Monte Maggiore, biodiversità è ricchezza

La catena montuosa situata tra il mare e l'entroterra è un vero e proprio patrimonio naturale dichiarato nel 1999 parco naturale e tutelato a livello nazionale

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Monte Maggiore, biodiversità è ricchezza
Il rifugio alpino tutto naturale, l’Uovo. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

I parchi naturali, come definiti dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), sono uno “spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito, attraverso mezzi legali o altri mezzi efficaci, per garantire la conservazione a lungo termine della natura con i servizi ecosistemici e i valori culturali associati” e perciò categorizzati subito dopo i Parchi nazionali. Così il Monte Maggiore e la Cicceria per la loro specificità, la geomorfologia, la biodiversità, per le specie endemiche che vi hanno trovato un habitat ideale e per il ricco patrimonio culturale, storico e folcloristico delle sue genti, nel 1999 ha acquisito lo status di Parco naturale, diventano il fiore all’occhiello di ben due Regioni, litoraneo-montana e istriana. Visibile da ogni parte del Quarnero e da buona parte dell’Istria, il “nostro monte” si erge dal mare con tutta la sua maestosità, orgoglioso del suo manto verde che nasconde tante peculiarità a volte ancora sconosciute. Nel 2001 viene fondato l’Ente pubblico del parco i cui dipendenti, all’inizio tre in tutto, avevano il compito di organizzare la convivenza della flora e fauna del luogo con l’umanità, conservando però la sua natura.

“In quegli anni – ci fa sapere Doris Kramarić, responsabile delle pubbliche relazioni dell’Ente – la consapevolezza ecologica era molto forte e la nascita del Parco naturale è stato una naturale conseguenza. Grazie a ciò, tutti noi, compresi i nativi, siamo consapevolili di aver fermato così la cementificazione di quest’area protetta, salvando i boschi rigogliosi, i prati, le valli come pure la numerosa e varia fauna che vi soggiorna. Guardando dal mare, si può benissimo osservare dove inizia il parco; tutto sotto è già stato cementificato e, in parte, devastato”.
Situato tra mare e continente, il Monte Maggiore subisce tutti i benefici di due climi così differenti. Sarà questo il motivo che nel corso dei secoli passati, anche millenni, ha sviluppato una biodiversità specifica, forse unica su un vasto territorio. È anche molto di più, poiché unisce storia e natura.

Doris Kramarić, responsabile
delle pubbliche relazioni dell’Ente.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La ricchezza della flora e fauna
La vicinanza del mare e l’orografia della montagna hanno creato il clima adatto per una vegetazione peculiare e diversificata. “Il parco è caratterizzato da una natura incantevole, da alte vette, da canyon, da splendidi prati, una quarantina di stagni e pozze più o meno grandi, circa duecento grotte naturali, da fonti d’acqua e boschi rigogliosi – elenca Doris –. E non finisce qui: la zona ospita rare specie animali e vegetali. Su una superficie di 160 chilometri quadrati troviamo 160 specie di uccelli, circa 250 varietà di farfalle, di cui 170 notturne, 20 specie di anfibi e rettili, 18 specie di pipistrelli e altra fauna specifica. Ogni anno viene organizzato sulle pendici del monte Sisol e nei pressi dello stagno Rovozna un campus ornitologico in cui vengono catturati, registrati e inanellati circa 2mila esemplari di uccelli migratori.
La flora non è da meno: in quest’area troviamo esemplari di rari fiori protetti e piante di ogni genere. Ritornando agli animali selvatici, vi soggiornano o sono di passaggio, i grandi predatori come il lupo e l’orso e negli ultimi anni anche la lince. Ci sono cerbiatti, volpi, cinghiali, dunque, la fauna è ricca e, da quanto appurato, su questo territorio si sente sicura”.
Negli ultimi due anni, il Parco naturale ha visto il ritorno dei grandi “navigatori” dei cieli, i grifoni. “Siamo contentissimi, poiché fino agli anni ‘50 dello scorso secolo questi avvoltoi giganti erano una presenza ordinaria sulle pendici più impervie del Monte Maggiore e di tutta la Cicceria. Poi con la mancanza di cibo a causa della riduzione delle greggi, questi sono scomparsi. Solo con l’allestimento del carnaio in una zona molto isolata, questi uccelli sono ritornato a nidificare. Speriamo che di anno in anno il loro numero salga ancora di più”.

L’inanellamento
degli uccelli migratori.
Foto: RONI BRMALJ

I nativi della Cicceria
La presenza umana è presente da secoli su tutto il territorio del Monte Maggiore. I primi segni di vita umana risalgono a 12.000 anni fa, verso la fine dell’era glaciale. Molto più tardi, la montagna fu popolata dagli Istri e dai Liburni, le popolazioni slave venute da est. Lo sviluppo dell’allevamento, la lavorazione del metallo e il commercio crearono nuove condizioni di vita. Alla fine del Medioevo, nel XV secolo, nelle aree montuose dell’Istria, decimate dalla peste, migrarono i valacchi, meglio conosciuti come Cicci o Istroromeni. Portarono con sé la loro peculiare lingua e la specifica tradizione pastorizia, dando un contributo significativo allo sviluppo della cultura locale e del rispettivo stile di vita. In tempi più recenti, la popolazione autoctona abbandona sempre più la montagna per recarsi in città alla ricerca di un’occupazione. I paesi rimangono spopolati e la vita dinamica di un tempo si sta spegnendo, ma non del tutto. “In collaborazione con i vari enti e associazioni che curano le tradizioni locali stiamo organizzando da anni tantissimi incontri educativi con il fine di far conoscere il nostro ricco patrimonio culturale, storico, tradizionale e folcloristico e queste manifestazioni sono sempre più visitate dagli interessati”.

Una casa diroccata.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Un soggiorno attivo
Ritornando alla nostra montagna, il parco naturale del Monte Maggiore in questo mese celebra il 25esimo anniversario dalla sua fondazione e da quei primi passi la strada è stata lunga, ricca di sfide e imprevisti, ma pure con tante soddisfazioni. “Per salvaguardare quanto più la natura incontaminata sono stati messi in funzione e marcati tantissimi sentieri, per la gioia dei numerosi escursionisti e ciclisti che nell’arco di tutto l’anno praticano un’attività ricreativa all’aria aperta. Dei sentieri possiamo nominare quello storico-mitico ‘Perun’ sopra Draga di Moschiena, o quello artistico ‘Land-art’, oppure l’ultimo ‘Vila Učkarica’. Ce ne sono ancora una decina, tutti attraenti e unici. Poi abbiamo i percorsi ciclistici, quelli per alpinisti e quelli didattici. Tante sono le attività che si possono svolgere a diretto contatto con una natura incontaminata. Come la visita alle sorgenti ‘Korita’, la cui struttura è stata rifatta da poco, oppure farsi una scampagnata fino all’Uovo, la stazione di osservazione tutta naturale, oppure fino alla vetta più alta Vojak (1.401 m s.l.m.) e ammirare un panorama mozzafiato a 360 gradi. Tappa imperdibile il Centro visitatori, inaugurato tre anni fa e divenuto il punto di partenza di tutte le escursioni. Al suo interno troviamo un Museo interattivo che tratta la storia di tutto il Monte Maggiore ed è molto attraente non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, in quanto offre tantissime informazioni e curiosità sul Parco naturale”, conclude Doris Kramarić.

Il museo interattivo del Centro visitatori.
Foto: RONI BRMALJ
Il rifugio alpino di Sella Poklon.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ
Il borgo di Mala Učka.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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