Buie. Il pilo portabandiera è un simbolo di continuità temporale e identitaria

Il progetto, del valore di 25mila euro, è stato cofinanziato con i fondi dalla Regione Veneto, del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia e della Regione istriana

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Buie. Il pilo portabandiera è un simbolo di continuità temporale e identitaria
L’innalzamento della bandiera della Città di Buie

Esistono simboli che rappresentano un punto fermo per l’identità di un popolo, di una nazione, di una cittadina, che va al di là del tempo e uno di questi è sicuramente la bandiera. Con questa consapevolezza si è deciso di restaurare il pilo portabandiera da secoli presente in piazza San Servolo a Buie, sul quale troneggia il leone marciano. Il progetto, del valore complessivo di 25mila euro, è stato cofinanziato con i fondi dalla Regione Veneto, del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia e della Regione istriana, tramite il suo assessorato alla Cultura e alla Territorialità. In seguito alla conclusione di lavori di restauro del pilo, lunedì sera ha avuto luogo l’innalzamento ufficiale della bandiera della Città di Buie alla presenza di Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio della Regione Veneto, Jessica Acquavita, vicepresidente in quota CNI della Regione istriana, Vladimir Torbica, assessore regionale alla Cultura e alla Territorialità, Fabrizio Vižintin, sindaco di Buie, Corrado Dussich, vicesindaco di Buie in quota CNI, Boris Mostarčić, direttore dell’Istituto nazionale per il restauro, Lovorka Lukani, direttrice dell’Upa di Buie, Lorella Limoncin Toth, sovrintendente ai Beni culturali della Regione, Neda Šainčić Pilato, presidente della Comunità degli Italiani di Visinada e Lena Korenika, presidente del sodalizio locale. La Comunità degli Italiani e la SEI “Edmondo de Amicis” di Buie sono stati partner del progetto di restauro. Ad aprire la cerimonia, presentata da Tanja Šuflaj, è stato Valter Turcinovich, che ha declamato dei versi dedicati al protagonista della serata, al suo leone di San Marco e al legame indelebile tra Venezia e l’Istria.

“Sono lieto di essere qui a conclusione del rinnovo di questo pilo in pietra per il gonfalone della Serenissima – ha dichiarato il sindaco Vižintin –. Ringrazio personalmente la Regione Veneto e quella istriana per aver supportato questo progetto e per averci aiutato a rimetterlo a nuovo. Non si tratta soltanto della salvaguardia del nostro patrimonio culturale, ma anche di un ricordo della nostra identità che dura già da secoli”.

L’intervento del sindaco Fabrizio Vižintin

La legge Beggiato
A intervenire durante la cerimonia anche Jessica Acquavita, la quale, dopo i saluti, ha voluto sottolineare: “Ringrazio la Regione Veneto perché questi progetti sono il proseguo di tutto quello che si è fatto con la famosa legge Beggiato, che ha contribuito a portare alla luce e a far rivivere il patrimonio culturale e architettonico storico in tutta l’Istria. Ci ha sostenuto per ridare forza a quelle che sono le tracce di un’identità presente nel territorio da secoli”. Il presidente del consiglio della Regione Veneto, Roberto Cimabetti, in segno d’amicizia, ha regalato all’assessore Torbica la bandiera del Veneto, ricordando che questo è l’unico stendardo al mondo sul quale è riportata la parola “pax” (pace), concetto di straordinaria importanza oggigiorno. “Per noi restaurare un leone di San Marco è una cosa che ci apre il cuore; è un simbolo che rappresenta queste terre, da entrambe le parti dell’Adriatico, è un emblema di pace, c’è scritto anche sul libro sotto al leone appena restaurato. Mi auguro che cose come questa possano essere fatte anche in altri luoghi del territorio, con il quale noi ci sentiamo veramente legati”.
Il coro misto della CI di Buie, diretto dal Maestro Maurizio Lo Pinto ha regalato un intermezzo musicale, allietando gli ospiti con la canzone “Lo vedi, ecco el Buiese”. Dopo di che è intervenuto Vladimir Torbica, come promotore del progetto: “Abbiamo deciso di rinnovare il pilo del gonfalone: l’idea di base è stata quella di mostrare una parte dell’identità. Trovare i partner non è stato difficile, la Comunità degli Italiani e l’Upa hanno subito accettato con entusiasmo. In seguito è stato necessario trovare i finanziamenti e qui sono intervenute la Regione Veneto e la Regione istriana, stanziando i fondi necessari. Infine devo ricordare che dietro a ogni progetto, al di là delle istituzioni, ci sono le persone, perciò vorrei ringraziare chi ha svolto il lavoro: Rosemary Radešić Fakin e Tanja Šuflaj”.
L’ultimo intervento è stato quello del direttore dell’Istituto nazionale per il restauro Boris Mostarčić, il quale ha spiegato i vari interventi che sono stati fatti sul pilo, dal rifacimento delle parti metalliche, ormai corrose dal tempo, agli interventi sulla base in pietra, fino alla pulizia della superficie di pietra.


Lorella Limoncin Toth e Tanja Šuflaj, relatrici della serata

Cenni storici
La bandiera della Città di Buie è stata innalzata a suon di tromba, tra applausi, fotografie e video dei presenti, che hanno voluto immortalare questo momento di grande impatto simbolico.
L’evento è poi proseguito nella sede del sodalizio buiese, dove il pubblico e gli ospiti sono stati accolti dalle melodie del coro della CI. La serata è stata incentrata sull’intervento di Lorella Limoncin Toth, la quale ha ripercorso la storia della cittadina, per inquadrare meglio il contesto nel quale è stato eretto il pilo veneziano. Infine è intervenuta anche Tanja Šuflaj, illustrando le varie fasi di restauro e spiegando quali materiali sono stati utilizzati per rinsaldare la base della struttura in pietra.
Quella di lunedì è stata senz’altro una serata emblematica per i buiesi, ma non solo, i quali hanno assistito al rinnovamento di uno dei simboli della piazza principale, donando così al pilo del gonfalone una continuità temporale iniziata con la Serenissima e proiettata al futuro.

Le autorità e il pubblico nella CI di Buie
Vladimir Torbica, Lorella Limoncin Toth, Jessica Acquavita, Roberto Ciambetti e Fabrizio Vižintin
L’esibizione del coro misto della CI di Buie

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