Trichilo a Pola: «CNI, ruolo di grande importanza» (foto)

L'ambasciatore della Repubblica Italiana in Croazia, ha incontrato nella sede della CI locale le massime cariche della CNI e i rappresentanti delle istituzioni

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Trichilo a Pola: «CNI, ruolo di grande importanza» (foto)
Paolo Trichilo, Tamara Brussich e Furio Radin. Foto Željko Jerneić

Prima visita agli italiani di Pola oggi, giovedì 9 maggio, per l’ambasciatore d’Italia a Zagabria, Paolo Trichilo, convocata con una rapidità notevole rispetto al tempo (breve) intercorso dall’insediamento, forse per ragioni di familiarità e amicizia già felicemente instaurate in occasione della sua missione in Slovenia. Trichilo è stato a suo tempo anche ambasciatore a Lubiana, e ora con l’arrivo a Zagabria è diventato l’unico titolare di entrambe le sedi consolari del Belpaese nei due Stati che si sono guadagnati l’indipendenza dall’ex Jugoslavia poco più di tre decenni fa. Una circostanza, questa, che oggi alla Comunità degli Italiani di Pola gli ha fatto esclamare parole come queste: “Credo che fare l’ambasciatore italiano in Croazia sia un grande onore e siccome io l’ho fatto anche in Slovenia, e credo anzi di essere il primo e l’unico in questa veste dall’indipendenza dei due Paesi, l’onore è duplice e ve lo dico con sincerità e non a beneficio delle telecamere perché la Comunità Nazionale Italiana è una realtà veramente di grandissima importanza e questo ruolo le viene sempre più riconosciuto”.

Foto di gruppo tra gli esponenti CNI e l’ambasciatore Trichilo. Foto Željko Jerneić

Realtà croata ed europea

A ricevere nella sede di via Carrara l’alto rappresentante della Repubblica italiana, le massime cariche dell’Unione Italiana e i rappresentanti della Comunità degli Italiani di Pola, nella fattispecie il deputato al seggio specifico al Sabor Furio Radin, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, il presidente della GE dell’UI, Marin Corva, il presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin, il console onorario Tiziano Sošić, la presidente della Comunità degli Italiani di Pola Tamara Brussich, la presidente e il vicepresidente dell’Assemblea della CI, Debora Radolović (preside dell’SMSI) e Sebastian Stell, Liana Diković del Servizio bibliotecario centrale per la CNI in Croazia, nonché i dirigenti (o sostituti dirigenti) scolastici Anna Giugno Modrušan per la SEI Giuseppina Martinuzzi e Serena Sirotić per la SI Rin Tin Tin.

Foto Željko Jerneić

Sentiti i discorsi di presentazione di ognuno e visto il video sulla CI di Pola realizzato qualche anno fa a titolo di illustrazione, conoscenza e referenza, Trichilo ha dichiarato di aver appreso con molta soddisfazione il lavoro delle scuole, degli asili, della biblioteca e dei dipartimenti universitari perché “prepara le nuove generazioni a un percorso di futuro di italianità nel nome dell’Europa”. Un’italianità che viene vissuta verso l’esterno con orgoglio, ha aggiunto, tanto più che la Croazia è Paese membro ed ora parte dell’area Schengen e dell’eurozona, quindi un Paese europeo a pieno titolo, ragione per cui “oggi è significativo che la CNI si trovi a vivere anche in una realtà croata e al tempo stesso europea che spiega anche questa facilità dei contatti delle scuole con le regioni italiane, questa permeabilità che è il risultato di una Europa unita che ha creato uno spazio unico di condivisione di merci e beni, ma soprattutto di cittadini”.

Tamara Brussich, Debora Radolović, Paolo Trichilo e Maurizio Tremul. Foto Željko Jerneić

Una minoranza vivace

“La Comunità di Pola è importante perché ha una storia importante e ha dato personaggi importanti alla CNI, una città che ha avuto sempre un’identità e una cultura operaie”, ha detto Radin parlando della storia degli italiani dell’Istria, ridotti loro malgrado a minoranza nel 1947 in seguito all’esodo di massa, che si è portato via l’85 per cento della popolazione, togliendole la linfa, il nutrimento, la sostanza. Ciò nonostante, come ha ricordato il parlamentare, questa minoranza si è mantenuta in vita facendo leva anche o soprattutto su strumenti di svago e occupazione del tempo libero: la televisione, in primo luogo, e attraverso quella il calcio e la politica italiana che hanno fornito il collante esile, ma decisivo nel mantenimento dell’essere italiano di Pola.

Foto Željko Jerneić

Maurizio Tremul si è agganciato al discorso intavolato da Radin, rimarcando la “centralità di Pola” in seno alla CNI, il suo primato per numero e importanza delle istituzioni italiane, il primato per fecondità nel generare personaggi di rilievo, il primato anche nelle operazioni di riforma dell’Unione Italiana negli anni della transizione dal vecchio ordinamento socialista all’organizzazione democratica del Paese e al sistema di economico e sociale capitalistico.

I tre deputati nati a Pola

Marin Corva si è poi unito al coro degli ammiratori della Comunità polese, dicendo che gli investimenti a Pola sono sempre stati importanti e lo saranno anche in futuro, tanto è vero che sono in corso di elaborazione i progetti per l’ampliamento della scuola elementare “Martinuzzi” che accusa da anni problemi di mancanza di spazio. In vena d’aneddoti, come tutti, anche Corva ha voluto sostenere la tesi di Pola come fucina di cervelli della CNI dichiarando che – cosa poco nota – tutti e tre i deputati italiani nei parlamenti di Croazia e Slovenia sono di fatto nati nella città dell’Arena: Furio Radin, il compianto Roberto Battelli, ma anche l’attuale deputato CNI a Lubiana, Felice Žiža.
Da parte del presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin, anche una considerazione sul fatto che le nostre CI non sono isole rispetto a una società che le raccoglie soltanto, perché presenti fisicamente, culturalmente, intellettualmente, politicamente ed economicamente e in tutti gli altri sensi che si possono attribuire al significato del termine “presenza”.
Gli ha fatto eco la presidente della Comunità polese, Tamara Brussich, ricordando il ruolo centrale del Dipartimento di studi in lingua italiana dell’Università degli studi di Pola, una componente universitaria sui generis sul territorio nazionale perché forma i futuri educatori e insegnanti elementari in lingua italiana, sicché la cosiddetta piramide scolastica italiana a Pola è completa dalla base alla sommità, la base essendo gli asili e la sommità il Dipartimento. Tuttavia le scuole italiane accusano carenze di personale che sono sempre all’ordine del giorno.
Seduta stante si è discusso a lungo anche di bilinguismo, e in questo contesto Radin ha ribadito che i diritti non piovono dal cielo, ma vanno conquistati e poi anche conservati, perché, come diceva Battelli, “anche i diritti si estinguono”, per cui l’impegno per mantenerli non termina mai.

«Mantenere sempre viva la memoria dei nostri caduti»

La prima visita ufficiale a Pola del nuovo ambasciatore italiano in Croazia, Paolo Trichilo, è iniziata dal Cimitero della Marina. Ad accompagnarlo erano presenti il console onorario a Pola, Tiziano Sošić, e la presidente della Comunità degli Italiani, Tamara Brussich, che assieme al diplomatico hanno fatto visita all’Ossario commemorativo dei caduti italiani, dove l’attenzione dell’ambasciatore è stata attirata in particolare dalla targa in memoria dei marinai della “Cesare Rossarol”, l’esploratore della Regia Marina Italiana colato a picco il 16 novembre 1918 (nei pressi di Lisignano) a meno di un miglio da terra con a bordo i suoi 134 marinai, dei quali soltanto 36 riuscirono a salvarsi. Il console onorario ha quindi spiegato che quella dell’Ossario non è la targa originale, ma una copia perfetta. Tamara Brussich ha, invece, aggiunto che un ceppo in memoria dei marinai caduti si trova anche a Lisignano.

Trichilo, Sošić e Brussich davanti alla targa in memoria dei marinai caduti della Cesare Rossarol. Foto Željko Jerneić

A margine della visita al Cimitero della Marina, l’ambasciatore si è detto contento nel constatare quanto sia ben tenuto l’Ossario dei caduti italiani e del lavoro fatto per mantenere sempre viva la memoria dei nostri caduti. “Cerchiamo di fare del nostro meglio”, ha commentato Sošić, precisando, però, che il consolato onorario è responsabile soltanto dell’ordinaria amministrazione e che il resto deve definito di concerto con il Municipio.
Dal Cimitero della Marina, Trichilo ha fatto tappa proprio alla sede del Consolato onorario di Pola. Ovviamente, ad accompagnare l’ambasciatore nella sua visita non poteva che essere Sošić, che subito ha presentato all’ospite d’eccellenza i nuovi sistemi di rilevamento delle impronte digitali e il sistema di acquisizione biometrica delle foto ricevuti in dotazione dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica Italiana, che hanno senza ombra di dubbio migliorato, facilitato e velocizzato i servizi offerti ai connazionali dal Consolato onorario.

Foto Željko Jerneić

“Il Consolato – ha spiegato Sošić – copre una circoscrizione piuttosto ampia, ovvero l’intera Istria ad esclusione dell’ex zona B”. Il console onorario ha quindi informato l’ambasciatore sul numero di carte d’identità e passaporti rilasciati dal suo ufficio, che sono circa 200 all’anno. “Insomma, il lavoro non manca”, ha commentato Sošić, il quale ha poi dichiarato che – sebbene il consolato onorario offra i suoi servizi soprattutto ad appartenenti alla CNI in possesso della doppia cittadinanza – negli ultimi anni non sono mancate le richieste da parte di cittadini italiani trasferitisi temporaneamente o definitivamente in Istria e a Pola, dove tra l’altro hanno aperto attività come ristoranti o, nel caso di Rovigno e Fasana, gelaterie artigianali. Ascoltate con attenzione le parole del console onorario, Trichilo si è detto più che soddisfatto sia della visita che di quanto sentito. “Sono contento che abbiate un bel po’ di lavoro. Tra l’altro il senso dei consolati onorari è proprio quello di offrire un servizio di prossimità”. Per quanto riguarda i dati presentati da Sošić, l’ambasciatore ha detto trattarsi di numeri significati e in aumento, anche grazie alle nuove possibilità di servizio consolari fornite dal ministero.

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