Antiquariato: ristretto, però resiste

Il tradizionale mercatino delle pulci in via Ciscutti a bancarelle ridotte, ma l’offerta è discreta

0
Antiquariato: ristretto, però resiste
Statuine, collane, centritavola e soprammobili di scarso o nessun valore. Foto: DARIA DEGHENGHI

Snellito rispetto ai tempi d’oro, è tornato il mercatino dell’antiquariato di via Ciscutti, una tradizione che in molti non hanno mai digerito, mentre altri coltivano volentieri, taluni frequentandolo assiduamente. Il numero delle bancarelle è ridotto rispetto agli altri anni, benché l’offerta sia più o meno quella di sempre come tipologia di oggetti, solo numericamente ridotta: tazze, tazzine e piattini da caffè, pentole in rame e vasi, vasetti e vasellame di ogni genere e specie, servizi da tavola in porcellana, argento, ottone e via elencando, tra l’altro a prezzi per nulla convenienti, Poi, i soliti coltelli da collezione, le divise militari, le statuette di Buddha, orologi da parete e da mobile, teiere e macinini del caffè, centritavola e decorazioni varie. Vive e vegete anche le bancarelle dei libri, dei dischi in vinile e dei fumetti, non sempre in ottimo stato, anzi, talvolta proprio malconci, al punto che viene da chiedersi chi diamine sarà disposto a spendere un patrimonio per una collezione così sciupata.

Pentole, fiaschi e vasellame di ogni genere e specie.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Tra gli autori in circolazione troviamo i soliti classici senza tempo: Proust, Poe, Machiavelli, Hegel e Tommaso d’Aquino, e non di rado con titoli difficilmente reperibili anche nelle librerie del centro storico, ormai sempre più votate al self help, al new age e ai generi letterari più ameni. I fumetti sono in vendita a palate, a momenti te li tirano dietro, mentre con i francobolli e le monete è già un’altra questione: i collezionisti che ci sanno fare procedono con i piedi di piombo e valutano bene prima di spendere anche solo un centesimo. Il grosso dell’offerta è costituito naturalmente da collane, bracciali, anelli, orecchini e spille di quelle che si usavano un tempo; niente di pregiato, si capisce: è tutta bigiotteria. Tuttavia le pietrine in alcuni casi sono semi preziose, come l’ambra e l’ametista, e in quel caso spendere fino a dieci euro non sono soldi spesi male. D’altra parte, la questione del prezzo, della convenienza o dell’affare che dir si voglia, è sempre una questione di preferenze, necessità e gusti personali. Il costo assolutamente giustificato non esiste se non nella testa di chi compra. Anche qui come altrove e in tutte le altre circostanze, il “giusto prezzo” è quello che ognuno di noi è disposto a pagare.

Machiavelli, Hegel, Tommaso d’Aquino e tanto altro.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display