Pirano. Ricordata l’inaugurazione della statua di Tartini

La Comunità degli Italiani ha celebrato l’evento con una serie di iniziative tra cui la visita guidata alla casa natale, la presentazione della mostra «Maestro delle Nazioni» e la deposizione di una corona di fiori ai piedi del monumento

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Pirano. Ricordata l’inaugurazione della statua di Tartini
Andrej Rojc depone la corona di fiori ai piedi della statua di Tartini. Foto: MARIELLA MEHLE

Giuseppe Tartini è sicuramente uno dei fiori all’occhiello della cittadina istriana che nel 1692 gli diede i natali e dove trascorse l’infanzia e la giovinezza, dopodiché spiccò il volo verso Padova e da lì in giro per il mondo. Per mantenere vivo il ricordo dell’illustre personaggio a lui è dedicato il Teatro cittadino e la piazza centrale cittadina e ne ha preso il nome pure la Comunità degli Italiani che ha sede nella casa natale… Nei duecento anni dalla nascita del musicista, i piranesi vollero erigere un monumento in suo onore e affidarono il compito per la realizzazione dell’opera in bronzo allo scultore veneziano Antonio Dal Zotto (1841-1918), che venne eretta nel 2 agosto del 1896 nel mezzo dell’omonima piazza, creata un paio d’anni prima, con l’interramento dell’area dell’antico mandracchio. Per celebrare l’evento, vi fu una grande festa che si protese per tutto il giorno in un tripudio di persone, orgogliose della figura del grande uomo. Per rievocare l’evento, ieri la Comunità italiana piranese ha organizzato un programma celebrativo con la visita guidata di una mostra, con musica e pillole di storia. “Uno tra i nostri impegni è quello di recuperare e valorizzare la storie e la cultura. La nostra storia è anche Tartini, la musica e anche la sede nella quale viviamo”, ha spiegato la presidente del sodalizio Fulvia Zudič. Ad accogliere l’invito sono state una cinquantina di persone, tra cui il Console generale d’Italia a Capodistria Giovanni Coviello, riunitisi davanti a Casa Tartini. A fare gli onori di casa è stato Andrej Rojec, che ha invitato i presenti a suddividersi in tre gruppi e assieme a Maja Cergol e Domen Eršeg hanno fatto da ciceroni con visite guidate gratuite in lingua italiana, slovena e inglese, illustrando l’antico palazzo, la sua storia e i contenuti odierni. Nell’ambito del progetto “Turismo culturale all’insegna del patrimonio tartiniano”, lo storico edificio è stato rinnovato e nel 1992 vi è stata allestita la nuova Collezione museale dedicata al virtuoso violinista, che ora dispone di nuove attrezzature, infrastrutture e tecnologie che consentono una migliore attuazione delle attività museali e culturali come pure l’accesso a saggi scientifici, divulgativi e informazioni online. La collezione espone anche le uniche raffigurazioni originali dell’artista, la sua maschera mortuaria in gesso, il suo ritratto della fine del XIX secolo, un busto in marmo del 1846 e il ritratto di Tartini in tecnica grafica, i suoi manoscritti tra lettere, studi di geometria e matematica sul cerchio, i trattati di teoria musicale. II cimelio più prezioso, che occupa un posto di rilievo nella Sala dei paesaggi e dei fiori è il suo violino, fabbricato tra gli anni 1715 e 1725. Casa Tartini offre questo mese in visione la mostra sulla vita e sull’opera di Tartini, denominata “Maestro delle Nazioni”, approdata a Pirano dopo gli allestimenti al Parlamento europeo di Bruxelles e alla Camera di Stato di Lubiana. Nel corso dell’evento, a presentare l’esposizione ideata in occasione del 330º anniversario della nascita del compositore e violinista piranese, è stata la musicologa Margherita Canale. L’allestimento è stato curato da Sergio Durante dell’Università di Padova, Nejc Sukljan e Boštjan Udovič dell’Università di Lubiana ed è articolato in una ventina di pannelli con foto e testi in italiano, sloveno e inglese, volti a condividere in maniera laica i diversi aspetti della vita e dell’opera del Maestro, mettendo in risalto la Scuola delle Nazioni, le sue idee europee e non per ultimo il suo legame con la musica popolare istriana. La mostra è corredata da tre filmati dedicati ai suoi ritratti, al terzo suono e consente al visitatore di ascoltare alcune delle sue opere, disponibili scansionando degli appositi codici QR. Per festeggiare un musicista nella sua casa non poteva certamente mancare della musica. Nella sala delle vedute è echeggiata la “ Op.1 No.10 Didone abbandonata” eseguita magistralmente al violino da Živa Kralj, allieva del ginnasio artistico di Capodistria e vincitrice del concorso Tartini 2022, con al clavicembalo Roman Drucker, anch’egli allievo del ginnasio artistico, un giovane pianista promettente che in contemporanea studia anche al Conservatorio di Padova, i quali si sono detti onorati dell’opportunità di esibirsi nella casa del Maestro. Dopo un brindisi, la comitiva si è diretta verso la piazza per depositare una corona di fiori ai piedi della statua. Dall’alto della sua veduta, Giuseppe Tartini, originario di una regione di confine e di un ambiente multiculturale, figlio di un immigrato e lui stesso erede di tradizioni e culture diverse, aveva avvertito la ricchezza della pluralità musicale e culturale delle emergenti nazioni europee e per un giorno veder riuniti in suo nome lingue e culture diverse, sarebbe scaturito in lui un senso di orgoglio.

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