L’Istria e l’attualità raccontate in modo divertente

L’appuntamento nell’ambito del Festival dell’istroveneto è stato improntato sulle risate e sulle battute, in dialetto, con l’alternanza di momenti musicali, riflessioni e racconti

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L’Istria e l’attualità raccontate in modo divertente
Foto: NICOLE MIŠON

“FAC!” No, non è una parolaccia inglese, per lo più scritta male, si tratta dell’acronimo di “Favole, aneddoti e canzoni”, titolo dello spettacolo messo in scena da Marko Radolović giovedì sera presso la Comunità degli Italiani di Buie all’ambito del Festival dell’istroveneto.

Musica, riflessioni e racconti
È stato un appuntamento improntato sulle risate e sulle battute, rigorosamente in dialetto, con l’alternanza di momenti musicali, riflessioni e racconti divertenti in grado di coinvolgere il pubblico. Il protagonista, al suo debutto, ha voluto rappresentare la realtà istriana, tra turismo di massa, persone che vanno a vivere all’estero per guadagnare e storie personali, mettendo in scena un racconto dinamico e fluido.
Ce lo insegnano fin da piccoli che le favole servono per rappresentare un mondo più complesso e articolato, ed ecco che Marko Radolović, attraverso le storie dell’orso, della rondine, del picchio, ma anche del cavallo razzista e di zio Tobio, ci racconta l’Istria e l’attualità con le sue mille sfaccettature, le sue contraddizioni e la sua bellezza. La ricerca di fortuna all’estero, i tedeschi come presenza assidua lungo la penisola, il trambusto politico, l’uguaglianza di genere e molto altro possono essere affrontati in modo leggero attraverso un brano musicale, una battuta, mettendo in luce anche le assurdità che questi eventi portano con sé.

Un contributo personale
Radolović non è né un cantante, né un attore, nella vita fa tutt’altro, ma da buon istroveneto, attraverso il suo progetto ha voluto dare il suo contributo al Festival: “Quand’ero piccolo strimpellavo con i bastoncini dei lecca lecca in giro per casa e i miei genitori mi mandarono a studiare pianoforte, seguivo le lezioni della maestra Tatiana Šverko in Comunità. Da lì la musica mi piacque molto. Ho suonato anche in diverse band e cose del genere, quando si è aperta l’opportunità di mettere in scena qualcosa in questo contesto me ne sono interessato perché da molto tempo non si è fatto nulla da tale punto di vista”.
L’istroveneto è un idioma, con la sua musicalità e la sua fluidità e con esso si possono veicolare messaggi più o meno importanti, legati al passato ma anche al presente e l’attore debuttante giovedì sera lo ha dimostrato in maniera molto eloquente.
“FAC! Favole, aneddoti e canzoni” è stato scritto appositamente per l’occasione e presentato davanti a “persone amiche”, come lo stesso protagonista ha definito il pubblico, ammettendo però che c’è stata un po’ di tremarella prima del debutto. Dagli applausi e dalle risate entusiaste delle persone in sala forse non c’era bisogno di dubitare, perché la performance ha avuto un grande successo.

Parlare del dialetto
“Lo spettacolo è nato dalla proposta fatta dall’organizzazione del Festival, in particolare da Marianna Jelicich Buić. All’inizio nessuno sapeva esattamente cosa fare, nemmeno io, l’idea era di parlare dell’istroveneto, di ciò che si può scrivere e di ciò che si può comporre – ha commentato il protagonista –. In un’ora e mezza di spettacolo però non si può parlare solo di dialetto, la gente si annoierebbe, perciò abbiamo cercato un modo originale di affrontare l’argomento. Abbiamo quindi unito esempi pratici e fatti inventati per esplorare le possibilità espressive di una canzone, strutturando lo spettacolo in modo organico affinché ci fosse una continuità narrativa”.
Un pianoforte, una poltrona, alcune lampade, qualche libro accompagnato da qualche disco adagiati per terra hanno incorniciato il tutto. D’altronde la scenografia passa in secondo piano quando la storia ha un suo ritmo e riesce a catturare fin da subito l’interesse degli spettatori. Lo spettacolo ha saputo riflettere le molte culture che si sono susseguite nel tempo in Istria, mettendo ancora una volta in scena la ricchezza culturale presente su questo fazzoletto di terra.
Alla fine della serata i presenti si sono goduti tutti assieme un rinfresco offerto dalla CI di Buie e hanno trascorso un po’ di tempo in compagnia, chiacchierando e ridendo. In fondo non è proprio questo lo scopo del festival? Unire le persone e fare trascorrere loro una bella serata all’insegna dell’amicizia e della condivisione.

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