Alla fine di via Tkalčić a Zagabria, meglio conosciuta come Tkalča, che ospita parte della movida della capitale ma anche i consueti ammassamenti di turisti stranieri, al civico 77, ha sede una piccola ma rinomata galleria artistica a gestione familiare.
“L’apertura di questo posto nel 2002 è la realizzazione di un sogno – esclama con fervore Zlatko Henc, vivace 75enne da un’energia fuori dal comune –. Dopo aver completato gli studi universitari, ho sentito il desiderio ardente di dedicarmi all’arte come professione. Volevo immergermi nel mondo dei quadri e commerciare con essi”, racconta, ricordando il momento in cui, da giovane, durante un viaggio a Parigi, rimase incantato da una piccola galleria dall’atmosfera suggestiva, chiamata “Mona Lisa”. Promise a sé stesso che, se mai ne avesse avuta una, l’avrebbe battezzata con lo stesso nome. Poi, un giorno, la sua attesa, seppur lunga, ha trovato compimento.
Un’avventura comune
“Al momento del pensionamento, mia moglie mi spronò a trovare un’occupazione. Immagino temesse il casino di trascorrere l’intera giornata con me in casa. Così, insieme ci mettemmo a pensare e decidemmo di dare vita a una galleria d’arte. Fortunatamente, sono riuscito a realizzare quasi sempre i miei desideri, ma la vera fortuna è stata avere al proprio fianco mio figlio Martin e mia figlia Marija, che si sono uniti a me in quest’avventura”.
“Io ero troppo giovane per immaginare quale carriera professionale intraprendere e poi, assieme a mia sorella venni letteralmente assorbito dall’entusiasmo di papà. Oggi 22 anni dopo, sono ancora qui e non mi pentirò mai di essere entrato nel mondo dell’arte. Mondo nel quale sei sempre a contatto con il concetto del bello e circondato con persone di un certo spessore culturale grazie alle quali puoi sempre imparare qualcosa di nuovo”, spiega Martin, figlio di Zlatko Henc.
L’utile e il dilettevole
Facendo visita a questa galleria, posizionata secondo Zlatko Henc in modo eccellente (non troppo esposta ma sempre nel cuore della città), abbiamo compreso meglio il suo funzionamento: ingresso sempre gratuito, opere esposte e pronte alla vendita. Quando c’è un’esposizione, si mettono via i quadri che usualmente sono in vendita (di proprietà familiare) e sulle pareti si appendono quelli della mostra. Le mostre attirano gli appassionati d’arte e la galleria acquisisce visibilità. I quadri che si espongono appartengono, in genere, ad un proprietario collezionista e non sono quasi mai in vendita. Nel frattempo, la galleria realizza puntualmente il catalogo di ogni mostra (e si tratta di cataloghi molto belli) al quale affigge il numero ordinale e che mette in vendita. Oltre ai cataloghi, il segmento editoriale della galleria è composto anche da monografie dei vari autori. Una volta finita la mostra, sulle pareti fa ritorno il consueto allestimento dei quadri in possesso degli Henc, che possono essere acquistati. E l’interesse degli amanti dell’arte è sempre alto, ad eccezione del periodo Covid, quando anche l’arte venne accantonata in secondo piano.
Interesse per le grafiche
Chiacchierando con Marija Gelo, abbiamo appreso che la galleria si concentra soprattutto su pittori croati, per i quali c’è tanto interesse. “Tra la popolazione più giovane, i quadri più interessanti sono quelli di Vatroslav Kuliš e Stipe Nobilo, dei quali suscitano molto interesse anche le grafiche”. Anche il funzionamento riguardante alle grafiche è interessante: costano meno rispetto ai quadri e quindi sono più accessibili alle masse, si stampano in serie e ogni grafica ha il proprio numero. Dev’esserci anche la firma originale dell’autore, sennò non hanno valore.
“I quadri in possesso della galleria appartengono quasi tutti ad autori vissuti nel XIX e XX secolo che corrispondono alla corrente moderna e contemporanea. Abbiamo opere di Oton Gliha, Zlatko Prica, Ivan Lacković Croata, Rabuzin, e tanti altri”, spiega la figlia di Zlatko Henc.La visita dell’ex presidente
Tra le varie esposizioni, nei 22 anni di attività, sono state allestite sculture e grafiche di Salvador Dalì, ma anche opere di Victor Vasarely, Leo (o Loris) Junek e Friedensreich Hudertwasser.
“Non dimenticherò mai, quando anche l’allora presidente della Repubblica, Stipe Mesić, venne ad assistere ad una mostra. La quantità di agenti volti a garantire la sua sicurezza e i rastrellamenti della zona dei giorni precedenti all’avvenimento furono una cosa impressionante. La cosa buffa è che, anni dopo, lo stesso Mesić, non più sotto incarico presidenziale, venne in veste privata, entrando nella galleria come un cittadino ‘semplice’”, racconta Marija Gelo.
Collaborazione con Asim Kurjak
“Non sono l’unico ad aver realizzato il proprio sogno: anche il noto medico Asim Kurjak, grande collezionista che vanta una gamma di 700 pezzi, ha portato a compimento il suo grande obiettivo. Proprio lui che, per professione è a stretto contatto con il mondo femminile, desiderava da tempo dare vita a una mostra di quadri dove il soggetto in primo piano sarebbe stata proprio la figura femminile immortalata su tela da volti illustri come Bukovac, Csikos e Iveković”, ricorda Zlatko Henc, il quale ha messo a disposizione dell’evento gli spazi della sua galleria. Il nome dell’esposizione era “Collezione Kurjak – il motivo della donna nelle opere degli artisti croati”.
“Era durata due settimane ed era stata la nostra 52esima esposizione, una di quelle che mi aveva reso estremamente fiero e che aveva scaturito un enorme successo. Anche Kurjak era molto soddisfatto e, nonostante le condizioni di salute sfavorevoli, si è dimostrato assai coinvolto, partecipando di persona all’evento inaugurale. È probabile che con Asim Kurjak si faranno nuove esposizioni su temi diversi, usando sempre quadri della sua collezione”, conclude Zlatko Henc.
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