La Baviera anticipa il cambiamento

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La Baviera anticipa il cambiamento

Il risultato delle recenti elezioni svoltesi in Baviera, uno dei Land più ricchi di tutta le Germania sono ben noti. Il CSU, partner di coalizione del CDU di Angela Merkel, ha ottenuto il 37,2 p.c. dei consensi, il risultato più basso registrato dal 1950 ad oggi. Rispetto al 2013 la percentuale di voti è calata del 10,5 p.c. Ottimo invece il risultato conseguito dai Verdi che sono passati dall’8,6 p.c. al 17,5 p.c., diventando il secondo partito in Baviera. Nel Parlamento bavarese ha fatto ingresso anche il partito di estrema destra AfD, che ha ottenuto il 10,2 p.c. dei voti. L’SPD, complice la perdita dell’identità che contraddistingueva il partito che si batteva in primo luogo per la “giustizia sociale”, è crollato al 9,7 p.c. lasciando ampi spazi ai Verdi. Cinque anni fa, in Baviera, l’SPD e il CSU potevano contare sul supporto del 68 p.c. dell’elettorato, ma dopo le recenti elezioni questi due grandi partiti tradizionali che guidano la Germania sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, assieme non hanno superato il 45 p.c. dei consensi. In altre parole, la crisi che investe i partiti tradizionali riguarda anche la Germania. Considerato che i risultati citati sono stati registrati in Baviera – uno dei Land più sviluppati dove lo standard di vita e buono, dove si genera il 18 p.c. del Pil tedesco e dove il tasso di disoccupazione è fermo al 3 p.c. – viene spontaneo chiedersi per quali ragioni l’elettorato abbia deciso di punire i Democristiani e i Socialdemocratici? Le cause vanno cercate esclusivamente nella politica migratoria voluta dalla Merkel? Tutto sta ad indicare che questa sia soltanto una delle cause. L’appuntamento con le urne ha fatto emergere anche un altro fenomeno, i Liberi Elettori (Freie Wähler), una realtà che riunisce diverse associazioni di orientamento liberal-conservatore e che con l’11,6 p.c. dei voti è diventata la terza forza politica in Baviera.
Il CSU dunque non ha più la maggioranza assoluta nel Parlamento bavarese e dovrà trovare un partner di coalizione, forse proprio nei Verdi o negli Elettori Liberi. Anche in Baviera, dunque, nonostante sia stato arginato il rischio della deriva populistica e nazionalista, i cittadini esprimono in modo sempre più convinto la loro insoddisfazione con la politica UE impostata sui “tagli alla spesa” e sulla “disciplina fiscale”.
Anche in Baviera i cittadini guardano all’esperienza greca, dove un ruolo di primo piano è stato giocato dall’ex ministro delle Finanze tedesco e attuale presidente del Bundestag, Wolfgang Schäuble (CDU). Ma soprattutto i bavaresi ricordano bene i tempi in cui la politica improntata al risparmio voluta dalla coalizione CDU-CSU e Popolari ha portato al risanamento delle banche private.
Ora hanno riconosciuto questa matrice alla quale si è affiancata una politica migratoria che ha portato alla comparsa in massa di flussi illegali che hanno determinato numerose conseguenze negative (aumento degli episodi di violenza, difficoltà in tema di integrazione degli stranieri nella società…). È lecito dire, pertanto, che i Popolari e i Socialdemocratici non stanno perdendo voti esclusivamente a causa di una politica migratoria sbagliata, ma anche a causa del modo in cui stanno cercando di risolvere la crisi economica. La loro strategia, infatti, non tiene conto del fatto che la destra sta crescendo nella maggior parte dei Paesi membri dell’UE (Germania, Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Olanda…) e che sta proponendo ai cittadini un chiaro disegno politico spiegando che intende attuarlo non soltanto sul piano nazionale, ma anche su quello europeo. Con un atteggiamento diverso rispetto ai tagli alla spesa, agli immigrati, alla sovranità nazionale… la destra può risultare convincente ai cittadini insoddisfatti dell’attuale stato delle cose.
Ma non dobbiamo dimenticare che alla base delle tragedie della Seconda guerra mondiale sta proprio il nazionalismo che nei decenni scorsi non è scomparso. Si è soltanto affievolito sotto le pressioni che sono riuscite a spingerlo ai margini.

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