Positività tossica, un tema molto attuale

L’argomento è stato trattato da Tihana Fontana Ristić nell’ultimo laboratorio di psicologia tenutosi a Dignano

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Positività tossica, un tema molto attuale
Il laboratorio all’UPA. Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

“Positività tossica: quando essere felici diventa un obbligo”. Questo il titolo dell’ultimo laboratorio di psicologia (prima della pausa estiva, a luglio e agosto) tenutosi all’Università popolare aperta di Dignano. Il settimo incontro 2024 è stato guidato da Tihana Fontana Ristić, che ha sviluppato un argomento quanto mai attuale, quello sulle differenze tra positività autentica e positività tossica. Come spiegato dalla relatrice, quando si parla di positività tossica si intende un atteggiamento eccessivamente positivo e forzato, che si mette in atto, a volte consciamente e altre no, di fronte a un evento negativo o semplicemente poco piacevole, con l’intento di cercare di allontanarlo da sé. Si tratta, quindi, di una sorta di meccanismo di difesa che si avvale della negazione delle emozioni e impedisce alle sensazioni che si stanno davvero provando, di scorrere libere. Anche se non lasciarsi andare allo sconforto o alla negatività è un modo sano di affrontare i momenti meno piacevoli, eccedere con un atteggiamento opposto non è salutare. Provare rabbia, delusione o sconforto a volte è normale e allontanare questi stati d’animo da sé significa infatti semplificare eccessivamente le reazioni del cervello umano e il modo in cui elabora le emozioni. Questo, con il tempo, invece di migliorare può essere dannoso per la salute mentale.
A spingere le persone a forzare la mano e a sviluppare l’attitudine alla positività tossica sono molto spesso le alte aspettative che sviluppano nei confronti di determinati eventi o l’elevato valore che attribuiscono alla propria felicità. In questi casi il mancato raggiungimento di un obiettivo le fa sentire frustrate, arrabbiate e deluse, ma invece di lasciarsi andare a questi sentimenti li reprimono, fingendo un’inesistente felicità. La positività tossica, quindi, non è altro che un’inclinazione naturale che dipende dall’atteggiamento che una persona tiene nei confronti della felicità e di ciò che avviene nella sua quotidianità, che a sua volta la porta a rispondere in un modo o nell’altro alle esperienze negative come fallimenti, perdite o delusioni. Queste sono presenti nella vita di tutti, a fare la differenza è il modo in cui le si affronta e se si punta alla felicità costante i momenti difficili non possono che essere vissuti come ostacoli alla propria realizzazione, mentre se si comprende come queste emozioni siano parte della vita, scompare l’esigenza di doverle negare e di sviluppare una positività solo di facciata e quindi tossica. I workshop di psicologia in collaborazione con la Società degli psicologi dell’Istria riprendono a settembre, con lo stesso orario: ogni terzo mercoledì del mese alle ore 18 negli spazi dell’UPA (Portarol 31).

Tihana Fontana Ristić.
Foto: VANJA STOILJKOVIĆ

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