Mahler, la n.5 una sinfonia che racchiude tutto il mondo

Nel Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume si è esibita l'Orchestra sinfonica della Radiotelevisione croata (HRT) sotto la direzione del Mº Pascal Rophé

0
Mahler, la n.5 una sinfonia che racchiude tutto il mondo
L’organico dell’Orchestra sinfonica della Radiotelevisione croata. Foto: ZELJKO JERNEIC

“Una sinfonia dovrebbe essere come il mondo: comprendere tutto” disse a suo tempo, al collega Jean Sibelius, il compositore austriaco Gustav Mahler (1860-1911) esprimendo così la sua visione estetica di questa forma musicale.

Dopo aver assistito, sabato scorso, all’esecuzione della Sinfonia n. 5, di Mahler appunto, al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, non possiamo che confermare che questa monumentale sinfonia racchiude davvero in sé “tutto il mondo” con le sue angosce e passioni, l’amore, la tristezza, la disperazione.

L’esecuzione è stata seguita da un folto pubblico.
Foto: ZELJKO JERNEIC

Diverse peculiarità
A proporre al pubblico l’esecuzione di questo capolavoro è stata la valente Orchestra sinfonica della Radiotelevisione croata (HRT) di Zagabria diretta dal Mº Pascal Rophé. L’ampio organico – la sinfonia è stata infatti scritta per una grande orchestra – ha “raccontato” questo “mondo di Mahler” in maniera coinvolgente sotto la guida del gesto deciso e suggestivo del Mº Rophé. Dal punto di vista musicale, questa sinfonia è considerata un po’ più convenzionale rispetto alle quattro precedenti, in quanto non comprende segmenti cantati. Trattandosi, però, di Mahler, che curava una particolare visione della musica sinfonica, la Quinta sinfonia è caratterizzata comunque da diverse peculiarità. Il musicista, compositore e scrittore croato Dubravko Detoni, come riportato nel libretto di sala, aveva a suo tempo osservato come la sinfonia di Mahler – considerato il compositore con il quale si chiude la grande tradizione sinfonica viennese iniziata con i geni del Classicismo Haydn, Mozart e Beethoven, sviluppatasi ulteriormente con il genio del Romanticismo Schubert e i compositori del tardo Romanticismo quali Brahms e Bruckner – annuncia con le fanfare la musica del XX secolo. Mahler, infatti, include nelle sue sinfonie i lied e i poemi sinfonici, allargando al massimo i confini di questa forma orchestrale. Stando a Detoni, infatti, utilizzando il denso tessuto armonico tipico del tardo Romanticismo e unendolo alla polifonia, Mahler creava degli interessanti segmenti dissonanti annunciando così un processo di liberazione dalle regole classiche dell’armonia che venne sviluppato ulteriormente nei decenni successivi.

Il Mº Pascal Rophé con l’Orchestra.
Foto: ZELJKO JERNEIC

Composizione introdotta dalle fanfare
La sinfonia è strutturata in tre parti e si compone di cinque movimenti. Il primo movimento, “Trauermarsch” (Marcia funebre), è introdotto dalle fanfare che eseguono un motivo che ricorda quello celebre della Quinta sinfonia di Beethoven, al che segue la mesta melodia della marcia funebre, alla quale si alterna un tema secondario più calmo. Segue quindi l’appassionato e struggente secondo movimento “Stürmisch bewegt, mit größter Vehemenz” (Muoversi tempestosamente, con grande veemenza), in cui il compositore riprende i motivi del primo movimento in maniera frammentaria. La seconda parte della sinfonia comprende soltanto il movimento “Scherzo. Kräftig, nicht zu schnell” (Forte e non troppo presto), in cui Mahler introduce un tema che combina la danza popolare austriaca ländler e l’elegante valzer viennese. Questo movimento differisce dai primi due per il suo carattere più gioioso, presentando un contrasto con la passione e l’angoscia che lo hanno preceduto. Segue la terza parte con il quarto movimento “Adagietto. Sehr langsam” (Molto lento), la composizione più celebre di Mahler e la più spesso eseguita di tutte le opere del compositore austriaco. Viene considerato una lettera d’amore alla moglie Alma Mahler. È curioso il fatto che in Gran Bretagna la première dell’intera Sinfonia n. 5 si ebbe soltanto nel 1945, ben 36 anni dopo quella dell’Adagietto, che venne diretto da Henry Wood nel 1909. Il sognante ed elegiaco brano è celebre anche perché venne utilizzato da Luchino Visconti nel suo film “Morte a Venezia” nel 1971.
Il quinto movimento, “Rondo-Finale. Allegro – Allegro giocoso. Frisch” (Fresco) riprende il tema dell’Adagietto, ma anche citazioni di altre opere di Mahler. Inoltre, qui il compositore si è servito copiosamente del contrappunto, creando un finale trionfante. Il Mº Rophé ha diretto l’Orchestra con grande precisione, ottenendo dall’organico un suono compatto e delineando con chiarezza il carattere di ciascun segmento della partitura. L’Orchestra ha offerto pertanto un’esecuzione ben equilibrata, in cui le sezioni concitate e appassionate si alternavano con quelle meditative ed elegiache. Tutte le sezioni dell’Orchestra sinfonica hanno dato un apporto notevole al complesso, seguendo il gesto chiaro del direttore. Il folto pubblico ha premiato con copiosi applausi i protagonisti della serata.

Il Mº Pascal Rophé alla fine del concerto.
Foto: ZELJKO JERNEIC

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display