Un viaggio gastronomico a Fiume

Sabato mattina l’Exportdrvo è stato invaso da cittadini desiderosi di assaporare le prelibatezze culinarie di culture lontane e vicine. Tante le SAC che si sono presentate con danze e canti tipici del proprio Paese. Per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento ci sono state delle lamentele

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Un viaggio gastronomico a Fiume
Deborah Voncina Ivanić, Patrizia Chiepolo, Roberto Colombo, Ester Sterpin e Silvana Zorich. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il programma gastronomico “Melting Pot” del Festival Porto Etno si è riconfermato come un evento imperdibile, arricchito da un variegato programma culturale e una vasta offerta di pietanze presso le numerose bancarelle messe a disposizione delle minoranze che vivono a Fiume e nella Regione litoraneo-montana. Sabato mattina, gli spazi dell’Exportdrvo sono stati letteralmente presi d’assalto da un fiume di cittadini curiosi di provare i diversi piatti tipici delle varie culture del mondo.

Tanti profumi e sapori
Un vero viaggio attraverso i sapori di tutto il mondo, all’insegna del gusto delle migliori prelibatezze culinarie. L’esperienza gastronomica è stata unica, con specialità provenienti dalla cucina rom, bosgnacca, russina, ma anche da Albania, Filippine, Trinidad e Tobago, Serbia, Madagascar, Macedonia, Italia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Russia, Ucraina e Ungheria, nonchè dall’associazione Primorski Hrvat.
Tra i piatti più apprezzati si potevano degustare le tap di manzo, le hurmašice, il Gravče na tavče, il mansaf, il Vepřo Zeli Knedlo (cotoletta di maiale arrostito con gnocchi e crauti provenienti dalla Repubblica Ceca), le placke e molto altro. Insomma, per chi ama provare cose nuove, era il posto più adatto in assoluto!
Si potevano inoltre trovare rinfreschi nei succhi di frutta tradizionali, sorseggiare birre artigianali, mandare giù la Becherovka (R. Ceca) o una delle tante grappe “fatte in casa” dei Paesi balcanici.

Sheila Sabo e Mary Varga (Filippine).
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

L’importanza delle diversità
A dare il benvenuto ai partecipanti è stato il sindaco Marko Filipović evidenziando l’importanza del riconoscere le diversità delle varie culture che abitano nella nostra città. Da quel momento la festa ha preso il via: tanti sapori squisiti da provare, accompagnati da esibizioni sul palco curate da un ricco assortimento di associazioni culturali.
L’accompagnamento musicale e scenico del viaggio gastronomico è stato offerto dalle varie comunità dei serbi, dei montenegrini e dei bosgnacchi di Fiume, dalla Società Culturale Artistica SEVDAH, dalla Società Culturale Macedone Ilinden, dalla Comunità degli Italiani di Fiume e Abbazia, dalla Matica Slovacca, dalla Società Ceca, dalla Società Culturale regionale dei russini e degli Ucraini Rušnjak, dalla Comunità Democratica regionale degli Ungheresi, dal KPD sloveno Bazovica, dall’Associazione per la promozione del patrimonio Primorski Hrvat e dall’associazione di danza Riječke palade. Sul palco, presentati dal direttore della Casa Croata di Cultura (HKD) Edvin Liverić, si sono alternati i gruppi folcloristici dei vari paesi con tanto di balli, canti e scenografie.
Tra i 17 pezzi musicali presentati, si è distinta anche la Comunità degli Italiani di Abbazia con le celebri canzoni “Vitti ‘na crozza”, “Funiculì, Funiculà” e “C’è la luna in mezzo al mare”.

Dal Madagascar a Fiume
La bancarella delle Filippine offriva la tap di manzo, due insalate miste (una con base di melanzane e una senza), dolcetti verdi a base di riso e il buchi (dolci palline fatte di fagioli e cosparse di semi di sesamo). Le sorridenti Sheila Sabo e Mary Varga, presenti all’evento per la terza volta, si sono dette felici di essere qui e poter offrire qualcosa del loro paese. Marie Grbić (Madagascar) e Dionne Tomić (Trinidad e Tobago) hanno addobbato il loro bancone con il pane alle erbe Mofo Sakay e il pesce salato Buljol, la Baigan Choka (una salsa di melanzane affumicata e speziata) e come dolce il Coo Coo (farina di mais cotta e condita con gombo e acqua). Dionne Tomić ha dichiarato: “Vengo qui dal 2017 e oggi vi ho portato alcuni dei piatti tradizionali della cucina del Trinidad, che ha subito, nella storia, l’influenza di vari popoli, dall’Africa ma anche dalla Cina, offrendo quindi una cucina piena di sapori diversi”. Tappa doverosa al bancone della minoranza ceca, dove Anna Radojà ci ha fatto gustare un buonissimo Vepřo Zeli Knedlo e una miriade di dolci. Veramente tutto squisito! Alla loro sinistra, nemmeno i Bosgnacchi scherzano: pietanze da “mangiare su due piedi” come le classiche pite, le baklave o le tufahije, tutte cose che conosciamo bene, ma delle quali non ci stufiamo mai.

Marie Grbić (Madagascar) e Dionne Tomić (Trinidad e Tobago).
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Scarsa organizzazione
Nafa Delimehić, rappresentante dell’associazione della minoranza bosgnacca della Regione litoraneo-montana, ha detto: “Partecipiamo a questo evento dall’inizio e molti della nostra associazione vi partecipano con piacere. L’unica nota stonata di questo evento da incorniciare è lo scarso impegno delle autorità cittadine. Ci sono molte lacune come ad esempio il cofinanziamento che copre circa un quarto di quello che spendiamo realmente, oppure lo spazio messoci a disposizione quest’anno che è di anno in anno sempre più piccolo. Migliorare un po’ l’aspetto organizzativo e tutto sarà eccezionale.” Ivona Dunoski Mitev, presidente della società culturale dei macedoni di Fiume Ilinden, ha affermato: “Ho spronato i nostri macedoni qui presenti a rappresentare al meglio la Macedonia davanti ai nostri concittadini di Fiume. La nostra orchestra e il nostro coro hanno preparato tre canzoni mentre la sezione folcloristica danzerà il tradizionale ballo Oro. Il cibo che abbiamo preparato vi spiazzerà per la sua bontà”. Ha poi aggiunto una nota polemica: “Forse la location dell’evento potrebbe essere più comoda e magari più ventilata. Fiume ha tanto da offrire a livello di minoranze ed è un peccato rintanarci tutti in uno spazio così stretto. Si sono fatti enormi sforzi per preparare tutto questo cibo e poi capita che non abbiamo lo spazio necessario per esporre il tutto”.

La società culturale dei macedoni di Fiume, Ilinden.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

CI di Fiume e Abbazia
Per chiudere, una piccola ricapitolazione sulle bontà offerte dalla bancarella della CI di Fiume e Abbazia: orzotto, tacchino tonnato, pasta al pesto, pasta fredda con verdure, torta salata, e poi dolce come il tiramisù al pistacchio, il parozzo abruzzese, la torta con le carote e la margherita, crostate di frutta, il tutto preparato da Silvana Zorich, Ester Sterpin, Roberto Colombo, Patrizia Chiepolo e Deborah Voncina Ivanić. Un’infinità di bontà, insomma, e un evento sicuramente da non perdere!

I visitatori della manifestazione gastronomica del Porto Etno.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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