ANGOLI CITTADINI Sala di lettura di Tersatto, fulcro culturale e artistico

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ANGOLI CITTADINI Sala di lettura di Tersatto, fulcro culturale e artistico
La facciata centrale della Sala croata di lettura come si presenta oggi. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

All’epoca della rinascita illirica lungo il Litorale croato vennero fondate svariate società di lettura, le quali ben presto divennero i focolai della vita culturale-formativa e sociale. In tale contesto, la prima fu quella avviata a Novi Vinodolski nel 1845 e, quattro anni dopo, quella di Fiume. Per ciò che concerne invece la località di Tersatto, verso il 1877 un gruppo di patrioti, nello specifico 37 membri fondatori, si organizzarono per istituirne una anche lì, il che ebbe luogo appena una decina di anni più tardi, quando accordarono il Regolamento e la denominarono Sala croata di lettura.

A detta della storica dell’arte Radmila Matejčić (da “Come leggere la città”), i lavori relativi alla sua edificazione iniziarono l’8 settembre 1887, ovvero un anno dopo la conferma delle regolamentazioni sociali da parte del bano Khuen Hedervary. Nel 1888 la società si trasferì nei locali di un’ala dell’edificio scolastico, in cui venivano organizzate molte feste, nonché, con l’innalzamento del palco, cominciarono ad aumentare gli spettacoli dilettantistici firmati sia da autori nostrani che italiani, come pure svariati concerti e conferenze. Nonostante l’entusiasmo e la buona volontà dei membri, lo spazio troppo ristretto non permetteva di allargare i contenuti ad altre attività, per cui nel 1893 il presidente dell’associazione, Josip Linić, propose la costruzione di un palazzo più adatto. L’idea fu accolta a braccia aperte, cosicché due anni più in là, su suggerimento di Eugen Matković, venne fondata la Commissione edile costituita da rinomati esperti quali Fran Matković, Tomo Matković, Ivan Šikić e Nikola Glavan, nonché Rude Linić in qualità di avvocato. Lo stesso assicurò sin da subito una miriade di investitori e azionisti che avrebbero finanziato l’edificazione (si fecero avanti ben 49, che sottoscrissero 500 obbligazioni).

Straordinarie soluzioni funzionali
Nella riunione straordinaria dell’associazione, tenutasi il 3 maggio 1896, venne approvata la relazione del succitato organo e, affidando il progetto all’ingegnere edile Tomo Matković, si decise di far avviare i lavori, di cui la prima pietra fu posta il 5 agosto dello stesso anno. La posizione scelta fu quella di fronte allo spiazzo davanti alla Basilica della Madonna di Tersatto, nel giardino della casa di Josip Linić e Tonka Kučel e la bella palazzina fu innalzata in soli 15 mesi.
Nello scritto dello storico e teologo Andrija Rački “Storia della città di Sušak”, leggiamo che a quei tempi tutta l’attività edilizia inerente al rione di Sušak portava la sigla di eccellenti architetti quali Randić, Ambrosini, Stanisavljević, Culotti e Mate Glavan, per cui fu naturale rivolgersi a quest’ultimo per la stesura del prospetto architettonico della nuova Casa sociale della Sala croata di lettura. Allo stesso partecipò anche il noto ingegnere e imprenditore, nonché membro della Commissione, Tomo Matković. Dalla loro proficua collaborazione nacque una soluzione funzionale straordinaria che, oltre alla sala di lettura e a un ampio salone per gli spettacoli, disponeva dell’immancabile area ristorativa, come pure degli spazi necessari alle prove delle numerose compagnie musicali.
Il sunnominato urbanista, rappresentante dello stile dell’alto storicismo, riuscì a collocare molto abilmente l’imponente edificio, completato il 31 ottobre del 1897, nello spazio a disposizione, il cui terreno si presentava scosceso. Ne approfittò per volgere il suo lato più stretto verso la strada che portava a Varoš (l’odierna piazza dei Francopani), mentre quello più ampio verso il Golfo del Quarnero. Considerata l’eccellente e armoniosa applicazione del repertorio decorativo classico rinascimentale nelle relazioni modulari, si desume che Glavan deve aver vantato una vasta esperienza nella costruzione di stabili rappresentativi nel suddetto stile.

Culla artistica e culturale
Dalla sua apertura fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, la Sala di lettura operò in qualità di fulcro culturale, artistico e di intrattenimento non solo per gli abitanti di Tersatto e Sušak, bensì anche per quelli di Fiume e del Litorale. A detta di Matejčić, la stessa ospitò numerose società, tra cui quella nazionale di canto “Primorski Hrvat” (1895), la banda di ottoni “Trsat” (1906), l’associazione sportiva “Slavlja” (1910) e l’impresa artigianale “Erazmo Barčić” (1913). A modo di tutti i grandi palazzi pubblici, durante la Prima e la Seconda guerra mondiale venne utilizzata per le esigenze dei vari eserciti, nonché fino al 1946, quando fu riqualificata per volere del Comitato Popolare di Liberazione, subì vari danni sia per ciò che concerne la facciata che gli interni. A seguito della ristrutturazione, la bella terrazza si presentò ancora più spaziosa e la vista sulla città più aperta.
Alla Sala croata di lettura sono legati i nomi di tre famosi artisti che ne abbellirono gli interni: l’italiano Marco Antonini, il quale decorò anche la residenza del conte Laval Nugent von Westmeath e gli spazi museali del Castello di Tersatto, il pittore e teorico dell’educazione artistica Giuseppe Moretti-Zajc di Buccari e il fiumano Vlado Potočnjak. Le opere del primo, tradotte negli ornamenti murali e del palcoscenico del Salone delle feste vennero purtroppo distrutte tra il 1919 e il 1923, mentre quello attuale fu realizzato da Moretti-Zajc, influenzato dal rinomato artista triestino Eugenio Scomparini (autore delle decorazioni relative al palazzo della Filodrammatica). La sua espressione è caratterizzata da motivi rinascimentali, delle fate popolari e del fuoco eterno, come pure da quelli relativi a Porto Baross, al Molo longo, al Monte Maggiore e al Castello di Tersatto, i cui meravigliosi adornamenti murali riprendono una moderna interpretazione dei contenuti artistici narrativi, simboli dell’epoca dalla quale si sviluppò il tessuto storico inerente alla succitata fortezza e alla nobile famiglia dei Francopani.

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