60º MIQ. Un compleanno memorabile

Tra tradizione e innovazione, riviviamo le esecuzioni di protagonisti intramontabili e giovani speranze, per ripercorrere la storia del Festival attraverso canzoni e personaggi che ne hanno segnato il cammino

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60º MIQ. Un compleanno memorabile
La 60esima edizione della kermesse è stata una conferma della qualità. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Per le Melodie dell’Istria e del Quarnero (MIQ) il traguardo dei 60 anni è stato superato brillantemente, con sei serate ricche di canzoni vecchie e nuove, di ospiti e spettacolo. A due settimane dalla conclusione del Festival e nonostante il proliferare di appuntamenti che anticipano la stagione estiva, i protagonisti del MIQ trovano ancora ampio spazio sui media e molti dei titoli in gara hanno già fatto capolino nella Glista, la mitica classifica di Radio Fiume riservata ai successi del territorio.

Nemmeno i capricci meteorologici, che hanno ostacolato il Festival obbligando a spostare in spazi al coperto alcune delle tappe previste all’aperto, sono riusciti a fermare la carovana itinerante. Il team diretto da Andrej Baša, da trent’anni alla guida del MIQ, ha organizzato in modo impeccabile una rassegna capace di congiungere tradizione e rinnovamento, protagonisti intramontabili e giovani speranze, e di far ripercorrere con un po’ di nostalgia ma anche tanto divertimento la storia del Festival attraverso canzoni e personaggi che ne hanno segnato il cammino.
Al timone, in perfetta sintonia, abbiamo ritrovato Lena Stojiljković e Borna Šmer, affiancati nell’ultima serata da conduttori storici come Neva Funčić, Gloria Fabijanić Jelović, Helena Funčić, Uršula Tolj, Mario Lipovšek Battifiaca e Robert Ferlin. Pubblico da tutto esaurito in ogni località: Pisino, che ha inaugurato il Festival, poi Buccari, Castua, Ponte (sull’isola di Veglia), Sanvincenti, fino alla finale di Fiume, giovedì 6 giugno in piazza della Risoluzione fiumana.

Una kermesse di qualità
Come sempre il cuore del MIQ sono state le canzoni, eseguite rigorosamente dal vivo con l’orchestra diretta quest’anno da Frane Frleta e con il supporto dei quattro membri del coro. Per questa edizione speciale un’attenzione ancora maggiore è stata rivolta al livello qualitativo dei brani prescelti. Rispetto al passato, infatti, sebbene non siano mancati i classici motivi orecchiabili e spensierati che caratterizzano usualmente il Festival e che tutti fischiettano e intonano anche a distanza di anni, è stato molto ampio il numero di canzoni impegnate, con testi profondi e ritmi non scontati. La platea ha subito trovato i propri beniamini, mentre per la giuria degli esperti è stato difficile scegliere tra tanti brani meritevoli. È questo un altro dei pregi del MIQ, che contribuisce a promuovere l’uso del ciacavo e delle lingue minoritarie non come retaggi del passato ma come moderni strumenti per raccontare la realtà e i sentimenti attraverso tutti i generi e gli stili della musica leggera.

Tris di (nuovi) assi
A dominare l’edizione del 60esimo aggiudicandosi ben quattro delle sei serate è stato un trio di giovani interpreti: Dino Guščić, Matej Plavček e Jure Kaurloto. La loro divertente “Tri mladića” – composta e arrangiata da Robert Grubišić con testo di Robert Pilepić, accoppiata dal successo garantito – ha immediatamente raccolto le simpatie del pubblico e ha mantenuto la testa della graduatoria fin dalla serata d’esordio.
Non è la prima volta che un terzetto tutto al maschile conquista il Festival: c’erano già riusciti nel 2006 Voljen Grbac, Joso Butorac e Mirko Cetinski con “Prošeći se z manun po Kvarneru” e nel 2017 ancora Voljen e Joso, stavolta insieme a Edi Šegota, con “Živet će vavik naša beseda”. Brani divenuti due classici del Festival, e chissà che questi big non abbiano trovato nei vincitori di quest’anno dei validi successori.
Dino Guščić, di Arbe, aveva partecipato anche alle due edizioni precedenti con “Mene zove svet” e “Sad razumin”. Matej Plavček, che vive a Fiume ed è nativo di Pakrac, ha debuttato con successo nel 2023 con “Na vrh Učke” in coppia con Maja Miljavac. Jure Kaurloto, di Pago, era al suo debutto in gara, ma dal 2018 è parte integrante del quartetto di accompagnamento vocale del Festival ed è anche uno dei componenti della nuova formazione dei “777”, in cui insieme a Eva Rac è andato ad affiancare due membri storici, Dalida Kesar e il direttore del MIQ, Andrej Baša che per l’occasione ha ripreso le vesti di musicista e cantante.

Tre ragazzi e tre ragazze
“Tri mladića išču tri divojke”, cantano Dino, Matej e Jure, e al Festival i tre ragazzi hanno trovato le tre ragazze che cercavano proprio alle loro spalle. Le altre favorite del pubblico, infatti, sono state Gina Picinić, seconda classificata con “Sansego moja mladosti”, e Katja Budimčić Sabljar e Andrina Frleta, terze classificate con “Pelica od pine”.
Gina è una delle grandi star del MIQ, vanta tre vittorie (nel 2003 con “Da mi je s tobun prošećat”, nel 2007 con “Barka lipog imena” e nel 2013 con “Ma ši te ki ča za me pita”), tre secondi posti, incluso quest’ultimo, e tre terzi posti. La “golden voice di Sansego” è tornata dopo sei anni dal New Jersey per cantare in allegria i ricordi della sua piccola isola d’origine, accolta in ogni tappa dal grande calore del pubblico. Katja e Andrina, già premiate in passato per le loro interpretazioni, hanno unito le forze emozionando gli spettatori, imponendosi nelle serate di Buccari e di Ponte di Veglia (le sole a interrompere la striscia di vittorie di “Tri mladića”) e riuscendo a portare fino al podio la loro ballata potente e romantica, “Pelica od pine”, alla quale è andato anche il premio al miglior testo, scritto da Vjeko Alilović.

«Noć», una notte per Nevia Rigutto
A vivere una seconda giovinezza è certamente la connazionale Nevia Rigutto. Dopo aver preso parte a numerose edizioni del MIQ tra 1970 e 1985 ed essersi trasferita in Svezia, Nevia è tornata a calcare i palchi del Festival dal 2013 ritrovando la popolarità di un tempo. A lei si devono alcuni dei più bei titoli in italiano degli ultimi anni, come “La Parenzana in Visinada”, “La bora” e “Canzone alla mia terra” con Francesco Squarcia. Dopo il primo posto del pubblico nel 2021 con “Da bimo i k letu” insieme a Duško Jeličić, Tamara Brusić e Mauro Staraj e il terzo dello scorso anno ancora con Dule, ora è arrivato il primo premio della giuria con “Noć”, intenso brano che le ha permesso di mostrare a pieno le sue doti interpretative, composto da Lara Pilepić, scritto da Ljubica Bestulić Stanković e arrangiato da Darko Jurković Charlie, che ha accompagnato Nevia alla chitarra e al quale è stato assegnato il premio al miglior arrangiamento.

Nevia Rigutto alla serata castuana.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Istria felice
Se Fiume ha fatto festa, l’Istria non è rimasta a guardare. Due rappresentanti della Comunità degli Italiano di Rovigno si sono messe in luce: Lorenza Puhar, che sta vivendo un momento molto fortunato con la partecipazione a diversi festival nazionali, tra cui quello di Spalato che l’ha vista in lizza tra le nuove proposte lo scorso anno e dove tornerà a luglio nel cartellone principale, ed Eleonora Dobrović, accompagnata dal fisarmonicista Luka Brgić come un anno fa, quando era arrivato il secondo premio della giuria grazie a “Istria mia”. Sia Lorenza che Eleonora, che hanno curiosamente portato entrambe la felicità nei titoli delle loro canzoni, hanno guadagnato un terzo posto nelle due tappe istriane, rispettivamente a Pisino e a Sanvincenti: Lorenza “Lola” ha coinvolto il pubblico con “Srićo moja lipa”, Eleonora ha impressionato ancora una volta per la sua vocalità in “Srića”.
A rappresentare la Regione istriana anche Erik Balija, alla sua ottava presenza consecutiva, il polistrumentista Franko Krajcar per la prima volta al Festival e terzo classificato della giuria, ed Elis Lovrić, una delle trionfatrici dell’edizione 2024. Dopo il successo dei suoi album “Merika” e “Kanat od mora” e delle sue partecipazioni a tutti i principali festival nazionali, la cantautrice albonese ha esordito al MIQ con “Moja mati”, un brano basato su una poesia di Mate Balota e musicato da lei stessa che le ha permesso di conquistare il secondo premio della giuria, il premio Beseda e gli ambiti riconoscimenti di miglior interprete e miglior debuttante.

Parata di stelle
Anche tutti gli altri artisti sono stati molto apprezzati dal pubblico: la regina del MIQ Karin Kuljanić con la delicata “Srce na cesti”, accompagnata dal giovane chitarrista Natko Štiglić e dalla klapa “Tić”; Joso Butorac, anche lui insieme alla klapa “Tić”, con “Pisme puka moga” per la quale Adela Dobrić Jelača ha ottenuto il premio per la miglior composizione ispirata alla tradizione; Zemir Delić con la sua emotiva chanson, “Kapot”; i “777” di recente tornati alla ribalta; Duško Jeličić, sempre amatissimo dagli appassionati del MIQ; il celebre cantautore raguseo Ibrica Jusić, che tra pochi mesi festeggerà il suo 80esimo compleanno; i “Kožne jakne”, una delle band più promettenti dell’area fiumana.
A raccogliere applausi scroscianti sono stati anche i numerosi artisti che hanno allietato le varie tappe per celebrare questo importante appuntamento, da Nina Fakin a Gianluca Draguzet, da Tamara Brusić a Božidarka Matija Čerina. In particolare, nella finale di Fiume sono intervenuti Vesna Nežić Ružić, Daniel Načinović, Damir Kedžo, Alen Vitasović, Đani Maršan, Mario Battifiaca, Alen Polić, Karin Kuljanić, Gina Picinić, Džo Maračić Maki, Irena Grdinić e Viktor Peršić, Vivien Galletta e Voljen Grbac. Tante stelle e tante evergreen, a rendere ancora più indimenticabili le Melodie del 60esimo anniversario.

Una fotografia dietro le quinte.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Andrej Baša: «Il MIQ è una sorta di rifugio pieno di energia»
Andrej Baša vive da sempre il mondo della musica a 360º: è produttore, musicista, compositore, autore, arrangiatore. È stato uno dei fautori del ritorno del MIQ nel 1993 e da allora è l’anima del Festival, che dirige dedicandogli tempo, passione, energie.

Il MIQ ha appena festeggiato i 60 anni dalla sua nascita. Qual è il bilancio di questa edizione?
“Quella di quest’anno è stata sicuramente la migliore edizione di tutti i MIQ realizzati finora, se analizziamo i seguenti aspetti: la reazione del pubblico; la qualità delle esibizioni; il ricco programma delle serate; i padroni di casa, davvero eccellenti e simpatici; la bellissima impressione suscitata dalla serata finale, che è stata trasmessa in diretta da HTV 2, Radio Fiume e Radio Pola, e che è stata valutata come un vero spettacolo per gli occhi, le orecchie e il cuore. Certo, sarebbe un’esagerazione affermare che il Festival di quest’anno sia stato quello con le migliori canzoni in assoluto, ma diverse di esse faranno sicuramente ricordare questo Festival per qualità e ascoltabilità”.

In questo lungo cammino, che cosa è cambiato e che cosa è rimasto dal «vecchio MIQ» e dagli anni ‘90 ad oggi?
“Durante questi lunghi anni del Festival, l’energia positiva che si irradia dalle canzoni, dagli artisti, dall’orchestra e da tutti i soggetti coinvolti è rimasta una caratteristica costante del MIQ. Oltre ai testi e alla musica, c’è dentro l’essenza di questa regione e per questo il pubblico riconosce il MIQ come parte della propria identità. Nel tempo il Festival si è trasformato seguendo nuove direzioni musicali, ma il suo spirito non è cambiato nonostante i rapidi mutamenti che ci circondano. Gli artisti e il pubblico lo sentono e il MIQ si presenta come una sorta di rifugio pieno di energia”.

Organizzare l’unico festival itinerante della Croazia (e non solo) è sicuramente stimolante ma anche molto impegnativo. Quali sono le fasi e le eventuali difficoltà che portano alla realizzazione del MIQ?
“La situazione è molto cambiata negli ultimi trent’anni. All’epoca c’era più tempo libero e quindi era più semplice organizzare fino a 12-14 serate di Festival. Oggi si lavora di più, è più difficile prendersi giorni di ferie (ricordiamo che partecipano anche persone che non sono professioniste, come i membri del coro e tanti altri). C’è stata anche la crisi del Covid, e la grande inflazione che ha reso difficile far quadrare i costi, ma sono problemi che tutti coloro che organizzano manifestazioni di questo tipo si sono trovati ad affrontare: in questo caso è proprio per la volontà, la tenacia e l’entusiasmo degli organizzatori che il MIQ continua a mantenere la sua vitalità, come dimostra anche il successo di questa edizione”.

Quest’anno è salito sul palco anche per il ritorno del «777». Come è nata questa idea?
“L’idea covava da tempo. Dopo l’apparizione al Festival di Zagabria in aprile, con una canzone che ha ottenuto recensioni entusiastiche, abbiamo ottenuto un contratto esclusivo con la Croatia Records per un album che dovrebbe uscire alla fine dell’anno basato sulle registrazioni demo presentate, e così, con rinnovato vigore, avremo un’estate dedicata alla creazione e alla registrazione di nuove canzoni. Prossimamente uscirà un nuovo singolo con il relativo video”.

Il MIQ ha sempre avuto un bel legame anche con la Comunità Nazionale Italiana, ma quest’anno non c’erano canzoni in italiano…
“Ogni tanto capita un anno in cui non arrivano alla commissione pezzi in italiano ritenuti di qualità adeguata, ma il MIQ abbonda di canzoni di valore in lingua italiana, come testimonia l’alto numero di brani (ben 46) che hanno partecipato fino ad oggi. L’anno scorso, ad esempio, la canzone ‘Istria mia’, su testo di Giacomo Scotti, si è classificata al secondo posto della giuria di esperti. Teniamo inoltre presente che molte canzoni in dialetto ciacavo contengono frasi in lingua italiana”.

Finita un’edizione, è tempo di quella successiva. Come sarà il MIQ 2025?
“Probabilmente nel solco delle novità positive introdotte quest’anno, ma anche con nuove idee che sono già in fase di affinamento. Il MIQ guarda sempre avanti!”

Il direttore artistico del MIQ, Andrej Baša.
Foto: RONI BRMALJ

*docente ed esperto di musica locale

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