Il rifugio «Risnjak» tornerà a risplendere

Il dicastero competente ha elargito poco più di 1,85 milioni di euro per i lavori di ricostruzione dell’edificio sorto nel lontano 1932, quando gli venne assegnato il nome dell’illustre botanico Josip Schlosser Klekovski

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Il rifugio «Risnjak» tornerà a risplendere
Il rifugio alpino “Risnjak” tornerà ai vecchi splendori grazie ai fondi elargiti dal ministero competente. Foto: Kristina Stedul Fabac/PIXSELL

“In questo momento il mio cuore è grande come il rifugio alpino sul Risnjak”. Ha iniziato così, ieri mattina, il proprio intervento a Crni Lug, dinanzi alle autorità, ai media e a tutti i presenti, il direttore del Parco nazionale del Risnjak, Mario Antolić, durante una conferenza stampa convocata in loco in occasione dell’assegnazione di circa 1,85 milioni di euro da parte del ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, per la ricostruzione del rifugio alpino “Risnjak”.

Situato tra gli altipiani del Gorski kotar, il rifugio “Risnjak” è un gioiello ricco di storia e d’inestimabile fascino, oltre che di grande importanza per chi abita in queste terre da più di novant’anni. Aperto nell’autunno del 1932, al rifugio venne assegnato il nome di Josip Schlosser Klekovski, in onore dell’illustre pioniere botanico e primo presidente dell’Associazione alpinistica croata.
Non sorprende, pertanto, la commozione di Antolić, il quale potrà assistere di persona al suo restauro, che dovrebbe venire avviato nella primavera del 2025. “Il rifugio, faro di accoglienza e riposo per gli esploratori dei nostri sentieri alpini, attualmente versa in uno stato di forte degrado – ha spiegato Antolić –, dovuto all’inesorabile trascorrere del tempo, alle intemperie e ai recenti atti vandalici che ne hanno minato l’integrità. Le sfide sono molteplici, dalla devastazione del tetto alle infiltrazioni causate dalle precipitazioni. Alla fine degli anni ‘80 c’è stata l’ultima ristrutturazione degna di nota e un ravvivamento delle attività, per cui non vediamo l’ora di vedere come si presenterà ai nostri occhi a lavori conclusi.
L’impegno investito nella cura e nella manutenzione del rifugio da parte di tutti coloro che lo hanno frequentato negli anni, chi regolarmente, chi anche per una sola volta nella vita, portandogli il giusto rispetto, ci obbliga oggi a riportarlo agli antichi fasti. Come direttore del Parco nazionale, ma anche come cittadino appassionato di montagna, ringrazio di cuore le autorità e tutti coloro che hanno avuto la giusta comprensione e la voglia di migliorare le condizioni di questo nostro rifugio. Non ci sono mai state incomprensioni e sono sicuro che la situazione con i rifugi alpini in tutta la Croazia verrà in futuro migliorata, se non risolta”.

Il saluto di Mario Antolić.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Impatto sul turismo e sull’economia
Di seguito si è rivolto ai presenti Luka Balen, direttore del Fondo per la protezione dell’ambiente e l’efficienza energetica, il quale ha evidenziato il lavoro svolto non soltanto nel settore energetico, ma anche nell’ambito dei progetti di gestione dei rifiuti, con un sostegno finanziario di quasi 40 milioni di euro elargiti negli ultimi due anni. “Siamo ben consapevoli di quanto il restauro di rifugi come quello del Risnjak siano importanti per l’ampliamento dell’offerta turistica, per la salvaguardia dell’ambiente e anche per il mantenimento della tradizione alpinistica della Croazia”, ha evidenziato Balen.
In… cattedra è salito quindi il ministro dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile, Damir Habijan, vestito appositamente in stile casual. “Vedo che gli altri non hanno avuto il mio medesimo coraggio nel presentarsi in versione sportiva”, ha detto il ministro tra i sorrisi dei presenti.
“Sono lieto di informarvi oggi in relazione ai fondi ministeriali garantiti per la ristrutturazione del rifugio alpino ‘Risnjak’ e grazie al contributo del Fondo per la Tutela dell’ambiente e l’efficienza energetica, per il cofinanziamento di questo e altri progetti simili. Confido che anche in futuro possa continuare l’eccellente collaborazione con tutti i direttori dei Parchi nazionali e naturali perché il loro impatto sul turismo e sull’economia è di inestimabile importanza. Il valore complessivo stimato dei lavori è di poco superiore a 1,8 milioni di euro.
Per quanto riguarda ulteriori progetti riguardanti questo settore, voglio subito annunciare che l’anno prossimo faremo il possibile per assicurare i finanziamenti necessari alla ristrutturazione nel rifugio sullo Snježnik e sullo Zavižan. Abbiamo ancora parecchio lavoro da fare”, ha affermato il ministro Damir Habijan.

L’intervento del ministro Habijan.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Investimenti fino al 2026
L’ultimo a prendere la parola è stato Igor Kreitmeyer della Direzione per la Protezione della natura in seno al ministero dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile. Kreitmeyer ha parlato degli investimenti previsti per le infrastrutture dei parchi fino al 2026, sottolineando il successo dei progetti passati e l’importanza di un continuo supporto economico.
“Tra il 2014 e il 2020 abbiamo realizzato 17 progetti nell’ambito dello sviluppo delle infrastrutture per i visitatori dei parchi, con sovvenzioni da parte dell’OPKK (Programma operativo Competitività e Coesione) di un importo complessivo pari a 56 milioni di euro. Anche il Fondo per la protezione ambientale e l’efficienza energetica ci è sempre stato vicino e non sono mancati nemmeno i fondi derivanti dal Bilancio. Ci siamo ripromessi di proseguire nel medesimo ritmo e come risultato di questo, grazie ai finanziamenti a fondo perduto dell’NPOO (Piano nazionale di ripresa e resilienza 2021-2026) abbiamo raggiunto le possibilità finanziarie per realizzare i progetti dei Parchi naturali Papuk e Žumberak al 100% e all’80% per tre nuovi progetti. Si tratta appunto del rifugio ‘Risnjak’, del rifugio ‘Visočica’ sul Velebit e della ristrutturazione della vecchia caserma nel Parco naturale di Lagosta (Lastovo). Il restante 20% sarà ottenuto dal Bilancio statale”, ha precisato nel suo intervento Kreitmayer.
I lavori sul Risnjak, come già affermato, potrebbero iniziare nell’arco di un anno. Prima ci sarà da sistemare la documentazione, risolvere tutta i cavilli burocratici, scegliere gli appaltatori e definire il piano d’azione. Tutto dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche durante i lavori.

Una lunga attesa
I fondi però ora ci sono, per cui non ci resta che aspettare prima di vedere completata l’opera. Terminerà, così, una lunga attesa che ridarà il meritato splendore a rifugi come quello del Risnjak. Un’attesa che ha provocato recentemente una serie di dibattiti e di tira e molla in ambito politico, quando all’inizio dell’autunno dell’anno scorso l’Associazione alpinistica croata e gli esponenti della piattaforma Možemo! (Morena Lekan e Dobriša Adamec su tutti) hanno reagito alla modifica della Legge sulla gestione dei beni statali organizzando forum e petizioni. L’intenzione dello Stato era prendere in gestione tutti i rifugi al di fuori dei Parchi nazionali e naturali dandoli in mano alle Regioni e agli stessi enti statali responsabili dei Parchi naturali e nazionali. Era sorto il timore che ciò avrebbe portato alla loro privatizzazione o addirittura allo spegnimento di alcuni di essi. I rifugi sono da sempre mecche capaci di garantire la sicurezza in montagna, soprattutto in condizioni meteorologiche poco favorevoli. Rimanere senza alcuni di essi, sarebbe stata una cosa grave, per non dire pericolosa. Oltre a ciò, avrebbero smesso di essere un bene pubblico e non più nelle mani delle associazioni alpinistiche, che se ne sono sempre prese cura meglio di chiunque.
I rifugi all’interno dei Parchi naturali e nazionali (come quello del Risnjak), invece, hanno uno status più sicuro e risultano automaticamente a carico dello Stato. Se lo Stato stesso non li tratta con la dovuta cura, la cosa rischia di diventare antipatica dal punto di vista mediatico.
Il piano, tuttavia, non è mai andato in porto e ora c’è la speranza che anche i rifugi non facenti parte dei Parchi nazionali o naturali, un giorno possano beneficiare del supporto finanziario degli organi statali per ottenere gli aiuti necessari per il loro funzionamento, offrendo alloggio quando serve e rimanendo sempre una risorsa di e per tutti.

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