La pandemia ha giovato al mercato immobiliare

In Croazia cresce l’interesse per le case di fascia alta, le cui compravendite sono quintuplicate nell’ultimo anno. La domanda è alimentata dalla diaspora

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La pandemia ha giovato al mercato immobiliare

La pandemia di Covid-19 ha giovato al settore del real estate croato. L’anno scorso, agli albori della crisi epidemiologica tutti o quasi avevano pronosticato un calo delle vendite, l’inabissamento delle quotazioni degli immobili e il conseguente tracollo del settore. La realtà dei fatti però è ben diversa. Le compravendite sono aumentate e con queste pure i prezzi. Ad affermarlo è Branko Papeš, fondatore e direttore della Dogma nekretnine di Fiume, società leader in Croazia nel settore del real estate. L’immobiliarista ha trattato l’argomento ieri, nel corso della presentazione del nuovo numero della rivista Dream, il magazin curato da Danijela Korkut ed edito dall’agenzia immobiliare fiumana. A conferma delle sue tesi Papeš ha fornito alcuni dati attinenti all’esercizio della Dogma nekretnine, il cui giro d’affari è cresciuto nei primi sei mesi del 2021 del 100 p.c. rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 60 p.c. rispetto al 2019. “La compravendita degli immobili esclusivi, quelli più costosi per intenderci, è quintuplicata. Tanto che abbiamo deciso di aprire una filiale a Pola e presto ne avremo una anche a Varaždin. Ultimamente riusciamo a piazzare più facilmente proprietà del valore superiore ai 200-250mila euro che non quelle il cui prezzo si ferma a 70-80mila euro. Se disponessimo di 15 ville fronte mare del valore di 2-3-5 milioni di euro sono certo che riusciremmo a venderle tutte, e non parlo soltanto di acquirenti stranieri”, ha detto Papeš, ammettendo però che la Croazia non è ancora in grado di attrarre il Gotha mondiale, per intenderci le famiglie elencate nella lista dei cinquecento miliardari più facoltosi al mondo. “Per loro siamo ancora soltanto una meta da visitare a bordo dei loro panfili. Loro gli investimenti immobiliari li fanno in località che hanno lo status di destinazioni, ad esempio New York”, ha osservato Papeš spiegando che per trasformare la Croazia in una destinazione la classe dirigente che amministra il Paese deve dimostrare di avere coraggio.

 

Nuovi status symbol

“Ammetto che anch’io ero tra coloro che temevano che si sarebbe verificato un calo dei prezzi. I miei timori però si sono rivelati infondati. Ora, un anno più tardi abbiamo compreso il perché dell’incremento della domanda e di conseguenza pure dei prezzi”, ha ammesso Papeš. “Innanzitutto – ha proseguito – la pandemia ha modificato il rapporto delle persone nei confronti del luogo nel quale si dimora. Se un tempo negli alloggi si abitava, oggi nei medesimi si trascorre il tempo. Inoltre, stanno diventando sempre più numerose pure le persone che lavorano da casa”. In altre parole la “nuova normalità” ha modificato alcuni approcci alla vita del cittadino croato medio. “Se in passato in Croazia lo status symbol per antonomasia era l’automobile, oggi lo è la casa nella quale si risiede”, ha affermato l’immobiliarista fiumano, puntualizzando che “le persone desiderano abitare in case più belle. E i gusti sono cambiati. Se fino a un anno fa le unità abitative situate al piano terra erano poco attraenti, ora questo tipo di alloggi è molto gettonato perché la gente desidera accedere direttamente al giardino. Nell’ultimo anno è cambiato anche il modo di vendere gli immobili. Noi ne abbiamo già venduti una cinquantina in modalità on line, sia di quelli il cui prezzo varia dai 50 ai 70mila euro, che quelli il cui valore supera i 500mila euro. Prima dello scoppio della pandemia era impensabile che qualcuno acquistasse una casa senza prima averla visitata”, ha detto Papeš.

L’immobiliarista Branko Papeš

L’inflazione

Tra gli altri fattori che hanno inciso sull’andamento del mercato immobiliare l’uomo d’affari ha elencato i tassi d’interesse negativi applicati dagli istituti di credito sui depositi e la tendenza dei risparmiatori a tutelare il proprio capitale dall’azione erosiva dell’inflazione investendo in beni rifugio. “Depositare in banca il denaro non conviene più. Molte persone hanno preferito riscuotere i propri risparmi e investirli nell’acquisto d’immobili. A causa della pandemia si è stampato molto denaro, parliamo di miliardi. Ciò ha stimolato la crescita dell’inflazione che viaggia a ritmi del 2-3 p.c. all’anno. L’inflazione fa perdere valore al denaro. Il modo più semplice per tutelare il valore del denaro consiste nell’investire in immobili, che una volta dati in locazione possono fruttare dal 3 al 7 p.c. all’anno”, ha osservato Papeš.

Gli immobili a Fiume fanno sempre più gola agli investitori stranieri

Nicchia di mercato

Ad aver contribuito all’andamento positivo del mercato immobiliare è stata anche la propensione della diaspora ad acquistare casa in Croazia. “L’obiettivo che la politica croata non riesce a raggiungere da oltre dieci anni è stato centrato dalla pandemia”, ha ironizzato Papeš. “Stiamo parlando – ha rilevato – di una nicchia di mercato che nell’ultimo anno è letteralmente esplosa. L’interessamento dei nostri compatrioti all’estero per l’acquisto d’immobili in Croazia è aumentato non del 10 p.c. ma di dieci volte. E lo stesso si può dire per le compravendite realizzate”.

Un nuovo complesso residenziale a Cantrida

Futuri pensionati

Nel caso della diaspora, come pure dalle persone originarie da altre Repubbliche dell’ex Jugoslavia, proprio l’area istro-quarnerina e in particolare Fiume e il suo hinterland risulta tra quelle più attraenti. “Abbiamo clienti originari della Dalmazia che preferiscono ritirarsi qui in pensione piuttosto che nelle loro zone d’origine”, ha notato l’imprenditore, aggiungendo che in un complesso edile in via di realizzazione a Fiume, progetto che vede coinvolta la Dogma nekretnine, sta suscitando l’interesse di croati che vivono negli USA, Svizzera, Austria, Svezia, Norvegia, Olanda, Cina… Un discorso analogo vale anche per gli stranieri. E i motivi sono semplici. Questa parte della Croazia offre numerosi vantaggi ad iniziare dalla sicurezza. Per alcuni stranieri il fatto di poter passeggiare tranquillamente per le strade a notte fonda è un lusso che non ha prezzo. Naturalmente va detto che anche i prezzi degli immobili in Croazia sono spesso relativamente contenuti rispetto a quelli praticati all’estero. Fiume, sempre in base ai dati illustrati da Papeš sta diventando sempre più attraente pure agli occhi dei nomadi digitali. “Questa fascia di clienti non è interessata tanto all’acquisto, quanto all’affitto degli alloggi”, ha puntualizzato l’immobiliarista.

Branko Papeš e Danijela Korkut (al centro) con alcuni degli agenti della Dogma nekretnine

Il ruolo dell’euro

A proposito dei prezzi degli immobili, Papeš non ha definito campati in aria gli inviti alla prudenza lanciati dalla Banca nazionale croata (HNB). “Esistono già delle aree della Croazia dove i prezzi stanno calando, in Lika e in Slavonia ad esempio”, ha notato Papeš. Tuttavia, ha invitato a considerare quanto sta accadendo a Fiume e ad Abbazia, dove hanno iniziato a investire gruppi del calibro della Lürssen (la società tedesca ha assunto il controllo della Liburnia Riviera Hotels e pianifica investimenti assieme all’ACI) o della Hilton (ha preso in gestione il nuovo resort turistico di Costabella), ma anche altri fondi. Segnali questi che lascerebbero presagire un’esplosione del mercato immobiliare della zona. Papeš stima che nell’arco di un paio d’anni ad Abbazia il prezzo degli immobili quotati attualmente attorno ai 4-5.000 euro al metro quadrato potrebbe raddoppiare e in certi casi triplicare. Inoltre, ha detto che ritiene molto probabile che anche l’adozione dell’euro da parte della Croazia possa far lievitare i prezzi degli immobili di qualche punto percentuale.

Per tutte le tasche

Ma anche chi non dispone di un budget stellare può stare tranquillo. “Uno dei pregi di Fiume e che il mercato non è impazzito. Esistono ancora tantissimi alloggi il cui prezzo va dai 1.700 ai 2.000 euro al metro quadrato. Altrove non è sempre così. A Spalato, ad esempio, ormai non si può trovare nulla che costi meno di 3.000 o 3.500 euro al metro quadrato”, ha fatto presente Papeš, elogiando anche il programma di prestiti agevolati (APN) che ha permesso a migliaia di famiglie in Croazia di poter acquistare una casa o un appartamento.

Il terremoto di Zagabria

Papeš non si è sbilanciato sul fatto se l’aumento dell’interesse per gli immobili nell’area istro-quarnerina sia dovuto alle conseguenze del terremoto devastante che ha colpito Zagabria nel marzo del 2020. Un evento traumatico che stando ad alcuni addetti al settore avrebbe contribuito a cambiare le abitudini di molti investitori, che prima erano concentrati sul mercato immobiliare della capitale, ma che ora preferiscono scommettere su altre parti della Croazia. “In seguito al terremoto a Zagabria si è venuta a creare una netta distinzione tra gli immobili vecchi, quelli costruiti prima del 1968, e quelli sorti dopo il terremoto che rase al suolo Skopje. I prezzi degli edifici non antisismici scendono, mentre quelli delle costruzioni risalenti agli anni ‘70 e ‘80 stanno salendo. A Zagabria la richiesta per le case nuove è alle stelle. C’erano investitori che si ritrovavano con centinaia di alloggi (primo ingresso) vuoti che sono riusciti a vendere tutto. Noi a Zagabria abbiamo appartenenti che riusciamo a piazzare a 6-7-8.000 euro al metro quadrato”, ha concluso Papeš.

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