Un’avventura in batana in ricordo del papà

Presentato alla CI di Fiume il libro di Rosanna Turcinovich Giuricin

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Un’avventura in batana in ricordo del papà
Foto Ivor Hreljanović

Nella suggestiva cornice della Comunità degli Italiani di Fiume si è tenuta la presentazione del libro di Rosanna Turcinovich Giuricin, “Di questo mar che è il mondo…”. L’evento, che ha attirato un folto pubblico, è stato magistralmente moderato da Franco Papetti, presidente dell’Associazione fiumani italiani nel mondo (AFIM), che ha espresso parole d’elogio per l’opera: “Un libro che si legge tutto d’un fiato. Si tratta di una storia reale, ma romanzata dall’autrice mentre cercava di dare un’impronta scritta alla vita di suo padre, per ricordarlo ma anche per sentirselo vicino”.
“Mio padre se ne andò nel 2008 e non nascondo di aver sofferto molto la sua mancanza. Spesso mi sono ritrovata a confidarmici in solitudine, ho iniziato a scrivere il libro per poter immaginare la sua voce e le sue reazioni. Questo libro è il proseguo di un dialogo mai finito”, le parole dell’autrice Turcinovich Giuricin.

Foto Ivor Hreljanović

La storia poi, una vera e propria avventura dipinta con frasi eleganti dalle descrizioni quasi poetiche, capaci di rendere sia luoghi ma anche, con le sue descrizioni, addirittura i profumi. Il protagonista del libro è Bepi Turcinovich che è il nome di suo padre. In realtà si tratta di suo papà, ma una versione di quando era un giovane pieno di forza e voglioso d’avventura. La trama si basa sul viaggio che il giovane Bepi intraprende a bordo di una batana a remi dalla sua Rovigno fino a Zara. ” Rovigno prima della guerra era una città di pescatori e contadini, mentre Zara era una città ricca e borghese dalle porte senza serratura, come usavano dire”. Il passaggio dal territorio istriano a quello della costa dalmata lungo il Canale della Morlacca, segna un cambiamento drastico nella sua vita e il motivo della sua partenza è da ricercare nei cambiamenti tragici dovuti allo scoppio del Secondo conflitto mondiale. Il viaggio della vita, insomma capace di dare formare e nel quale, ad accompagnarlo, c’è Mate un orologiaio di Veglia che s’imbarca alla ricerca di un vecchio amore e che, con la sua pacatezza ricopre il ruolo di un saggio maestro di vita. Mate gli insegna l’amore per i posti costieri e per la gente di mare che non ti tradisce mai. La solidarietà di questi uomini poi, racconta l’autrice, suo padre se l’è portata dietro per tutta la vita: “Da viaggiatori, la gente di mare sa capire gli altri”. Mate, in realtà è l’alter ego di suo padre, quel signore maturo che invece ha conosciuto bene.
L’autrice, visibilmente commossa, ha letto diverse volte degli spezzoni del libro suscitando in diverse occasioni l’applauso dei presenti. Particolarmente bella la descrizione dell’avvicinarsi della batana alle pendici del Monte Maggiore, appena lasciatasi dietro la penisola istriana. Davanti a lui una Fiume che sapeva di mistero e che gli appariva così barocca e sfarzosa. E davanti a lui un lunghissimo viaggio fino a Zara. Chissà se le sue emozioni erano avvolte dallo sgomento o dalla paura. Leggete il libro e lo scoprirete…

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