Rovigno. La Regata un’ode al mare e alle sue genti

Si è svolta nel fine settimana la 18ª edizione della gara di barche tradizionali con vela latina e al terzo, alla quale hanno partecipato una quarantina di equipaggi

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Rovigno. La Regata un’ode al mare e alle sue genti
La sfilata notturna delle imbarcazioni tradizionali. Foto: ROBERTA UGRIN

Nel fine settimana il Molo grande di Rovigno è stato la base logistica della 18ª edizione della Regata di barche tradizionali con vela latina e al terzo, trascorsa tra vento di scirocco, racconti di mare e un pranzo comune. La manifestazione ha toccato pure alcune della zone più suggestive della città, a partire dal Molo piccolo e Montravo, per arrivare fino all’isola di Figarola.

La Regata è stata organizzata in occasione del 20º anniversario dell’adozione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO da parte dell’Ecomuseo “Batana”, dell’Associazione e dell’Istituzione “Casa della batana”, in collaborazione con il club di vela “Maestral”. Il programma si è svolto con il sostegno dell’Ente turistico cittadino e con il patrocinio della Città, mentre tra gli sponsor figurano le ditte ACI di Fiume, Valalta di Rovigno e Proficio di Zagabria. Presenti a sostenere la manifestazione sono stati il sindaco Marko Paliaga, il presidente del Consiglio cittadino Emil Nimčević, il vicesindaco in quota CNI David Modrušan, la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita e Rut Carek, del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia.
“La Regata rovignese di barche tradizionali con vela al terzo o latina è una manifestazione che dal 2006 unisce le genti di mare dell’Alto Adriatico, mediante la quale si celebra in modo pittoresco la cultura marinara caratterizzata dalla batana, in grado di coinvolgere tutti gli abitanti e i visitatori della città, con un programma ricco e variegato e attività sportivo-educative per tutte le età. Sabato mattina si sono svolti i laboratori dedicati ai più piccoli, con l’obiettivo di tramandare loro il vasto bagaglio del patrimonio marittimo locale, comprese le tecniche di costruzione delle batane, della pesca e in particolare il modo di dipingere le vele”, ha detto il presidente dell’Associazione “Casa della batana” Ennio Cherin, visibilmente soddisfatto del successo della manifestazione. Lo stesso pensiero è stato condiviso pure dalla direttrice dell’omonima Istituzione, Nives Giuricin, la quale ha sottolineato l’importanza di salvaguardare la conoscenza e l’abilità di navigare con la vela al terzo e latina, nell’ambito di un programma che celebra di anno in anno in modo creativo la cultura marinara. Riservato ai bambini pure il laboratorio “Pesco da solo”, organizzato in collaborazione con il club locale di pesca “Medusa”, molto apprezzato dai più piccoli.

Le imbarcazioni in attesa della partenza.
Foto: ROBERTA UGRIN

«Viràda in pignata!»
Dopo l’arrivo dei partecipanti provenienti dall’Istria e dal Quarnero, dall’Italia e dalla Slovenia con le loro imbarcazioni storiche tipiche dell’Alto Adriatico, il Molo grande ha ospitato per la prima volta “Viràda in pignata!”, un’esperienza culinaria durante la quale gli equipaggi partecipanti alla manifestazione hanno presentato il proprio luogo di provenienza, dando prova d’abilità anche nella preparazione delle rispettive peculiarità culinarie. I numerosi avventori hanno così potuto assaggiare dei piatti deliziosi e autentici, tra cui un’ottima busara di scampi, molluschi freschi e di alta qualità, la piadina romagnola, uova cotte e farcite alla veneziana, frittata agli asparagi e altro. Lo scenario di una Rovigno d’altri tempi è stato arricchito dalle note della band “Viècia Ruveìgno” con un repertorio di canti della tradizione locale. Nell’ambito del progetto europeo Interreg Italia-Croazia “Adriatic PorTLand”, negli spazi dello Spaccio Matika si è svolto il laboratorio “Exchange Lab”, durante il quale sono state presentate alcune attività di studio e good practice inerenti la conservazione e la salvaguardia dell’integrità del patrimonio culturale.
La parte agonistica della manifestazione, ossia la Regata vera e propria, è stata preceduta dall’esibizione della Banda d’ottoni di Rovigno, dopodiché i partecipanti (una quarantina di equipaggi), sorvegliati dal Comitato di regata, hanno dimostrato le loro abilità veliche in uno spettacolo a cielo aperto delle imbarcazioni tradizionali in legno con le loro maestose vele spiegate al vento proveniente da sud-est. Una vera e propria ode al mare e alle sue genti nello specchio di mare antistante il nucleo storico cittadino, che ha fatto da cornice perfetta alla manifestazione.

Grande movimento sul Molo grande per la “Viràda in pignata!”.
Foto: ROBERTA UGRIN

I vincitori
Il programma è continuato al calar del sole con le premiazioni dei vincitori nelle varie categorie, come pure per dei giovani che hanno partecipato al laboratorio di pesca sportiva. A classificarsi ai primi posti nelle varie categorie sono state le seguenti imbarcazioni con i rispettivi equipaggi: il guzzo del Quarnero “MD 551”, la batana piccola “Fiamita”, il veliero in legno dinghy “Laura”, il topo veneziano “Mafalda”, il leut “Stari Maček”, la passera “OP 392” e la “RV 1381”. I giovani premiati per la gara di pesca sono stati il vincitore Adriano Zaharija, il secondo classificato Luka Jelić e Gianluca Krelja, piazzatosi al terzo posto. Sono seguiti un brindisi e il taglio della torta in onore a quest’importante 18º compleanno della Regata.
A dare un tocco magico all’atmosfera della serata, già di per sè perfetta, è stato il coro misto della SAC “Marco Garbin” della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, che guidato dal Maestro Riccardo Sugar, si è esibito per l’occasione sul loger “Nerezinac”, giunto nel porto rovignese dall’isola di Lussino. È seguita, poi, l’imperdibile e romantica sfilata notturna delle imbarcazioni a vele spiegate, che grazie al vento di levante, sono riuscite a far trattenere il fiato a tutti gli spettatori che hanno ammirato la loro bellezza senza tempo dalla terraferma.

La SAC “Marco Garbin” sul loger “Nerezinac”.
Foto: ROBERTA UGRIN

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