«L’inno alla gioia», un’esperienza emozionante

Nell’ambito delle Notti estive fiumane, al TNC «Ivan de Zajc» ha avuto luogo il concerto al quale è stata eseguita la celebre Nona sinfonia di Beethoven

0
«L’inno alla gioia», un’esperienza emozionante
Il Maestro Valentin Egel e Anton Kyrylov alla fine del concerto. Sullo sfondo l’Orchestra, il coro e i solisti. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

È stata un’esperienza emozionante e intensa l’esecuzione della Sinfonia n. 9 op. 125 in re minore di Ludwig van Beethoven (1770-1827) l’altra sera al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Il capolavoro del genio tedesco è stato eseguito al concerto intitolato appunto “L’inno alla gioia” e rientra tra gli eventi del festival Notti estive fiumane. Considerato che l’aspetto più affascinante delle Notti estive è stato sempre il fatto che i concerti e gli spettacoli venivano proposti in diversi ambienti disseminati in città e non al Teatro, forse sarebbe stato più opportuno e in linea con la tradizione organizzarlo, ad esempio, in piazza delle Risoluzione fiumana, che si è confermata in più occasioni come uno spazio perfetto per ospitare programmi di questo tipo. Considerazioni a parte, nonostante mancasse quell’atmosfera speciale che avvolge gli eventi culturali quando vengono presentati a cielo aperto, quello di giovedì sera è stato un concerto di altissimo livello, senza dubbio uno dei migliori proposti nel corso della stagione sinfonica, e ha fatto sì che il 200º anniversario della celeberrima sinfonia, che debuttò con successo nel 1824, venisse celebrato nel migliore dei modi.

Memoria del mondo
Sono numerosi gli aneddoti legati a questa sinfonia, il cui tema del finale, riadattato da Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo. Nel 2001, invece, lo spartito e il testo, firmato da Friedrich Schiller, sono stati dichiarati dall’UNESCO Memoria del mondo attribuita alla Germania. La sinfonia venne commissionata a Beethoven nel 1817 dalla Società Filarmonica di Londra, ma la principale opera di composizione fu compiuta tra l’autunno del 1823 e il febbraio 1824. All’epoca, Beethoven era ormai completamente sordo ed era assente dai podi concertistici da una decina di anni. Nonostante ciò, la prima esecuzione di questo capolavoro si svolse in una sala gremita dinanzi a un pubblico entusiasta.

Un testamento artistico
La Nona sinfonia viene considerata la composizione più importante di Beethoven, una sintesi della sua creatività e la prima sinfonia nella quale si fa uso della voce umana, ovvero dei solisti e del coro. È vista inoltre come una specie di ponte stilistico tra l’epoca classica e quella romantica. Si tratta di una composizione profondamente meditativa nella quale la libertà e l’amore infine sconfiggono tutto il male e le sfortune dell’umanità, mentre la gioia subentra al dolore. Venne accolto con entusiasmo l’aspetto rivoluzionario dell’introduzione della voce umana in un’opera sinfonica. Con questo capolavoro, Beethoven diede una direzione al futuro sviluppo della musica europea e lasciò al mondo un testamento artistico e umanistico, gli ideali di unità, libertà, eguaglianza e amore tradotti in musica.
I protagonisti della serata sono stati l’Orchestra sinfonica e il Coro dell’Opera di Fiume, il Coro accademico “Ivan Goran Kovačić” di Zagabria, nonché, in veste di solisti, il soprano Gabrijela Deglin, il mezzosoprano Stefany Findrik, il tenore Bože Jurić Pešić e il basso-baritono Luka Ortar, il tutto sotto la direzione del Maestro Valentin Egel.

Coinvolgimento completo
Nel primo movimento (Allegro ma non troppo, un poco maestoso) si è potuto notare fin dalle prime battute un coinvolgimento completo di ciascun membro dell’Orchestra e del Maestro Egel nell’interpretazione delle meravigliose pagine di questa sinfonia, caratterizzata da un’ampia gamma dinamica, dall’attenzione per i particolari e dalla chiarezza del compenetrarsi delle linee melodiche. Sono stati sempre puntuali gli interventi di ciascuna sezione dell’Orchestra e degli strumenti solisti e marcati i contrasti tra le parti drammatiche e quelle serene dello spartito. Particolarmente emozionante è stato il crescendo finale del primo movimento. Il secondo movimento (Scherzo. Molto vivace – Presto) è stato “costruito” con precisione e caratterizzato da un fraseggio naturale e da una dinamica ben dosata, mentre il terzo movimento (Adagio molto e cantabile) è contraddistinto da una toccante melodiosità in cui la sezione dei violini ha sciorinato un suono omogeneo. Si tratta di un movimento dolce e lirico, senza accenti drammatici, che suscita una sensazione di ottimismo e di fiducia.

La grandiosità del quarto movimento
Tutto lo splendore del genio di Beethoven si rispecchia però nel quarto movimento, complesso a tal punto da venire considerato una “sinfonia all’interno di una sinfonia”. Il movimento segue infatti lo stesso schema generale della Nona sinfonia, mentre l’introduzione dei solisti e del Coro contribuisce alla sua grandiosità. Ha avuto un effetto maestoso l’intervento dei cori congiunti di Fiume e Zagabria, che contavano quasi ottanta elementi, preparati con cura rispettivamente dai maestri Matteo Salvemini e Ivan Šćepanović. C’è stato un buon equilibrio tra il suono robusto della corale e dell’orchestra, mentre i solisti Gabrijela Deglin, Stefany Findrik, Bože Jurić Pešić e Luka Ortar hanno offerto una buona esecuzione delle parti solistiche. Maestro concertatore è stato Anton Kyrylov.
Il Maestro Valentin Egel ha tenuto fermamente le… redini dell’esecuzione, dimostrando grande dimestichezza con il materiale musicale, e ha saputo trasmettere con coinvolgimento tutta la grandezza dell’immaginazione e dell’umanità di Beethoven.
Il pubblico ha apprezzato l’impegno dei protagonisti della serata, premiandoli con ovazioni e un lunghissimo applauso.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display