Papandopulo, Mozart, Brahms. Un concerto importante

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume si è esibita l'Orchestra sinfonica fiumana diretta dal Maestro Valentin Egel. Solisti il pianista Lovre Marušić e il mezzosoprano Emilia Rukavina

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Papandopulo, Mozart, Brahms. Un concerto importante
Lovre Marušić. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

È stato un concerto importante sia dal punto di vista artistico che da quello della valorizzazione del patrimonio musicale croato quello dell’altra sera al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, che ha visto l’Orchestra sinfonica fiumana, sotto la direzione del Maestro Valentin Egel, cimentarsi nell’esecuzione delle Variazioni su un tema di Haydn op. 56 di Johannes Brahms, del Concerto per pianoforte e orchestra n. 25 in Do maggiore K 503 di W.A. Mozart con in veste di solista Lovre Marušić e della Seconda sinfonia di Boris Papandopulo (solista il mezzosoprano Emilia Rukavina).

Un omaggio meritatissimo
Perché si è trattato di un concerto importante? Per il fatto che l’esecuzione della Seconda sinfonia di Papandopulo è stata per la prima volta registrata per essere in seguito pubblicata su un CD dalla casa discografica tedesca CPO, il che la renderà accessibile a un vasto pubblico. Anche se composta nel 1946, nell’arco di quasi ottant’anni la Seconda sinfonia sembra essere stata registrata soltanto una volta, sotto la direzione del compositore stesso, ma sembra che la registrazione non sia stata mai pubblicata. L’operazione promossa dal TNC fiumano si presenta, quindi, come un omaggio meritatissimo a uno dei massimi compositori, direttori d’orchestra e operatori culturali nella storia della musica croata – che ha segnato in maniera decisiva anche la scena musicale di Fiume nel secondo dopoguerra, avendo ricoperto la funzione di direttore dell’Opera fiumana dal 1946 al 1948 e nuovamente dal 1953 al 1959 -, nonché come un importante progetto di divulgazione culturale.

Maestoso tema principale
Ma torniamo all’inizio. Il concerto è stato inaugurato dall’esecuzione delle Variazioni su un tema di Haydn, oggi chiamato Variazioni Sant’Antonio, di Brahms. Egli compose l’opera nel 1873 articolandola in un tema con otto variazioni e un finale, in cui varia con grande inventiva il maestoso tema principale per culminare con un grandioso ed elettrizzante finale. Guidata dal gesto chiaro e deciso di Valentin Egel, l’Orchestra ha eseguito il brano con precisione e una notevole cura per i dettagli e per le sfumature, con un’accurata scelta dei tempi e della dinamica. Egel ha controllato con vigore ogni segmento dell’esecuzione, portando il brano al culmine nel magnifico finale, in cui ha sapientemente guidato l’Orchestra nella “costruzione” di un incalzante crescendo.

Un interprete sensibile
Ha fatto seguito il Concerto per pianoforte e orchestra di Mozart, che ha visto in veste di solista il giovane pianista Lovre Marušić. Interprete sensibile e di notevole musicalità, Marušić ha offerto un’esecuzione equilibrata di questo celebre Concerto mozartiano, dando vita a uno squisito dialogo musicale con l’Orchestra. Le cadenze e le parti solistiche del pianoforte si sono alternate con naturalezza in tutti e tre i movimenti del Concerto, guidati dal gesto puntuale di Egel. Anche dal punto di vista sonoro, l’Orchestra e il solista hanno creato un insieme armonioso. Marušić ha eseguito le straordinarie pagine mozartiane con una tecnica limata, un bel fraseggio e un suono limpido e curato. Il pubblico ha premiato il pianista con copiosi applausi, al che Marušić ha concesso un bis: il brano “Träumerei” di Robert Schumann.

L’apice della serata
L’apice della serata è stata, come accennato poc’anzi, l’esecuzione della Seconda sinfonia di Papandopulo, un autentico gioiello della musica sinfonica croata che può reggere il confronto con alcune delle più celebri pagine sinfoniche nella storia della musica mondiale. Considerata la qualità di questa composizione, ci sembra ancora più strano il fatto che la sinfonia sia stata registrata soltanto una volta nella sua storia e rende ancora più preziosa l’operazione di incisione del brano su un CD.
La Seconda sinfonia si compone di cinque movimenti (Il viaggio nella vita; Rassegnazione; Visione; Intermezzo lirico e I passi della libertà) ed è basata su un programma descritto dallo stesso Papandopulo. Stando al compositore, nel primo movimento vengono espressi i sentimenti soggettivi e le impressioni dell’artista-compositore, che osserva il suo futuro con ottimismo ed entusiasmo, ma già ai primi passi insorgono le difficoltà. A quel punto, l’artista si ritira in sé stesso e si dedica completamente al lavoro (secondo movimento). Durante questo periodo di solitudine, gli appaiono delle visioni e idee fantastiche che lo perseguitano (terzo movimento). Nel quarto movimento l’artista raggiunge la calma e sogna i momenti tranquilli e sereni della sua vita, ma poi dai sentimenti cupi e indefiniti emerge una nuova fiducia nel futuro e nel progresso (quinto movimento).

Una sinfonia «fiumana»
Papandopulo compose la Seconda sinfonia in breve tempo a Fiume all’inizio del 1946. Il brano è destinato a una grande orchestra e contiene un elemento originale: nel quarto movimento, la melodia principale viene vocalizzata da un mezzosoprano. Ciascun movimento calca perfettamente la descrizione del compositore ed è caratterizzato da un’orchestrazione straordinariamente fantasiosa, in cui ciascuna sezione dell’orchestra viene messa in risalto in diversi momenti e concorre a creare un insieme brillante. Alla complessità del tessuto musicale si aggiunge un altrettanto complesso disegno ritmico, particolarmente audace nel terzo movimento, caratterizzato da una struttura frammentata. Il quarto movimento, intitolato “Intermezzo lirico”, è più “tradizionale” dal punto di vista musicale. Il tutto si conclude con un intenso e ottimistico quinto movimento, concepito come una marcia.

Un’esecuzione intensa
L’Orchestra ha proposto una lodevole e intensa esecuzione della Seconda sinfonia in cui ciascuna sezione ha eseguito la sua parte con impeto e precisione. Valentin Egel ha tenuto saldamente in mano le redini dell’Orchestra, il che si è potuto notare in modo particolare nel terzo movimento, caratterizzato da un ritmo particolarmente impegnativo. Nel quarto movimento, come detto, la dolce melodia principale è affidata alla voce e in questo caso è stata cantata dal mezzosoprano Emilia Rukavina. La sinuosa linea melodica richiede una notevole estensione vocale, soprattutto nel registro di petto. In alcuni momenti ci è sembrato che la solista avesse dei problemi a riprodurre le note più profonde della melodia proprio per motivi di estensione vocale, per cui forse sarebbe stato meglio affidarla a un contralto.
Nel suo insieme, l’esecuzione della Seconda sinfonia è stata certamente di alta qualità e come tale adeguata per venire registrata e diffusa su un CD. Papandopulo se lo merita. Peccato che la bella serata non sia stata seguita da un pubblico più folto.

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