Museo civico. Trent’anni di tutela della storia fiumana

Il libro illustra l’attività dell’istituzione a partire dal 1994 fino ad oggi, anche se esso è l’erede del Museo della Rivoluzione popolare istituito 63 anni fa

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Museo civico. Trent’anni di tutela della storia fiumana
Foto: Goran Zikovic

È stato presentato nella vecchia sede del Museo civico di Fiume, il cosiddetto Cubetto, nei pressi del Palazzo del governo, il libro “Trent’anni del Museo civico di Fiume”, alla presenza del direttore f.f. Mladen Urem, del collaboratore nonché ex direttore dell’ente Ervin Dubrović e della curatrice del volume Marija Lazanja Dušević.

Il libro, come dice il titolo stesso, presenta l’attività trentennale del Museo civico di Fiume, a partire dal 1994 fino ad oggi. Le varie sezioni del volume illustrano la storia del Museo, le diciassette collezioni presentate attraverso alcuni dei pezzi d’esposizione più significativi, nonché le sedi del Palazzo dello Zucchero e della nave Galeb, senza tralasciare i fondi museali secondari e l’attività editoriale ed educativa. Il volume offre anche uno sguardo retrospettivo su alcuni progetti espositivi e pubblicazioni museali. Sono presentati la biblioteca museale, gli strumenti digitali e il lavoro col pubblico, nonché tutte le mostre del fondo museale e le pubblicazioni.
A introdurre questo progetto e i relatori della serata è stato il direttore f.f. Mladen Urem, il quale ha ringraziato i numerosi presenti di essere venuti alla presentazione e ha affermato che questo indica che esiste un interesse vivo per l’attività dei musei.

Marija Lazanja Dušević, Mladen Urem ed Ervin Dubrović.
Foto: Goran Zikovic

Un museo dal grande potenziale
“La pubblicazione in occasione dei trent’anni di attività del Museo civico ha coinvolto tutti i nostri curatori ed ex curatori, come pure i collaboratori – ha illustrato Urem –. Reputo che sia strutturata in maniera chiara e concisa, mettendo in risalto gli aspetti più rilevanti della nostra storia più recente. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il mio predecessore, Ervin Dubrović, che è stato al timone del Museo civico per ben 26 anni, contribuendo a costruirlo e a consolidarlo, dandogli un’impronta unica e riconoscibile. Oggi il Museo civico di Fiume è un museo dal grande potenziale e prevedo che in futuro tale potenziale porterà a grandi frutti”.
Urem ha lodato Dubrović per il suo approccio nei confronti dei colleghi e collaboratori, che è sempre stato inclusivo e democratico. Uno dei suoi contributi riguarda sicuramente l’allestimento di grandi mostre, come quella dedicata all’emigrazione in America, che hanno visto non solo la raccolta di materiale, reperti e testimonianze, ma anche un profondo lavoro scientifico e di ricerca. Dubrović ha avuto in un certo senso la fortuna di essere diventato direttore del Museo civico in un periodo in cui tante famiglie si liberavano di oggetti che consideravano superflui, ma che in realtà avevano un grande valore storico. L’ex direttore è riuscito a preservarne una parte, salvando in questo modo un pezzo di storia fiumana.

Due secoli di museologia
Tornando alla storia dell’istituzione Urem ha ricordato che in realtà il Museo civico è nato sotto un altro nome, ben 63 anni fa. All’epoca si chiamava Museo della Rivoluzione popolare e conteneva una discreta collezione di fotocopie di fotografie, documenti e armi che sono tuttora conservati, anche se non hanno un grande valore storico.
“La storia della museologia fiumana non inizia, però, 63 anni fa – ha puntualizzato Urem –, bensì nel lontano 1840 con l’istituzione del Museum Nugent, fondato da Laval Nugent. Ciò vuol dire che vantiamo 200 anni di tradizione museale. Quando Laval Nugent morì, suo figlio mise all’asta le opere d’arte della sua collezione e un quotidiano dell’epoca la definì la seconda collezione archeologica per grandezza e valore di tutta l’Austria e Ungheria. Non dobbiamo dimenticare nemmeno il Museo civico di Sušak, che aveva una collezione propria. Una vera e propria scienza museologica compare a Fiume soltanto dopo la Seconda guerra mondiale e soltanto in questo periodo si ha un approccio professionale alla materia”.
Tornando al tema della pubblicazione, Urem ha spiegato che si è cercato di dare spazio ai progetti d’autore e alle mostre realizzate in seno al museo e non da collaboratori esterni. Vista la situazione estremamente positiva per quanto riguarda il lavoro museale, Urem ha proposto di istituire prossimamente una rivista specialistica sulla storia dell’arte e la museologia.
Ai presenti si è rivolto anche Ervin Dubrović, il quale ha confermato che il museo in sé non è stato fondato 30 ma 60 anni fa. A onor del vero, però, gran parte del materiale del Museo della Rivoluzione popolare è passato successivamente all’attuale Museo di Marineria e Storia del Litorale croato. Ciò vuol dire che il Museo civico di Fiume, al momento dell’istituzione, è dovuto partire da zero per costruire tutto quello che presenta oggi.

Un inizio difficile
“Negli anni Novanta la situazione istituzionale era estremamente sfavorevole – ha ricordato Dubrović –. Al mio arrivo, nel 1997, era già da qualche anno che si parlava di incorporare il Museo civico a qualche altro museo o ente museale. Il suo futuro era talmente incerto che anche il personale era poco motivato e scoraggiato. Le autorità incaricarono allora lo storico dell’arte Želimir Koščević di redigere un elaborato con la proposta di un piano per il futuro del museo. Prima di consegnare il documento mi telefonò per chiedermi quale fosse il mio parere in merito. Io gli risposi che secondo me il Museo civico doveva continuare a esistere e lui inserì questo parere nel suo elaborato. Il resto è storia. Noi abbiamo cercato sempre di giustificare questa decisione impegnandoci al massimo nel nostro lavoro. Se gli archivi raccolgono documenti e le biblioteche raccolgono pubblicazioni, noi ci siamo impegnati a preservare gli oggetti storici. L’esposizione, però, è solo l’ultimo passo di un lungo processo che comprende la raccolta, lo studio e l’analisi dei reperti. Il nostro lavoro è scientifico, ma l’idea che ci spinge ad agire è il desiderio di preservare il nostro patrimonio. Non è da trascurare l’aspetto creativo di ciò che facciamo. In tutto questo complesso di azioni l’attività editoriale è di estrema importanza e per questo saluto l’iniziativa della pubblicazione di questo catalogo e sento il bisogno di lodare gli autori e la curatrice per aver portato in porto un lavoro così complesso in pochi mesi”, ha concluso.
Un lavoro di squadra
L’ultimo intervento è stato quello della curatrice, Marija Lazanja Dušević, la quale ha rivelato il motivo della scadenza per la pubblicazione. Il Ministero della Cultura e dei Media ha approvato, infatti, i finanziamenti a inizio gennaio e gli autori desideravano che il libro uscisse entro l’11 aprile, compleanno del Museo civico, motivo per cui si sono impegnati per preparare tutto in pochi mesi.
“Questo è stato un lavoro di squadra – ha dichiarato Lazanja Dušević – e se non fosse stato per la collaborazione di tutti noi, non saremmo riusciti a riassumere trent’anni di storia in così poco tempo. Siamo riusciti a presentare la collezione permanente e ad annunciare l’apertura di una nuova biblioteca museale. Il libro è suddiviso in quattro segmenti di cui il primo è l’introduzione di carattere storico, il secondo descrive le collezioni, il terzo le attività educative, i fondi secondari e gli strumenti digitali, mentre in chiusura del libro abbiamo gli elenchi di tutte le mostre, pubblicazioni, personale e collaboratori”. In conclusione, Lazanja Dušević ha affermato che il volume segna anche la fine di un’era, ovvero la fine dell’attività nella vecchia sede del Cubetto e il trasferimento nel Palazzo dello Zucchero.

La copertina del volume.
Foto: Goran Zikovic

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