Pola. Asili pubblici: sciopero d’avvertimento riuscito

Dei 1.161 bambini iscritti all’appello si sono presentati soltanto 51. «Ai genitori va il nostro grazie per il supporto. Evidentemente comprendono le nostre ragioni», queste le parole del sindacalista Rajko Kutlača

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Pola. Asili pubblici: sciopero d’avvertimento riuscito
L’entrata nella sede del Rin Tin Tin esibisce l’avviso di sciopero in corso. Foto: DARIA DEGHENGHI

Aule e giardini deserti. Ieri mattina gli asili pubblici sono rimasti vuoti: i bambini sono rimasti a casa e le famiglie si sono arrangiate per dire che approvano le rivendicazioni delle educatrici. Come anticipato la scorsa settimana, le maestre ieri hanno incrociato le braccia per tutto il personale degli asili, ausiliari compresi, mentre i due leader sindacali hanno convocato la stampa per riassumere i motivi del malcontento e fare il punto della situazione. Rajko Kutlača (SIQD) ha ribadito in estrema sintesi le ragioni dello sciopero. Le trattative vanno avanti dallo scorso settembre senza esito. Tutte le volte che sono stati ascoltati a piazza Foro sono rimasti con un pugno di mosche in mano. Due volte sono scesi in piazza e ancora niente, solo pacche sulle spalle ma nessuna firma, nessuna garanzia. Morale della storia, tre scuole dell’infanzia con 301 dipendenti ieri hanno scioperato.

Marina Cvitić e Rajko Kutlača.
Foto: DARIA DEGHENGHI

All’appello 51 bambini su 1.161
“Trattandosi della fine dell’anno pedagogico, parte del personale è assente per ferie o malattia, per cui, se non fosse stato per lo sciopero, ieri avrebbero lavorato in 219. In 181 hanno dichiarato di essere in sciopero, e quindi possiamo affermare tranquillamente che più dei tre quarti degli dipendenti degli asili scioperano. I lavori che non possono subire deroghe sono stati affidati alla parte del personale che non aderisce all’astensione, ma si tratta solo di servire i pasti e badare alla sicurezza dei bambini, mentre le regolari attività pedagogiche hanno subito un arrestoto totale. Nei tre enti prescolari gestiti dalla Città di Pola sono iscritti 1.161 bambini. Oggi i genitori ne hanno lasciato all’asilo solo 51 e bisogna concluderne che hanno preso provvedimenti per appoggiarci. Quindi il 95,5 per cento dei genitori considera le nostre rivendicazioni giustificate e io mi inchino profondamente in segno di riverenza al loro sacrificio e supporto. Al Rin Tin Tin si è presentato all’asilo un solo bambino su 164 iscritti, al Mali Svijet 10 su 500, al Dječji vrtić Pula 40 su 500. Un sostegno di questa ampiezza non si è mai visto prima d’ora. Evidentemente i genitori comprendono il valore del personale pedagogico a differenza di chi governo la Città o lo Stato, a prescindere”, ha spiegato Kutlača per concludere dicendo che le maestre d’asilo scioperano per tutto il personale, e quindi anche per gli ausiliari che ora, alla luce dell’inflazione e del carovita percepiscono stipendi irrisori.

Le maestre scioperano anche per il personale ausiliario.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Servono garanzie
Che questa volta si fa sul serio è chiaro: “Gli incontri settimanali con i rappresentanti della Città di Pola che si concludono senza un obbligo del datore di lavoro non c’interessano più: ci siamo cascati fin troppe volte e ora basta così”, ha dichiarato il sindacalista. Alla domanda quanto tempo sono disposti ad aspettare per l’equiparazione degli stipendi delle educatrici e quelli delle maestre elementari (dopo l’aumento avuto da queste ultime, vi è infatti una disparità quasi drammatica del 40 p.c.), Kutlača ha specificato: “Un anno sarebbe accettabile, due e mezzo, come aveva proposto il sindaco in partenza, no. Non se ne parla nemmeno”. Quindi, la posizione dei sindacati rimane quella: gli asili chiedono “la parificazione dello stipendio lordo senza le integrazioni salariali che sono individuali e incomparabili, e se non avranno garanzie in questo senso, l’autunno che verrà non sarà né calmo né bello”. Chiaramente in estate non si sciopererà più perché gli asili lavorano a ranghi ridotti. Ma prima di indire uno sciopero ad oltranza, bisogna attendere che il sindaco porti qualcosa di concreto sul tavolo: un piano di indicizzazione e uno scadenzario per realizzarlo.

Solo oggi non si fa la fila per i giochi.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Ottimisti e realisti
Che cosa dicono in piazza Foro? Ottimista il sindaco, almeno stando a quanto si legge nella comunicazione diffusa ieri mattina dal suo ufficio stampa. La Città di Pola ammette che la Legge sull’educazione prescolare va rispetta, ma ribadisce che vanno rispettate ugualmente le leggi sulla redazione e sull’attuazione del bilancio, che per gli enti locali hanno il peso delle sacre scritture. Tuttavia è “possibile prevedere un’indicizzazione graduale degli stipendi fino all’equiparazione tra asili e scuole elementari entro il marzo del 2026”. La Città ha promesso di presentare un piano d’azione al tavolo delle trattative convocato per mercoledì prossimo, 3 luglio. Stando inoltre all’ufficio stampa del sindaco, “le trattative hanno preso una buona strada, per cui è lecito aspettarsi un accordo”. Kutlača, a mani vuote, non condivide l’ottimismo del sindaco, ma dichiara che spera comunque nel buon esito dei negoziati.

Cancelli chiusi anche in quel di Siana.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Il contesto è nazionale
In conclusione Marina Cvitić ha contestualizzato la vertenza. Per chiarire il peso e la genesi della questione, ha detto, bisogna confessare che il problema non è specificatamente locale né uno scontro a due. Se c’è un’origine della controversia, bisogna cercarla a Zagabria, ed ora il governo comincia a rendersene conto. Le richieste di aumento salariale delle educatrici vertono tutte su un solo argomento: il fatto che la Legge nazionale sull’educazione prescolare impone l’equiparazione dei diritti del personale degli asili e quelli già conseguiti dalle scuole elementari. Ma c’è una differenza di cui non si tiene conto: gli stipendi delle scuole vengono erogati dallo Stato, che si mette in tasca l’IVA, e quelli degli asili dagli enti locali, e la disparità fiscale dei due livelli della pubblica amministrazione è madornale. Pola non sarà la città più ricca del Paese ma non è nemmeno una poverella e quindi se Pola fa difficoltà a trovare i soldi per pagare le sue maestre, figurarsi se possono farlo tutti gli altri. “Il premier stesso ha dichiarato che deve riflettere sulle modalità di risarcimento degli enti locali che non sono in grado di adempiere all’articolo 51 della Legge sull’educazione prescolare. Dovesse arrivare alla soluzione sul breve periodo, è chiaro che non occorrerà attendere la scadenza di un anno e mezzo proposta dal sindaco, che tra l’altro non abbiamo ancora accettato. Se la Repubblica ha disposto la parità dei diritti, la Repubblica deve farsene carico, come del resto ha fatto anche con i vigili del fuoco nella manovra di decentramento delle unità antincendio”, ha concluso Marina Cvitić.

Il giardino dell’asilo Zvjezdice.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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