Si torna a scioperare

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Si torna a scioperare

FIUME/POLA | Al 3. maj il tempo sta per scadere. Mercoledì saranno soddisfatte le condizioni di legge per l’avvio della procedura fallimentare. Nel caso non ci siano novità dell’ultim’ora, infatti, sarà scaduto il termine di 60 giorni di blocco ininterrotto del conto bancario della società. A riguardo i rappresentanti sindacali e i membri del Comitato di crisi hanno lanciato ai creditori diversi appelli chiedendo loro di sbloccare almeno per un giorno il conto “onde dare al cantiere altri 60 giorni per trovare una soluzione adeguata a garantire ai cantierini un futuro a Cantrida”. Se qualche novità in questo senso ci sia lo si saprà oggi dopo mezzogiorno. È a quell’ora, infatti, che i rappresentanti dei lavoratori e la dirigenza del 3. maj s’incontreranno per verificare se ci siano le condizioni per evitare che anche nello stabilimento di Fiume venga proclamato uno sciopero. Decisione già presa a Pola dai lavoratori di Scoglio Olivi. I sindacalisti, nelle dichiarazioni rilasciate ieri alle emittenti televisive nazionali, hanno parlato di “decisione inevitabile” considerato che gli stipendi non sono stati versati e che nessuna soluzione si sta delineando all’orizzonte. Ma quello che preoccupa ancora di più è la costante emorragia di lavoratori. “Avanti di questo passo non avremo con chi lavorare”, avvertono, facendo presente che se anche le ultime commesse rimaste al Gruppo Uljanik dovessero essere disdette sarebbe la fine della cantieristica a queste latitudini. Quanto invece al riformulato Programma di ristrutturazione, i vertici del Gruppo continuano a parlare di collaborazione con il Ministero dell’Economia, che però sostiene di non aver ancora ricevuto il documento in visione. Intanto, gli inquirenti stanno lavorando per capire la situazione finanziaria. Lo ha confermato ai microfoni della Radio croata il Procuratore capo

Dražen Jelenić, che ha assicurato: “Se e quando emergeranno gli estremi di illeciti la Procura di Stato farà tutto quanto rientra nelle sue competenze affinché i colpevoli rispondano”.

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