Preziose gocce d’acqua

Un bene erroneamente considerato «povero» perché non ha colore, odore né sapore. Ma senza questa risorsa non ci sarebbe vita. È fondamentale per tutti gli esseri viventi, per la natura, ma anche per le attività produttive

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Preziose gocce d’acqua

L’acqua è l’elemento naturale che maggiormente siamo abituati a vedere. Di fronte alle bellezze della natura viene spesso posta in second’ordine. È un elemento considerato dai più “povero” perché non ha colore, non ha sapore e non ha odore, ma l’acqua è il bene in assoluto più prezioso che la natura ci abbia regalato. Senza l’acqua non esisterebbe nulla. Noi, meno che meno.

Per la mia associazione, l’Echosub, ho prodotto di recente un filmato che ho intitolato “Accadueo” (che pubblichiamo sul nostro sito www.lavoce.hr, ndr). È la storia di un’ipotetica goccia d’acqua raccontata attraverso le sue trasformazioni, le sue metamorfosi, che finisce il suo scorrere nell’immensità del mare. L’ho realizzato con un taglio accattivante, soprattutto per quel pubblico composto dai ragazzi delle scuole al quale è stato destinato. Mi sono deciso a realizzarlo perché spesso ho sentito parlare dell’acqua con sufficienza, con noncuranza e ignorando la complessità di questo bene prezioso. Mi sono anche spesso chiesto quanti di noi, appartenenti a una società cosmopolita, istruita e navigante ormai nei meandri della scienza, servita da tecnologie fantastiche e dove l’istruzione è la conquista sociale per eccellenza, conoscono a fondo questo bene prezioso tanto da saperlo tenere in considerazione sotto l’aspetto economico, tecnico, igienico.Un diritto acquisito
Molto spesso l’acqua viene considerata come un diritto acquisito e non si pensa che i circa novemila miliardi di metri cubi, che sono la quantità calcolata dell’acqua dolce a disposizione nel mondo – e non equamente disponibile –, è il cibo indispensabile e non sostituibile degli uomini, degli animali e di tutti i vegetali che vivono sul nostro pianeta. L’acqua è un immenso contenitore di ossigeno. Più precisamente, le acque dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e del mare, si riforniscono costantemente di ossigeno grazie al contatto diretto con l’aria favorito dalle turbolenze, dagli spruzzi e dalle onde e da quel processo conosciuto con il nome di “fotosintesi clorofilliana” delle piante acquatiche, processo che sta alla base della vita.Accumulatore termico
L’acqua possiede poi una particolarità assolutamente imprescindibile per l’ambiente: si scalda e si raffredda molto lentamente, permettendo così alle grandi distese d’acqua di funzionare come l’accumulatore termico di un territorio regolandone il clima. In questo contesto, piante, animali e uomini, possono completare il loro ciclo vitale. Insomma, possiamo vivere grazie all’acqua. Vediamo così che le radici dei vegetali assorbono l’acqua dal sottosuolo e la introducono nel circolo linfatico. La linfa risale poi attraverso il tronco della pianta e raggiunge le foglie, rifornendo le cellule di sali minerali e di azoto, nonché di sé stessa, indispensabile a creare la “fotosintesi clorofilliana”. Quattro sono i fattori che entrano in gioco: l’energia della luce del sole, la clorofilla che è il pigmento esclusivo del regno vegetale, l’acqua e l’anidride carbonica che la stessa pianta capta dall’aria. Il mescolarsi di questi fattori da origine alla creazione dell’ossigeno, proprio quello che noi respiriamo, e al glucosio che, oltre a fornire alla pianta l’energia di cui ha bisogno, colloca la foglia e le parti commestibili della pianta stessa al primo posto della lunga catena alimentare attraverso cui lo zucchero arriva sino a noi.L’uso in agricoltura
Enormi quantità d’acqua, quasi il 75 p.c. di quella che noi utilizziamo, serve all’agricoltura. Pensate che un tappeto erboso consuma, nel periodo estivo, circa 5 litri d’acqua al giorno per metro quadrato. Un albero di circa venti metri d’altezza e con una chioma sviluppata ne consuma oltre 160 litri al giorno, mentre per produrre 100 quintali di mais un ettaro di terreno ne beve circa quattro milioni litri, di cui solo la metà proviene dalla pioggia. Per non parlare dell’orticoltura che consuma sproporzionate quantità d’acqua, come ben sanno i contadini e come illustra in modo chiaro il fenomeno sempre più drammatico della desertificazione nel mondo, proprio a causa della scomparsa delle piogge che alimentano i serbatoi naturali dell’acqua.
C’è poi la zootecnia che pure fa grande uso d’acqua. Quando si pensa che bovini e cavalli, ad esempio, consumano per il loro fabbisogno almeno 50 litri d’acqua al giorno, quantità che si raddoppia per le femmine nel periodo della lattazione, è facile rapportare la quantità che serve agli animali nel mondo per sopravvivere e produrre la carne necessaria alla nostra esistenza.L’uomo e la Terra
Ed eccoci all’uomo. Il nostro corpo è composto per il 62 p.c. d’acqua. Siamo esseri “acquadipendenti” ancor prima della nascita. Infatti, nell’utero materno, il feto è protetto da un involucro d’acqua, mentre il plasma sanguigno che ha una composizione simile all’acqua marina è in continuo scambio attraverso il sistema nervoso, con perdite e assorbimento d’acqua. Io, ad esempio, so che circa tre litri li rinnovo ogni giorno. Li perdo con le urine, con le feci, con il sudore, con le secrezioni, ma li rinnovo con il cibo e con le bevande. Anche la nostra Terra è ricoperta per sette decimi dall’acqua. Noi siamo come piccoli mondi e possiamo soffrire di disidratazione. Però non c’è solamente il problema della dipendenza fisiologica. L’acqua ci serve anche per le nostre necessità d’igiene, per la preparazione del cibo, per la pulizia delle abitazioni e per mille altre necessità del vivere civile. Si calcola che oggigiorno non siano sufficienti trecento litri al giorno per ogni persona, senza contare le industrie, gli ospedali, le scuole… Per il vivere civile, facciamo un forfait: dai 500mila litri ai 2 milioni di litri per persona in un anno, a seconda del continente. Provate a moltiplicare la quantità per il numero di abitanti del pianeta e vedrete il totale, ma poi fate anche un altro calcolo, molto più difficile; distribuite il fabbisogno d’acqua tra le popolazioni del mondo e vedrete che i calcoli non torneranno più. Allora e soltanto allora vi sarà chiaro come in un prossimo futuro, speriamo il più lontano possibile, le grandi guerre mondiali scoppieranno non per la gestione dei giacimenti petroliferi, bensì per il possesso dei laghi e delle sorgenti d’acqua.

 

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