ETICA E SOCIETA’ Il voto dei giovani e l’estrema destra

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ETICA E SOCIETA’ Il voto dei giovani e l’estrema destra

Sto scrivendo da Berlino, dove mi trovo in quanto ospite dell’Università di Potsdam. La città è la sede ideale per il tema che discuto oggi – la crescita della destra estrema. La preoccupazione coinvolge molte persone in Germania e nel resto dell’Europa. Qui ho potuto avvertire l’apprensione in modo particolarmente sentito. Cosa peraltro normale, se li ritrovano in casa. Inoltre, quando viaggio per lavoro i miei contatti sono prevalentemente negli ambienti universitari che sono specifici e raffigurano le concezioni e i pensieri politici in modo non del tutto rappresentativo del resto della società.

Un tema del quale si parla intensamente è il voto dei giovani. In Germania il diritto al voto è stato abbassato a sedici anni, con particolare insistenza dei Verdi. Non so se la motivazione fosse di principio o, invece, la convinzione che il voto dei giovani avrebbe favorito proprio questa formazione. Nell’opinione della commentatrice Katja Hoyer si è trattato di un calcolo sbagliato e fondato su un’interpretazione parziale degli orientamenti di questa fascia di elettori. I Verdi avrebbero sviluppato una convinzione illusoria basandosi sull’attivismo della protesta climatica. In realtà, questo avrebbe rappresentato una fascia sociale specifica della popolazione giovanile. Ovvero, i due terzi delle persone coinvolte nell’attivismo si identificavano come provenienti dalla classe medio alta, o alta. Il commento di Katja Hoyer è che le persone provenienti da famiglie delle classi meno abbienti sarebbero rimaste invisibili, poiché concentrate sulle possibilità di trovare un lavoro pagato in modo adeguato e un’abitazione finanziariamente accessibile.

In realtà, si tratta di problemi reali e sentiti. Ne ho avuto testimonianze dirette da alcune persone giovani con le quali ho potuto parlare. Il risentimento iterato è indirizzato nei confronti del precariato nel lavoro, i redditi troppo bassi rispetto ai costi, le prospettive incerte e le difficoltà estreme nel trovare un’abitazione.

Qualcuno vede la causa della vasta adesione dei giovani alla destra estrema nell’abilità dell’AfD nell’uso dei social. Il Deutsche Welle ne riporta un esempio, un messaggio del candidato Maximilian Krah. Questo è il testo: “Un terzo dei maschi giovani in Germania non ha mai avuto una ragazza. Sei uno di questi? Non guardare la pornografia, non votare verde, esci all’aria fresca. Abbi fiducia in te stesso. Soprattutto non credere che devi essere gentile e tenero. Gli uomini veri sono schierati con la destra estrema. Gli uomini veri sono patrioti. È questo il modo per trovare una ragazza”.

In questo messaggio c’è di tutto ed è difficile ricostruire un filo razionale. Eppure, non si può negare l’abilità di rivolgersi con espressioni che puntano alla percezione emotiva. Alla frustrazione per non avere una ragazza e agli sforzi per il superamento della timidezza e dell’isolamento sociale. Queste emozioni si intersecano con l’invito ad aderire alla destra estrema e ai suoi valori (o all’interpretazione di valori condivisi con altre perone, come il patriottismo).

Comunque sia, le persone giovani non hanno votato come forse sperato dai Verdi. Le preferenze indirizzate alle formazioni conservatrici e alla destra estrema dell’AfD comprendono circa i due terzi dei loro voti. Non mi soffermo sulla capacità di comunicare sui social. Questa dimensione è studiata da persone con competenze specifiche e non vorrei addentrarmi in un campo del quale so poco o nulla. Mi limito a dire che non mi allineo con quelli che dicono che siamo arrivati a una sconfitta della democrazia se gli esiti elettorali si giocano con i messaggi ad effetto sui social. La sconfitta sarebbe presente se tutto si riducesse a questo. Ma di per sé saper comunicare con messaggi chiari e decisi, anche se di scarso contenuto, è importante nella competizione politica da molto tempo. Non vedo quest’enorme novità.

Penso che i problemi veri delle sinistre risiedano nella difficoltà di articolare soluzioni ai problemi sociali in grado di apparire convincenti nei messaggi e nella pratica. E forse nell’identificazione di personaggi convincenti nel proporle. Un peso deriva anche dal farsi portatrici delle necessarie politiche climatiche, condivise nei principi generali, ma impopolari quando si rivelano nei dettagli.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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