Il commento del caporedattore: «Ferlin a mezz’asta»

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Il commento del caporedattore: «Ferlin a mezz’asta»
Foto Goran Žiković

Sembrava di sentire un trombone durante un assolo di violino. Era, invece, la voce di Robert Ferlin, il noto conduttore radiofonico e televisivo, che dalle onde di Radio Fiume annunciava il programma per il 3 maggio, la Festa della liberazione di Fiume dal fascismo. Tra le varie attività, anche una visita guidata al bunker Santa Caterina B, che faceva parte del Vallo alpino, il sistema di fortificazioni formato da opere di difesa voluto da Mussolini e costruito durante il ventennio fascista prima della Seconda guerra mondiale per proteggere il confine italiano dai Paesi limitrofi. Ebbene “visto che oggi celebriamo la liberazione di Fiume dal fascismo – così il nostro trombone – dovremmo mettere a mezz’asta la bandiera italiana che sventola sul balcone di Radio Fiume”, invitando poi addirittura l’usciere a farlo.
Visto che con il termine bandiera a mezz’asta si indica la pratica di issare e far sventolare una bandiera non alla cima del pennone, ma più in basso, poco sopra la sua metà, in segno di lutto, forse il “trombone” Ferlin non ha tutti i torti, ma siamo certi che in quell’occasione i suoi pensieri non erano rivolti ai tanti italiani, fiumani e istriani, che hanno sacrificato la propria vita in nome dei valori, dell’etica e del senso dell’antifascismo e nemmeno a tutti quelli che hanno abbandonato la propria terra nel periodo postbellico.
Insistendo sul paradigma “italiani uguale fascisti”, a mezz’asta non ci è finita e non ci finirà mai la bandiera italiana, bensì il discernimento, l’assennatezza e il buonsenso di Robert Ferlin, la cui sconsideratezza stride con tutti quei valori che vogliamo portare avanti e che vorremmo (dovremmo) trasmettere alle giovani generazioni.

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