Neurologia, una medaglia di diamante al CCO di Fiume

La Clinica di riferimento è tra le prime 200 in Europa. Sul botel «Marina» convegno sulla trombectomia meccanica

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Neurologia, una medaglia di diamante al CCO di Fiume
L’intervento di Vladimira Vuletić, a capo del Dipartimento di radiologia. Foto: RONI BRMALJ

Nel Centro clinico-ospedaliero di Fiume viene praticata con successo da cinque anni. È un piccolo giubileo, festeggiato ieri sul botel “Marina” attraverso un mini convegno. Stiamo parlando della trombectomia meccanica, una procedura minimamente invasiva utilizzata per rimuovere un trombo, o coagulo di sangue, da un vaso sanguigno. Il tema del simposio è “Riperfusione e gestione dell’ictus acuto – esperienze pratiche”, o più semplicemente, ripristino del flusso sanguigno. Per i risultati conseguiti nei primi tre mesi del 2024 alla Clinica di neurologia è stato conferito il riconoscimento RES-Q (Registry for Stroke Care Quality), che la pone tra le migliori 200 cliniche europee in questo campo specifico (medaglia di diamante).
Trattandosi di situazioni in cui è necessario un approccio multidisciplinare, all’incontro hanno partecipato esperti di diversi settori. Ci siamo fatti dare qualche dato, qualche informazione in più su una tecnica che, letteralmente, ha lo scopo di salvarci la vita. Slavica Kovačić è capo della Clinica di neurologia del CCO: “In questi 5 anni abbiamo trattato 361 pazienti e i risultati sono al livello degli standard mondiali”. Viene riconosciuto il merito ai media che in questo periodo hanno ripetutamente “pubblicizzato” il problema e le possiblità di affrontarlo. Ci sono le strutture per effettuare gli interventi e i tempi d’intervento sono stati accorciati, elementi fondamentali per conseguire un risultato ottimale. Dal momento in cui vengono individuati i sintomi all’intervento, non dovrebbero passare più di 20 minuti, il che è spesso irrealizzabile. Il problema aumenta, d’estate, in Paesi come Spagna, Portogallo, Italia e Croazia, con l’aumento esponenziale dei potenziali pazienti.
Vladimira Vuletić, capo del Dipartimento di radiologia diagnostica e interventistica del CCO: “In passato questi casi venivano considerati diversamente, ma oggi sappiamo di poter fare tanto. È stato un grande passo avanti. Copriamo la nostra e le due Regioni confinanti e il riconoscimento che ci è stato assegnato premia i risultati che ci pongono tra le 200 migliori cliniche in Europa. Nella Regione litoraneo-montana ci sono in un anno intorno a 600 casi di ictus. Tra quelli che vengono sottoposti all’intervento tra il 70 e 80 p.c. continuano a vivere in modo indipendente. In passato, quando ci riferiamo all’ictus, si sapeva che un terzo non ce l’avrebbe fatta, che un tezo sarebbe sopravvissuto, ma che avrebbe avuto bisogno di assistenza e un terzo che avrebbe continuato a vivere autonomamente. Grazie alle nuove tecniche queste percentuali sono cambiate”.
Sono intervenuti Alen Ružić, direttore del CCO e Goran Hauser, preside della Facoltà di Medicina di Fiume.

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