostra intenzione trasmettere i fondamenti della e-mail netiquette, bensì quella di segnalare una e-mail giunta il 15 maggio scorso all’indirizzo della Voce e inviata da “nome e cognome”. La cosa ci ha incuriositi e dopo aver verificato che non si trattasse di una SPAM, siamo andati a leggerla: “Saluti dalla Spagna. Sono un collezionista di giornali da tutto il mondo e attualmente ne ho più di 6.800 diversi da 150 paesi. Vorrei avere nella mia collezione una copia del vostro quotidiano LA VOCE DEL POPOLO e pertanto chiedo la vostra collaborazione. Firmato: Oskar Sarriugarte”.
([email protected])

Emerofilia… acuta
Questa categoria di collezionismo, una sorta di “emerofilia”, ha pungolato il nostro interesse e, naturalmente, LA VOCE DEL POPOLO (assieme ad altri due quotidiani croati che mancavano alla sua collezione, tra cui il Glas Istre) ha fatto il suo bel viaggio fino a raggiungere la cassetta postale di Oskar, il nostro collezionista di quotidiani, nei Paesi Baschi. Dopo alcuni contatti, lo abbiamo pregato di rispondere ad alcune nostre domande per motivi meramente… giornalistici, ossia per poter parlare di questa passione che richiede, oltre alla perseveranza e alla tenacia, anche un bel po’ di spazio…

E allora, Oskar, ci parli un po’ di sé…
“Mi chiamo Oskar Sarriugarte e sono nato nell’ottobre del 1965 a Durango, dove risiedo tutt’oggi. La mia lingua madre, quella che uso abitualmente, è l’euskara (ne praliamo a parte), una lingua di origine sconosciuta che si dice essere una delle più antiche d’Europa”.

Durango è una piccola città di 30.000 abitanti situata nel centro dei Paesi Baschi, a 35 km da Bilbao, 40 da Vitoria, 71 da San Sebastián e 130 da Pamplona, che sono le città più importanti dei Paesi Baschi.

Studi di giornalismo
“Ho studiato giornalismo, ma ho esercitato la professione solo per due anni perché le condizioni lavorative e salariali non erano buone. Ho iniziato pertanto a lavorare in un’officina meccanica di proprietà della mia famiglia. Ci lavoro ancora e spero di continuare per qualche altro anno, fino a quando potrò andare in pensione. Sono sposato con Miren Itziar, che è insegnante di matematica, e ho due figli: Leire, di 25 anni, che ha studiato Matematica e lavora già, vivendo fuori casa, e Iker, di 22 anni, che sta ancora studiando Chimica all’università”.

La passione per l’Athletic Club
“Tra le mie passioni spicca il calcio: tutta la famiglia è socia dell’Athletic Club e quest’anno siamo riusciti a vincere la Coppa, 40 anni dopo l’ultima volta. È un club peculiare perché i nostri giocatori sono nati o cresciuti nei Paesi Baschi e la squadra ha giocato sempre in prima divisione, senza mai retrocedere”.

Quella dell’Athletic Club di Bilbao è una storia che merita certamente un capitolo a parte, ma veniamo ora alla sua collezione…

Collezione in continua crescita
La mia grande passione è collezionare giornali quotidiani: attualmente ne ho catalogati 7183 diversi, provenienti da 187 Paesi di tutto il mondo e scritti in 104 lingue. Tutto è iniziato nel 1983, quando ho iniziato a conservare diverse testate di giornali e, poco a poco, sono riuscito a raccogliere alcune decine di giornali, principalmente dalla Spagna e dalla Francia. Successivamente ne sono arrivati alcuni dalla Germania, dall’Italia, e così via, e poi ho continuato a collezionare giornali da tutto il mondo. Tutti i miei amici che viaggiavano mi portavano giornali e così la collezione è cresciuta.

Il grande salto è stato internet: ho potuto iniziare a comprare giornali da tutto il mondo, sia antichi che contemporanei. Questo è stato un salto di qualità molto importante, ma quantitativamente il grande salto è stato iniziare a contattare persone in India, dove esiste una quantità incredibile di giornali (solo a Mumbai se ne pubblicano più di 800 diversi). Ho più di 1000 giornali quotidiani dall’India, quasi 800 dalla Spagna e più di 600 dalla Germania. Il più antico che possiedo è una copia del The London Chronicle del 1772.

L’archiviazione di fine anno
Ma quanto spazio occupano?
I giornali li tengo immagazzinati in una soffitta di casa mia, in condizioni non proprio ottimali. Spero che, una volta in pensione, e disponendo di più tempo, potrò trasferirli in un locale meglio attrezzato e conservarli in modo più sicuro e migliore in ogni caso. Alla fine di ogni anno li riordino e controllo, perché è questo il periodo in cui mi metto ad archiviare quelli raccolti nel corso dell’anno. Questa è una collezione infinita perché, sebbene oggi in Occidente vengano pubblicati sempre meno giornali cartacei, esisteranno sempre quelli pubblicati in passato e ci sono Paesi dove vengono pubblicati moltissimi quotidiani: India, Pakistan, Bangladesh, ecc.

Oskar ci ha fatto capire di non essere né l’unico e neppure il “migliore”. In Francia esiste un altro collezionista, François Mans, la cui collezione è 100 volte migliore della mia, sia qualitativamente che quantitativamente. Ogni anno ci scambiamo alcuni giornali. Ci sono anche alcuni collezionisti in India, ma loro li collezionano in modo diverso, senza criteri chiari.

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