SECONDO ME Quest’albergo s’ha proprio da fare

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SECONDO ME Quest’albergo s’ha proprio da fare
Il nastro e il cartello “Private” nel boschetto del Lungomare. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Il 77,29 p.c. degli aventi diritto al voto a Pola ha deciso che dell’albergo a Valcane non gliene importa niente o che va bene che venga costruito.

Il referendum per ridisegnare Lungomare è ormai acqua passata. Non dovrebbe macinare più, stando all’adagio, ma probabilmente continuerà a farlo, tritando analisi, frecciatine, se non qualche colpo ben assestato in sede consiliare per mettere a tacere l’opposizione; qualcosa del tipo “la gente ha detto che ne pensa delle vostre azioni e posizioni”. Cose che in politica bisogna mettere in conto.

The day after. Comprensibilmente l’investitore gongola, il sindaco se la cava con un “ve l’avevo detto”, l’Iniziativa civica si dà pacche sulla spalla perché ha risalito le cascate Victoria, la piattaforma Možemo (madre naturale, ci sembra, della consultazione) si bea nell’88 p.c. dei “SI”, ma si dimentica di dire che la percentuale fa riferimento ai votanti e non agli aventi diritto. Se così fosse, fior di progettisti dovrebbe ridisegnare l’area per la quale si sono incrociate le armi.

Onestamente, si sarebbe potuto essere generali anche alle prime avvisaglie della guerra: la soglia per legittimare il voto era irraggiungibile; ci sarebbe voluto un quasi plebiscito. Improbabile. E se anche fosse successo di vedere chilometriche code davanti ai seggi elettorali, al lato pratico non sarebbe cambiato nulla. Questo albergo, quindi, s’ha proprio da fare. Sul Lungomare. La grande passeggiata a mare dei polesi. Un’area con una vista mozzafiato che solo così, a poterla quantificare varrebbe trilioni di milioni di bilioni di tonnellate di rodio, il metallo in assoluto più prezioso al mondo.

In questa controversia i soldi si sono scontrati con una sorta di romanticismo, della sacralità del luogo. Il dado dei soldi ha fatto sei, quello del romanticismo uno. Ma, lo ripetiamo, era dato per scontato.

Come in tutti i viaggi, è il percorso ad avere un fascino maggiore della meta. Anche in questo caso, come per le elezioni, è curioso vedere il comportamento degli attori. Il sindaco ha deciso di mettere le mani in tasca e fischiettare contando i gabbiani. Quando ormai, dopo mille domande, le maniche dalla maglia gli si erano allungate tanto da diventare pantaloni, si era limitato a dire che lui sarebbe andato a votare e che avrebbe votato secondo coscienza. Credo che l’abbiano fatto anche le altre 11.064 persone. Votato e votato secondo coscienza, intendo.

Per il resto, seppure un po’ sfocatamente, si è avuta la prova che negli affari, così come in guerra e in amore tutto è davvero lecito. L’investitore si è premurato di invitare la gente a restare a casa. Un giorno che ero un po’ più distratta del solito, ho creduto che il Covid si fosse riproposto in tutte le sue varianti e che ormai un lockdown del tipo Alcatraz non ce l’avrebbe tolto più nessuno. Invece l’investitore aveva fatto suo lo slogan della battaglia al Covid. Chissà se l’ideatore della campagna sanitaria ha messo il copyright sull’idea?!

L’Iniziativa civica. Mah, mi è sembrato un attivismo un po’ barricadero e un pizzico controproducente.

Vado al Lungomare finché c’è, mi ha detto un conoscente giorni fa, per fare una battuta, non per reale timore. Chissà: forse il tempo dimostrerà che era una battuta o forse che avrebbe dovuto temere il giorno in cui la passeggiata non ci sarà. Al limite sarà passeggiata con vista a mare e vista all’albergo.

Già. L’albergo. 360 posti letto (grossomodo la metà del Park Plaza Histria), sette piani elevati e due interrati, 27 metri d’altezza (poco meno dell’Arena vista dal mare; quasi metà campanile di Dignano), 32 piscine (dice l’investitore che ritiene tali anche le jacuzzi e idromassaggi vari. Chissà, forse anche le vasche da bagno normali; valle a capire certe arrampicate). Diceva mio nonno “i soldi fa guerra” e non serve spiegare.

Chi dispone di un’area edificabile, certamente edificherà. Difficilmente ci coltiverà carote e patate. Guardando a un orizzonte un po’ più lontano viene da pensare che questa città che vuole vivere di turismo lo fa in modo prepotente e un po’ disordinato. Vero è che sempre questa città d’estate, per l’imponente presenza di villeggianti, scoppia come una cerniera sdentata. Finirà che d’estate i residenti dovranno mettere la vita in aspettativa per far vivere la vita ai turisti. Qualcuno dovrebbe occuparsi seriamente di questo.

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