Gibonni: «L’amore è l’unica verità»

Applaudito il cantautore spalatino che dopo cinque anni fa ritorno alle Cave romane a Vincural nell'ambito del Festival «Rocks&Stars»

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Gibonni: «L’amore è l’unica verità»
Nikša Bratoš e Gibonni

“L’amore è ciò che conta. L’amore è l’unica verità”, sono le parole di Zlatan Stipišić Gibonni, il quale l’altra sera riconquista il pubblico alle Cave romane a Vincural. Uno dei cantanti pop più seguiti e premiati in Croazia, fa ritorno dopo cinque anni a Vincural nell’ambito della quinta edizione del Festival “Rocks&Stars”.

L’ultima esibizione in uno degli ambienti più suggestivi d’Europa, dall’architettura unica, con pareti a strapiombo, che fungono da perfetta scenografia naturale, era a luglio del 2019, sempre in occasione della kermesse organizzata da Event Brick in collaborazione con il Comune di Medolino, l’Ente per il turismo locale e quello della Regione istriana.

Uno spettacolo assicurato
Il grande cantautore spalatino Gibonni ha proposto dinanzi al pubblico istriano una serata memorabile. Il tutto esaurito anche questa volta era scontato e l’atmosfera straordinaria. L’acustica dell’ambiente, assieme al gioco luci, ha reso le alte rocce ancora più teatrali ma anche impressionanti, soprattutto per chi – come la sottoscritta – vi è stata per la prima volta. Dopo aver occupato un posticino in prima fila – nel caso dei concerti del rinomato cantautore dalmata che vanta quasi quarant’anni di carriera questo è un obbligo – attendiamo l’inizio dello spettacolo, perché altro non può essere.
Sono le 21.25 ed ecco che l’amore inizia ad aleggiare formando una nuvola che ricopre lo spazio delle Cave per ben due ore e 20 minuti: “Dobri ljudi” introduce la serata trasportando gli spettatori nel lontano 1993. Ed è subito festa!
Si prosegue con “Kiša (Z’naab)”, singolo nato durante il periodo del lockdown e inciso sull’album “U po’ ure”. La canzone che vede scendere Gibonni tra il pubblico dopo soli dieci minuti è un inno alla musica rock, una fusione della Dalmazia e dell’Africa. Con “Činim pravu stvar” anche fan più tranquilli o quelli anziani si mettono a ballare accompagnando il protagonista per il resto della serata. Applausi e ovazioni per il backing vocalist Teo Brajčić, il quale interpreta in un italiano perfetto alcuni versi della celebre “Ne odustajem”. E si prosegue senza nemmeno un minuto di pausa con il resto del concerto basato su parte dei successi, tutti più o meno, incentrati sull’amore, come “Nek se dijete zove kao ja” (per la prima volta sentito dal vivo e di concerti di Gibonni ce ne abbiamo alle spalle!) e “Mirakul” (singolo girato sulla Scena estiva di Abbazia con Geoffrey Oryema nel 2001). Le due canzoni vengono eseguite in duetto con una magnifica Stephanie Sounds, voce incomparabile spesso presente sul palco con Gibonni.

La canzone “Mirakul” viene eseguita in duetto con Stephanie Sounds

L’inizio della tournée
È ora di dire due parole fuori dal contesto musicale. Il protagonista della calda serata estiva spiega di voler celebrare le persone che continuano a essere sé stessi pur vivendo in un mondo che nel XXI secolo regredisce. Rivela poi che “siete davvero fortunati; questa è la nostra prima tappa di una tournée dalla durata di otto giorni”. Infatti, il giorno seguente, sabato sera, Gibonni ha tenuto un concerto sold out a Capodistria, in Piazza Tito. Nonostante ciò la tappa istriana viene seguita, come di consueto da numerosi sloveni, ma anche da fan venuti dalle vicine Pola, Rovigno, Albona, Cittanova, Parenzo e anche Fiume.
Accompagnato dalla sua band e da due giovani trombettisti il musicista conquista il pubblico con la sua combinazione particolare di pop e rock e con la sua musica emotiva e autentica.
Presentate all’unisono con il pubblico “Nisi više moja bol” e “Sve ću preživit”, ci tuffiamo nel 1997 con “Nepobjediva”, un’altra chicca raramente eseguita. Con “Judi, zviri i beštimje” l’atmosfera si fa ulteriormente calda.

Un omaggio a Oliver Dragojević
E come non ricordare l’amico di una vita con ha collaborato per decenni? La pluripremiata “Cesarica”, scritta da Gibonni, viene dedicata al compianto Oliver Dragojević, il quale la portò al successo.
Il pianista Maasej Kovačević si è messo alla prova con il singolo “Kao tempera”, affiancato dal violinista Marko Ramljak. Applauditi tutti i membri della band (i backing vocalist Teo Brajčić, Darija Hodnik e Brankica Jovanovska, Nikša Bratoš alla chitarra, Marko Reljanović al basso, Branimir Gazdik alle percussioni) che accompagnano Gibonni da oltre due decenni.
Sono le 22.30. Il pubblico perde la percezione del tempo e la serata sembra iniziata qualche minuto fa. “Libar” conquista tutte le generazioni di fan che proseguono il loro sogno tra le mura delle Cave di Vincural. Gli spettatori vengono trasportati in uno straordinario viaggio di suoni, sensazioni e immagini, quelle create dagli splendidi acquerelli delle canzoni intramontabili.

Limitare l’uso degli smartphone
Tratta dall’ultimo album “U po’ ure”, la romantica “Lažu fotografije”, storia di un amore iniziato nella gioventù che perdura nel tempo, viene accompagnata a lume… di smartphone.
A proposito di telefonini, diventati ormai parte della coreografia dei grandi concerti, Gibonni rimprovera diverse volte (scherzosamente) i fan che ne fanno uso e distraggono in questo modo lui stesso “perché non mi sento libero di dire ciò che mi sta a cuore”. Lo smartphone è nelle tasche, anzi nelle mani di tutti ma rimaniamo perplessi dall’uso costante dei telefonini durante il concerto. Le persone sono sempre lì a tentare di scattare foto o di fare dei video. Poi, immediatamente a mandarli sui social. Si dovrebbe essere al buio e solo il palco dove suonano i musicisti illuminato dalle luci… invece no. Nel pubblico ci sono tutti questi vetrini luminescenti accesi e dita che scorrono continuamente. Va bene scattare qualche foto ma c’è un limite. Migliaia di spettatori passano il tempo a riprendere l’esibizione invece che godersela.
Senza dubbio il “phone free show” – richiesto dal grande cantautore Bob Dylan per una sua tournée nel 2023 – crea un’esperienza migliore per tutti. I nostri occhi si aprono un po’ di più e i nostri sensi sono leggermente più acuti quando perdiamo la stampella tecnologica a cui ci siamo abituati.

Brani noti e duetti
Non è mancata “Sreća”, incisa sul cd pluripremiato “Familija”, un album di gran classe che Oliver e Gibonni avevano messo assieme e con un arrangiamento davvero sopraffino. Durante l’esecuzione Gibonni cerca l’aiuto del pubblico che interpreta la parte di Oliver. Per il cantante è commovente pronunciare i versi che appartengono alla voce del suo amico. Si continua con “U ljubav vjere nemam” e “Dvije duše” e cavalli di battaglia uno dietro l’altro.
Interpretazione da brividi di “Amazing Grace” di Stephanie Sounds, l’inno cristiano in lingua inglese composto per la parte scritta da John Newton nel 1772 e pubblicato nel 1779. Tra le più popolari canzoni della storia, il brano gode di ampia notorietà soprattutto negli Stati Uniti, dove viene spesso utilizzato sia in occasione di eventi religiosi sia in situazioni più mondane.
Durante l’esecuzione della sempre attuale “Oprosti” (le cui parole se venissero messe in pratica più spesso da ciascuno di noi il mondo sarebbe un posto migliore) in duetto con Sounds, Gibonni scende dal palco e s’immerge tra il pubblico che approfitta per fare foto (nuovamente!) da postare sui social. Grande finale con “Zlatne godine”; la preghiera per un amore interrotto e il consiglio di trascorrere del tempo con le persone che amiamo “perché alla fine, ciò che rimane, sono i momenti passati in compagnia dei nostri cari”.

L’immancabile bis
Due ore di concerto possono bastare? Non per Gibonni, tantomeno per i fan. Ecco che si ritorna sul palco per l’immancabile bis. Prima però Gibonni invita tutti a un sicuro ritorno a casa. Durante gli ultimi minuti si susseguono ancora “Posoljeni zrak i razlivena tinta”, che porta gli spettatori alle stelle e l’inno ai marinai “Udica”. Chiusura con “Hodaj” e l’auspicio “che tutto vi vada bene”. Infiniti applausi del pubblico che ha avuto occasione di godersi le perle dell’eccezionale discografia di Zlatan Stipišić Gibonni. Gibo, grazie per questa serata tanto attesa e desiderata dai tuoi fan.

Gibonni (al centro) con la sua band alla fine della serata

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