Van Gogh: tutti gli aspetti della vita e delle sue creazioni senza tempo

Gli attivisti della CI «Fulvio Tomizza» alla «mostra dei record» al Museo Revoltella a Trieste

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Van Gogh: tutti gli aspetti della vita e delle sue creazioni senza tempo
Una parte della comitiva umaghese. Foto: CI UMAGO

La Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago è reduce da un’escursione a Trieste, organizzata in collaborazione con l’Università popolare di Trieste e l’agenzia turistica Gabi Travel, per visitare la mostra di Van Gogh. Presente per l’occasione il segretario generale dell’UpT, Fabrizio Somma. Quella che viene presentata a Trieste, nella prestigiosa sede del Museo Revoltella, dimora storica e galleria d’arte moderna, progettata dall’architetto veneziano Carlo Scarpa, è la cosiddetta “mostra dei record”, visitata in pochi mesi da 600.000 visitatori a Roma. In occasione della mostra su Van Gogh, si è potuto visitare anche il bellissimo Museo Revoltella – Galleria d’arte moderna di Trieste, che vanta una prestigiosa collezione: a partire dal ricchissimo lascito del barone Pasquale Revoltella (che ne fece la sua dimora fino al 1869) fino alle più recenti acquisizioni di importanti esponenti dell’arte moderna e contemporanea.

Durante la visita alla mostra.
Foto: CI UMAGO

L’esposizione su Vincent van Gogh, che documenta in ordine cronologico l’intero percorso del pittore, parte dal racconto approfondito dei primi cinque anni di attività dell’artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra. Gli anni che vanno dal 1881 al 1885 sono determinanti, contando più di quanto non appaia dalle opere stesse. Un nutrito numero di disegni è dedicato al tema dei seminatori, dei raccoglitori di patate, dei boscaioli e delle contadine dedite alle mansioni domestiche. La grandezza dell’artista si rivela nell’espressività dei volti, negli atteggiamenti dei corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino.
Nei due anni del soggiorno parigino, 1886-1888, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin. Definisce sé stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell’Impressionismo come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro l’appellativo di artisti del Grand Boulevard. Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista, conquistando un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante, che si rende evidente dopo il trasferimento ad Arles. L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1888, genera sconvolgimenti emotivi ancora maggiori, che lo portano verso eccessi cromatici, che con la forza del tratto, delle vibranti e violente pennellate, rendono la rappresentazione della natura un esempio unico nella storia dell’arte.
L’esilio volontario nella primavera del 1889 nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Mausole, vicino a Saint Remy sigla un periodo non sempre sereno ma artisticamente fecondo. L’arte di Van Gogh tocca vertici fino ad allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che torna l’immagine del Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore. E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto. Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise, pur oscurati da una nube sempre presente, Van Gogh produce un gran numero di opere. A fine luglio 1890, Van Gogh decide di porre fine alla sua esistenza.
I cinquanta attivisti, soci e amici del sodalizio umaghese assieme alla presidente Floriana Bassanese Radin colgono l’occasione per ringraziare la straordinaria guida alla mostra di Van Gogh, la professoressa Francesca Martinelli, docente presso l’Università popolare di Trieste, che con passione e grande professionalità ha raccontato in modo emozionante i tantissimi aspetti della vita di questo artista così unico e del suo lavoro senza tempo.
Molto interessante pure la lettura di alcune parti ricavate dalle lettere della raccolta epistolare che raccoglie gran parte della corrispondenza tra Vincent van Gogh e il fratello Theodorus van Gogh, iniziata nel 1872 e finita con la morte dell’artista nel 1890. Le lettere sono state raccolte dalla moglie di Theo, Johanna Bonger, dopo la morte del marito e pubblicate nel 1914. L’artista si fidava pienamente del fratello e gli raccontava tutti gli avvenimenti che gli accadevano e proprio per questo nel volume si possono intuire le emozioni provate dal pittore, anche più dei fatti che avvenivano nella sua vita. È grazie a questa raccolta epistolare che il pubblico ha potuto conoscere meglio questo incredibile artista.
Terminata l’apprezzata visita della mostra, causa le sfavorevoli condizioni atmosferiche, la comitiva di Umago si è diretta direttamente in località Sistiana Malchina nell’agriturismo didattico “L’Allegra Fattoria” del Carso per trascorrere ancora qualche ora in allegria e spensieratezza e rinsaldare ulteriormente l’affiattamento tra gli attivisti dei vari gruppi d’attività del sodalizio umaghese con la musica “italiana” dei maestri Antonio Kozina e Leonardo Zannier.

La professoressa Francesca Martinelli.
Foto: CI UMAGO

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