Presentato il volume «Tra i bracci»

La centenaria tradizione delle «grue» in legno d’acacia in un’opera dell’etnoatropologa Sunčana Dežjot

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Presentato il volume «Tra i bracci»
Biljana Bojić e Sunčana Dežjot. Foto: MAURIZIO ROTA

Nell’aula magna della Comunità degli Italiani umaghese ha avuto luogo una serata dedicata all’etnoatropologia. Presentato, infatti, al pubblico il volume di ricerche sulla tradizione delle caratteristiche “grue”, i paranchi in acacia utilizzati oramai da cent’anni dai pescatori locali. Il volume (dal titolo bilingue Tra i bracci – U naručju), firmato dall’etnoatropologa umaghese Sunčana Dežjot, che ha presentato l’opera insieme alla direttrice del Museo civico umaghese Biljana Bojić, mette in luce non solamente una tradizione che è stata tramandata fino ai giorni nostri, ma fornisce una nuova fonte d’informazioni sulla semplice quanto geniale invenzione dei pescatori del Salvorino e dell’Umaghese volta a mettere al riparo le proprie batane dai marosi. Oltre a sottolineare una tradizione che è cambiata poco a partire dagli anni ‘20 del secolo scorso, l’autrice mette in rilievo la struttura, il principio di funzionamento e i materiali che contraddistinguono i caratteristici paranchi. Grazie ai recenti programmi di tutela, oggi sono un bene storico protetto. Inoltre la pubblicazione fa anche da libro censore delle odierne locazioni dove le “grue” possono ancora essere viste in funzione. Nel volume vengono pure illustrati i cambiamenti che le stesse hanno avuto a partire dagli anni ‘70, quando i pali d’acacia erano stati in parte sostituiti da tralicci in metallo e, non ultimo, in acciaio inox. Seppure oggi buona parte delle piccole imbarcazioni dedite alla pesca sportiva trovino posto nei marina o agli ormeggi comunali, la tradizione non si è ancora spenta, vista la praticità e l’ingegno che ne stanno alla base. Inoltre, la studiosa ci fa capire la differenza tra le due principali famiglie di paranchi: quella salvorina e quella umaghese. Il volume esce per i tipi della ‘’Moj ured’’ di Jastrebarsko in 400 copie e si avvale del contributo del Fondo europeo per la marineria e la pesca, oltre a quello immateriale dei pescatori e degli entusiasti locali, che hanno messo a disposizione dell’autrice il proprio tempo e i ricordi.

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