DOP «Istra» sia bilingue

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DOP «Istra» sia bilingue

È certamente positivo che Slovenia e Croazia abbiano trovato l’intesa per far registrare, a livello europeo, un marchio unico di denominazione d’origine protetta dell’olio extravergine d’oliva prodotto in Istria e nell’area liburnica: DOP “Istra” (la denominazione è iscritta nel Regolamento di esecuzione 2019/332 della Commissione europea del 20 febbraio 2019). Dopo lo sgradevole episodio della registrazione del marchio del Terrano da parte slovena, sembra che il buon senso stia prevalendo in favore di una ritrovata (si spera) proficua collaborazione e unità d’intenti. D’altronde, per potersi affermare in un mercato europeo e globale sempre più competitivo, dove si presentano sempre nuovi Paesi produttori con una politica commerciale agguerrita, la strada maestra è quella della sinergia e della cooperazione. Lodevole anche l’intento, che pare si voglia seguire, per la registrazione del comune marchio DOP per il miele, il formaggio di pecora, le salsicce istriane, la carne di Boscarin. Spero vivamente che questa strategia sarà seguita dai governi croato e sloveno anche in altri comparti economici.
Se da questo punto di vista, quindi, non possiamo che rallegrarci, lascia stupefatti che nella denominazione DOP “Istra” sia omessa la dicitura in lingua italiana. Certamente non solo gli appartenenti alla nostra Comunità, ma anche molti altri cittadini della regione, avrebbero di gran lunga preferito fosse stato registrato il marchio DOP “Istra-Istria”. Un’assenza inspiegabile considerato che la gran parte del territorio dove si produce l’olio extravergine di oliva è ufficialmente bilingue, sia nella parte slovena, sia in quella croata. Inoltre, moltissimi produttori di olio di oliva extravergine, tanti anche tra i migliori a livello mondiale, sono italiani.
Purtroppo, ancora una volta, è stato umiliato il carattere plurale dell’Istria. È un’occasione mancata, dal punto di vista etico e di principio, del rispetto della componente autoctona italiana della regione, del suo essere multiculturale, plurietnico e multilinguistico. È un’occasione mancata anche al punto di vista dello sfruttamento del brand dal punto di vista turistico ed economico. Infatti la denominazione DOP “Istra-Istria” è certamente più accattivante, unica, attraente e riconoscibile di quella monolingue.
Ma si può porre rimedio a questa situazione. Invitiamo tutti i partiti e tutti i candidati al Parlamento europeo della nostra area a farsi interpreti di un’iniziativa di modifica della denominazione in DOP “Istra-Istria”, che dia dignità alla storia e alla realtà di queste terre! Invitiamoli anche ad adoperarsi perché i prossimi marchi DOP che saranno registrati abbiano da subito la dicitura bilingue. Invitiamo i nostri rappresentanti ai Parlamenti sloveno e croato a sostenere, presso i rispettivi governi, questa richiesta.

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