En Primeur il 2019 promette bene

All’Esplanade di Zagabria, sul modello francese, hanno visto la loro première i vini novelli nati dalla vendemmia dell’anno scorso. Presenti le etichette istriane più famose

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En Primeur il 2019 promette bene

La presenza di 65 produttori e più di 750 visitatori a Zagabria, alla nona edizione di En Primeur, manifestazione nata sulla falsariga di quanto accade nel mondo del vino in Francia quando vengono messi in mostra e degustati i vini novelli. I numeri dell’Esplanade segnano l’assoluta consacrazione della malvasia e del lavoro di qualità che vine svolto in Istria.
Uno degli alberghi storici della capitale ha visto la prémiere dei vini malvasia, delle etichette istriane più famose, vini che sono ancora nelle botti e, come ha sottolineato Nikola Benvenuti, presidente dell’Associazione Vinistra, “vedere presenti tanti produttori, dà gioia”. “La vendemmia promette bene e i vini messi in mostra a Zagabria hanno un potenziale. Del resto la malvasia negli anni si è costruita un nome e un’immagine tanto da diventare un interessante tassello dell’offerta turistica tantoché, secondo una stima, almeno 200mila turisti scelgono l’Istria anche per gustare i nostri vini e le altre delizie. Alcune ricerche – ha continuato Benvenuti – dimostrano che l’offerta enogastronomica risulta tra i primi tre motivi per cui gli ospiti scelgono la Croazia come meta delle loro vacanze. Sono ospiti che arrivano da noi già a marzo, mentre alcuni dopo l’estate, prolungano la loro perrmanenza e restano anche in autunno, allungando la stagione”, ha concluso il presidente di Vinistra.
Krunoslav Karalić, aiuto del ministro dell’Agricoltura, presente all’apertura di “En Primeur”, si è soffermato in modo particolare parlando della nuova Legge sul vino “che ha portato al settore importanti sgravi amministrativi e finanziari, pari a 12 milioni di kune. La disposizione legislativa ha eliminato le bolle di evidenza e i rimborsi per il controllo dei vini al momento della messa in commercio, ed è stato introdotta la geosegnalazione in base a quattro nuove regioni enologiche: Istria croata e Quarnero, Dalmazia, Croazia centrale collinare, Slavonia e Podunavlje croato”.

Foto: Robert Anic/PIXSELL

“Se l’Austria riguardo al capitolo marketing e promozione enologica investe qualcosa come 8 milioni di euro, lo stesso in base alle disponibilità economiche dovrebbe farlo la Croazia, perché per noi il vino non è più solo un alimentare ma anche un prodotto da export potenzialmente molto importante – ritiene Dragan Kovačević, vicepresidente della Camera crota di economia, responsabile per agricoltura e turismo –. Il vino recita un ruolo da protagonista nell’offerta turistica e contribuisce al branding della Croazia quale destinazione eno-gastro turistica. Per questo la Camera di economia croata (HGK) assieme ai produttori di vino ha dato il via al dialogo con il Ministero dell’agricoltura affinché vengano soddisfatte tutte le condizioni di forma onde far sì che il finanziamento delle organizzazioni regionali dei produttori e la promozione nazionale del vino diventino una voce fissa nel bilancio del Paese per il 2021”.
Tornando a “En Primeur”, la kermesse enologica ci ha fatto gustare dei malvasia freschi, sapidi, minerali, insomma vini novelli di grande attrattività e di sicuro potenziale. Chi ha vendemmiato in anticipo ha ottenuto una sapidità e un’acidità più marcata. Altri che hanno effettuato una vendemmia tardiva come Franco Cattunar, si sono ritrovati con vini maturi e acidità bilanciate. Tra i vini novelli l’impressione migliore l’ha suscitata la malvasia Fakin con un diapason aromatico di incredibile ampiezza. Si sono distinti pure Cattunar, Franković, Montiron (cantina Medea), Damjanić e la malvasia Laguna di base, probabilmente la migliore finora. Degustando malvasia stagionati Vižinada (della Laguna) del 2016 è un vino malvasia del quale sentiremo ancora parlare.
Il noto sommelier Emil Perdec, nell’ambito della prémiere zagabrese della malvasia, ha tenuto un laboratorio durante il quale ha voluto precisare che “indipendentemente dal terreoir (area) di provenienza, sulla penisola se ne contano cinque (meridionale, occidentale, nord-nordoccidentale, centrale e orientale), nei vini presentanti è predominante il colore classico tra il giallo paglierino e il verdognolo”. “I vini hanno un’aroma di grande espressività e con caratteristiche ben precise, come il profumo di pesca, albicocche, mela, financo note tropicali che in alcuni casi si intrecciano col profumo di fiori bianchi e acacia, e anche con un misto di aromi tra erbe e floreali. I vini degustati si sono presentati moderatamente freschi, di corporatura media e seguono linearmente le loro caratteristiche aromatiche”, ha commentato Perdec.

Foto: Tomislav Miletic/PIXSELL

Anche Kristijan Damijanić, del settore Agricoltura di Parenzo dell’Università di Fiume, conferma che “la vendemmia 2019 è da ritenersi particolarmente soddisfacente nonostante pioggia e freddo di aprile e maggio, il che ha tardato la fioritura di una decina di giorni. Le prime giornate di giugno hanno dato il via a un lungo periodo di caldo secco senza precipitazioni: è durato fino a settembre”.
“Non ci sono state temperature estreme in estate sicché per la prima volta negli ultimi dieci anni la raccolta dell’uva è iniziata con un ritardo di una decina di giorni rispetto al periodo tradizionale”, ha spiegato ancora Nikola Benvenuti.

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