Sul Colle Castello alla ricerca del passato

Il Museo storico e navale dell’Istria affronta l’alta stagione delle visite in una veste rinnovata rispetto all’anno scorso. Variegata e per certi aspetti lussuosa l’offerta dei contenuti, con qualche novità

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Sul Colle Castello alla ricerca del passato
L’ingresso di Zerostrasse: a destra il muro pericolante. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Galeotti, scalpellini, muratori, manovali di Pola e anche provenienti da Rovigno e da Venezia, lavorarono duramente sbucciando le mani e sudando, dal 1630 al 1633, per far crescere la nuova fortezza sulle macerie del vecchio castrum medievale polese. Fu un’operazione ciclopica che vide sovrapporre blocchi di pietra di enorme peso e dimensioni, riciclando anche i massi che quei poveri schiavi romani sollevarono fino allo stremo delle proprie forze, più o meno una quindicina di secoli prima, ai piedi di Monte Zaro per dare forma monumentale al grande teatro romano polese. La storia, come quella in cima al Colle Castello, è stata costruita a suon di ordini, imposizioni e probabili colpi di frusta inferti ai comuni mortali destinati all’oblio, mentre i nomi che entrano nei manuali che studiano il passato sono infine quelli dei finanziatori, committenti, ingegneri e datori d’istruzioni. Tanto di rispetto all’architettura ideata da Antoine de Ville e, quindi ancor di più, all’anonimo popolo industrioso di cui sopra, comprese le venti coppie di buoi che trainarono le pietre estratte dalle cave del sud dell’Istria fino al punto più elevato della città. Senza di loro, oggi, il Castello – alias Museo storico e navale dell’Istria – non avrebbe potuto esistere e tramandare la conoscenza di un ricchissimo patrimonio culturale di cui è protagonista, testimone e custode.

Lo splendore della Serenissima
L’Arena non basta. Per percepire Pola va fatta conoscenza anche con la grande impronta del dominio della Serenissima che si avverte dentro la vecchia fortezza veneziana. Non c’è visitatore che una volta salito sul torrione, in questi giorni di cielo nuvoloso, perfetti per le escursioni culturali, non sia rimasto incantato alla vista della città e dell’insenatura naturale e portuale che protegge tutto dalle bizze dell’Adriatico settentrionale. La stagione del turismo volto a fare conoscenza con gli ambienti, le architetture e i palcoscenici più suggestivi, qui è già cominciata. Tutto come prima e anche molto meglio dell’estate precedente. Basta attraversare il ponte levatoio per scoprire un piccolo cambiamento che contribuisce a rivelare segnali di qualità in crescita. Il vecchio minuscolo chiosco della biglietteria d’ingresso, ubicata nel corridoio a volta, è stato sostituito da una nuova struttura metallica più confacente, allestita dopo la costruzione e la rifinitura artigianale. Tanto di depliant informativi in più lingue si possono attingere davanti allo sportello, per leggere la storia del castello e utilizzare le indicazioni del progetto realizzato con i fondi Ue “Pola Fort Center”, allo scopo di farsi una gita nei sotterranei del maniero fino a raggiungere – mediante ascensore – i rifugi di Zerostrasse, dalle pareti tuttora decorate dalla mostra sul tram di Pola.

Allestita la nuova biglietteria all’ingresso dopo il ponte levatoio.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

I contenuti dell’estate
Quali sono e saranno le mostre dell’estate 2024 per eccellenza? Vedi quella illustrante l’intero sistema delle fortificazioni austro-ungariche che circondano Pola e guarda caso, in fortunata coincidenza con gli Europei di football, l’esposizione dedicata alla “Storia del calcio a Pola”. L’alto numero delle visite registrate dall’inizio del 2024 a questa parte al Museo è praticamente identico a quello dell’anno scorso e tanto promette bene anche per la subentrante stagione di punta, anche perché, come confermato dal direttore dell’istituzione, Gracijano Kešac, non si sono verificate situazioni di stallo, nonostante il fatto che l’ingresso dal ponte levatoio sia stato precluso per ben due mesi, proprio a causa dei lavori di sostituzione della biglietteria. Difatti, l’accesso al Castello era stato reso possibile soltanto attraverso i tunnel del rifugio e l’elevatore sotterraneo. La situazione di svantaggio avrà certo scoraggiato anche più di una comitiva di turisti, ma ora si ritorna alla carica. Mentre la primavera al Castello ha permesso di ricostruire la rampa meridionale che porta in cima ai bastioni, la vigilia dell’estate ha finalmente visto intervenire pure la Città per rimuovere i massi crollati e rotolati giù dal muro dietro Porta Gemina e a fianco all’ingresso di Zerostrasse. Attualmente sono in corso le analisi sulle modalità di recupero o rafforzamento della struttura muraria pendente e pericolante ubicata sulla particella catastale pubblica, al fine di evitare altre frane o relativi incidenti di percorso in piena stagione di passaggio delle comitive turistiche.

In offerta il volume III de “Il patrimonio artistico della chiesa istriana”.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

E tanto ancora
Senza entrare nel merito delle programmazioni degli eventi su un palcoscenico ospitale, disponibile e da continuare a valorizzare (perché l’Arena non è sempre universale e adatta a fagocitare tutti i tipi di spettacolo), il Castello ha anche le sue passeggiate in salita e in discesa, sottoterra e in superficie, le sue esposizioni temporanee e permanenti, le sue illustri vestigia rinnovate e messe perfettamente in funzione come il centro culturale Noordung e ancora qualcosa di aggiuntivo e di utile alla gestione del maniero di più recente realizzazione: lo shop museum.

Lo shop museum un contenuto di arricchimento.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Dai souvenir ai gadget di buon gusto e in stile ispirato ai simboli riconoscibili della storia, alle riproduzioni di cartoline d’altri tempi che ritraggono le città istriane dell’altro secolo, le navi civili e anche militari dell’Imperial e Regia marina austro-ungarica e, quello che ha un valore speciale, tutta una bella e lauta collezione di edizioni scientifiche sfornate dal Museo, tra cui il terzo volume appena uscito dalle stampe, edito tramite la propria Casa degli affreschi di Draguccio, nell’ambito della preziosa collana de “Il patrimonio artistico della chiesa istriana”, dedicata stavolta alla “Pittura dal IV al XV secolo”. L’estate culturale, qui, è davvero garantita.

Souvenir ed edizioni scientifiche per non dimenticare la storia appresa.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

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