Pola. Italiano, esame tutto sommato semplice

La prima prova della maturità di Stato per i maturandi dell'"Alighieri" è finita in modo tranquillo

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Pola. Italiano, esame tutto sommato semplice
Fabian, Matteo e Leon. Foto DARIA DEGHENGHI

Una sudata, ma solo per il caldo. La prima prova della maturità di Stato per i maturandi dell'”Alighieri” è finita non diciamo in allegria, ma quasi. Per la prova scritta di lingua e letteratura italiana in tanti hanno consegnato i fogli completamente compilati prima della scadenza del termine di 100 minuti, segno più che tangibile di confidenza nel buon esito della verifica. Appostati davanti a scuola pronti per raccogliere le prime impressioni, abbiamo trovato conferma di quanto ci è parso fin dal primo istante: infatti, è andata benone. Ma ecco cosa ci hanno raccontato alcuni tra gli studenti che si sono lasciati intervistare.

Michele e Paolo. Foto DARIA DEGHENGHI

“È stato abbastanza facile. Nessuna domanda su Dante, e quindi niente di quello che ci saremmo aspettati. Solo autori dell’Otto e Novecento: Verga, Foscolo, Saba…”, ci racconta Fabian e aggiunge che ha in mente di iscriversi alla Facoltà di scienze motorie a Bologna per diventare insegnante di educazione fisica. Il voto che si aspetta da questa prima prova scritta è tra il tre e il quattro, un profitto medio. Matteo conferma quanto già detto dal compagno di classe: “Veramente mi aspettavo un esame più difficile, e invece era tutto fattibile. Alcune domande mi sono parse anche troppo semplici. Per esempio, c’era da leggere e comprendere un testo letterario, cosa che si poteva fare anche in quarta elementare, figurarsi alla maturità. D’accordo, non avrò risposto correttamente a ogni domanda perché in realtà mi sono preparato più su Dante che su tutto il resto, ma va bene lo stesso. Che cosa voglio fare dopo la maturità? Riposare ed essere felice”. Ben detto. Prima le vacanze e poi tutti il resto. Leon ci appare rilassato come il resto dei coetanei. Anche lui si è stupito della relativa semplicità delle domande: “Mi sono preparato seguendo le domande frequenti degli anni passati, rispetto alle quali le nostre ora mi sembrano elementari. Fatto sta che ho cerchiato la risposta esatta senza pensarci più di tanto. Tra l’altro abbiamo consegnato i fogli con 40 minuti di anticipo abbondanti”. Insomma, nessun tormento.

Vito e Andrea. Foto DARIA DEGHENGHI

Michele non è dello stesso avviso, probabilmente per affinità e interessi che con la letteratura hanno poco in comune: “Troppi autori, troppe poesie, troppi romanzi da ricordare!”. Il più “molesto” degli scrittori italiani da studiare? Nessun dubbio per Michele: la sua spina nel fianco ha solo un nome. Umbero Saba. Passata la maturità, studierà informatica a Pola e non passerà un solo giorno a leggere Saba, questo è certo. Anche a Paolo le domande su Saba non sono andate a genio. Preparandosi per l’esame ha speso gran parte del proprio tempo e delle energie a studiare Dante, la vita e le opere, sicuro che il Sommo non sarebbe potuto mancare a un appuntamento così importante come la maturità di Stato, ma poi non gli è servito granché perché il sorteggio ha portato altri argomenti, altri scrittori e altri dubbi. Tuttavia non si preoccupa per il voto, anzi, è convinto che andrà bene. Da grande vorrebbe fare lo psicologo, per cui vuole frequentare l’Università di Trieste. Anche per Paolo, Saba fa ormai parte del passato.

Nessuna pena, sofferenze e tormento alcuno per Vito, che all’esame di italiano non ha incontrato domande fastidiose, anche perché ha studiato regolarmente durante tutti i quattro anni di scuola. A suo parere la prova di italiano è stata proprio semplice, elementare, mentre quelli che lo preoccupano di più sono esami di croato e matematica. Per il resto, Vito ha scelto di studiare giurisprudenza a Trieste. Andrea non è dello stesso parere dell’amico. I test degli anni passati le sono parsi più semplici, mentre le domande a cui si è trovata costretta a rispondere non le sono andate a genio: “A me piace Dante e quest’anno non c’era nessuna domanda che lo riguardasse. A parte questo, è andato benone anche con Verga, Foscolo. Occorreva rispondere dettagliatamente sulle vite e le opere, mentre le domande di grammatica erano tutto sommato abbastanza semplici. Che voto mi aspetto? Beh, non il cinque. Ma un tre o un quattro sì”.

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